Poi c'è il mistero legato alla sentenza del Tar del Lazio che aveva ordinato la sospensione immediata dell'apertura della discarica Vitiello, quella contro cui oggi i vesuviani protestano e si battono, rinviando ogni decisione a giugno 2010, cosa è successo poi? Gli ulteriori documenti chiesti dal Tar del Lazio, attui a stabilire se davvero ci fossero le condizioni, tecniche, logistiche e sanitarie, sono stati prodotti, presentati e da chi? Qui il testo del Tar del Lazio.
L'Avvocatura dello Stato aveva presentato una nota attribuita alla Presidenza del Consiglio con la quale dichiarava chiusa la fase di emergenza e pertanto ogni decisione in merito doveva essere di competenza della Provincia di Napoli. Bertolaso però ribadiva, nei giorni scorsi, a seguito del ritorno dei cumuli di rifiuti nelle strade di Napoli, che cava Vitiello deve essere aperta, per legge.
Chi comanda in Italia? Gli enti democratici, preposti al controllo del rispetto delle norme di trasparenza, hanno ancora una qualche valenza? Sembrerebbe di no.
«Un autocompattatore, adibito al trasporto di rifiuti urbani indifferenziati, è stato posto in fermo cautelativo presso la discarica “Cava Sari” a Terzigno – denuncia il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli – per la presenza a bordo di rifiuti radioattivi. Ci risulta che questo non sia l’unico caso e chiediamo con urgenza l’immediata verifica della tenuta stagna della discarica e il controllo da parte dell’Arpac del livello di contaminazione interna dovuta a eventuale presenza di rifiuti speciali. In particolare chiediamo il controllo della presenza di amianto, disseminato anche per la strada che porta alla discarica, di materiali radioattivi, solventi e prodotti chimici presenti nella discarica».
Emilio Borrelli ha ragione a dire che questo non è stato l'unico caso, già in passato, durante gli sporadici controlli, son stati rinvenuti carichi di rifiuti radioattivo, di origine ospedaliera, diretti nella discarica di Terzigno.
Se i controlli non fossero stati sporadici, ma continui, quanti carichi pericolosi si sarebbero rinvenuti?
Contemporaneamente a quanto sopra detto, la Dia di Napoli arresta l'avvocato Michele Santonastaso, con lui sono finiti in manette Michele Bidognetti, fratello del boss Francesco, e il capoclan del quartiere Vomero, Luigi Cimmino. Michele Santononastaso lesse in aula, per conto dei suoi clienti boss, un proclama contro lo scrittore Roberto Saviano, la giornalista Rosaria Capacchione e il magistrato Raffaele Cantone che con il loro lavoro stavano dando molto fastidio ai Casalesi. Tra gli arrestati anche due periti fonici, Alessandro Berretta e Alberto Fichera, secondo l’accusa predisposero una falsa relazione facendo ottenere l’assoluzione dei tre killer dei Cimmino e dei Bidognetti, imputati per un duplice omicidio in cambio di 120mila euro. Secondo i pentiti il regista dell’operazione è il penalista finito ieri in galera.
Il collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo indicava Luigi Cesaro "un fiduciario del clan Bidognetti". Aggiungendo tale dichiarazione: "Mi spiegarono che Luigi Cesaro doveva iniziare i lavori presso la Texas di Aversa e che in quell'occasione si era quantificata la mazzetta che il Cesaro doveva pagare al clan. Inoltre gli stessi avevano parlato con il Cesaro per la spartizione degli utili e dei capannoni che si dovevano costruire a Lusciano attraverso la ditta del Cesaro sponsorizzata dal clan Bidognetti". Questi gli uomini dello Stato oggi chiamati a decidere e gestire la Campania? Troppe ombre, troppe accuse, troppe assoluzioni, intanto Gomorra, opera.
Fonte: Agoravox Italia