sabato 8 agosto 2015

Riforme: 513.450 emendamenti al Senato! Ecco il fronte antiRenzi

Minoranza Pd, Forza Italia, Sel, Movimento 5 Stelle e Lega Nord. Una valanga di modifiche rischia di affossare il disegno di legge Boschi a Palazzo Madama: sul tavolo il Senato elettivo


Non sarà un cammino facile quello del disegno di legge Boschi. A ostacolare il governo non ci saranno solo i ribelli del Pd, che presenteranno 17 emendamenti a Palazzo Madama, ma un reale fronte anti-Renzi: trasversale, che raccoglie sia le opposizioni che la minoranza dem e conta su un piccolo esercito intorno ai 160/170 senatori. Alla Commissione Affari costituzionali del Senato sono stati presentati 513.450 emendamenti. Un record. Si tratta di 63 modifiche presentate dai senatori del Pd, 510.293 dalla Lega Nord, e 1.075 da Forza Italia. Riporta il Corriere della Sera:

La nuova «coalizione» che contraddice la linea del governo raggiunge sulla carta la ragguardevole soglia di 166 senatori: addirittura 5 in più rispetto alla maggioranza assoluta dell’assemblea. Di converso, i «lealisti» disposti a difendere un Senato depotenziato e anche eletto con un sistema di secondo grado (ovvero, i senatori eletti dai consiglieri regionali) sarebbero 154: ben sotto la soglia di sopravvivenza del governo Renzi.
La novità politica nascosta dietro i numeri l’ha colta Vannino Chiti, uno dei 28 senatori del Pd che hanno deciso di non farsi etichettare come «disfattisti» e «gufi» pur non rinunciando al Senato elettivo. «Importanti le parole del senatore Buemi sull’emendamento di 12 componenti del gruppo delle Autonomie per un Senato eletto direttamente dai cittadini. Ventotto senatori del Pd e 12 del gruppo delle Autonomie, già in maggioranza, più Sel, il M5S, Forza Italia e la Lega si ritrovano su questa posizione». Conclude Chiti: «Perché continuare con arroganti chiusure? Vi sarebbero infatti le condizioni per un’intesa ampia che farebbe marciare con sicurezza dei tempi e coerenza dei contenuti la riforma costituzionale».


RIFORMA SENATO, IL GOVERNO NON AMMETTE PASSI INDIETRO - Se gli uomini di Silvio Berlusconi puntano a un maggiore bilanciamento delle funzioni tra Senato e Camera, il Movimento 5 Stelle, con i suoi 194 emendamenti, punta invece ai referendum propositivi e consultivi per tamponare gli effetti del monocameralismo. «Renzi spieghi agli italiani perché si oppone ad un Senato di 100 membri eletti direttamente dai cittadini – ha detto il capogruppo M5S al Senato Gianluca Castaldi – ma vuole che sia composto da consiglieri regionali, la classe politica più inquisita al mondo, nominati dalle segreterie dei partiti e che godranno così dell’immunità parlamentare». Ora resta da capire se il governo, tramite il ministro Maria Elena Boschi e la relatrice del ddl Riforme Anna Finocchiaro, continuerà a mantenere la propria posizione rilanciata in queste ore dal senatore a vita Giorgio Napolitano e ribadita anche dal vicesegretario del Pd Debora Serracchiani, in un’intervista a Repubblica: «Ci saranno i numeri, sicuramente». Auspica un dialogo con Forza Italia. «Se altre forze voteranno le riforme, questo non cambierà la maggioranza parlamentare».

RIFORMA SENATO, ROMANI (FI) «SE RENZI APRE A SENATO ELETTIVO TEMPI RAPIDI» - «Il Patto del Nazareno è morto. Finito. Ed escludo categoricamente che possano esserci le condizioni per un secondo patto tra Berlusconi e il segretario del Pd», ha ribadito il capogruppo di Forza Italia al Senato, Paolo Romani in un’intervista ad Avvenire. «Mi sembra che ci sia una maggioranza che vuole un Senato elettivo. Al premier, che corre il pericolo di non avere i numeri, dico di non avere paura ad aprire a queste modifiche e di fare i conti col buonsenso. Con tale soluzione non si riparte da zero, il bicameralismo perfetto finirebbe comunque, semplicemente la Camera alta manterrebbe la sua autorevolezza, partecipando all’elezione del presidente della Repubblica e dei membri del Csm…Se Renzi apre al Senato elettivo si procederà in tempi rapidi. Anche sul referendum: nessuno slittamento».

RIFORME SENATO: CALDEROLI TIENE IN SCACCO IL GOVERNO - Il paradosso? Nonostante il metodo del canguro, che permette di accelerare i tempi di discussione in aula, gli emendamenti sono talmente tanti che anche utilizzando i metodi anti ostruzionismo la situazione è comunque critica. Riporta il Corriere:

Sono 510.293 quelli presentati con fini ostruzionistici dall’instancabile vice presidente leghista Roberto Calderoli (in prima lettura era co-relatore mentre in questo terzo passaggio è rimasto al grado di soldato semplice) che li ha congegnati talmente bene da renderli indigeribili anche al «super canguro» regolamentare che in altre occasioni ha salvato la maggioranza. In altre parole, se Calderoli (che pure ha annunciato 6,5 milioni di emendamenti per l’aula) non ritorna sui suoi passi, la riforma rischia di finire nelle sabbie mobili. Eppure, per una sorta di eterogenesi dei fini, i 500 mila emendamenti di Calderoli (contenuti in 12 cd ma il regolamento prevede la stampa) potrebbero consentire alla maggioranza di saltare il passaggio in commissione per poi andare direttamente in aula a fine settembre.

(in copertina ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)

Fonte: Giornalettismo

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