martedì 31 gennaio 2012

Taglio di 700 euro allo stipendio dei deputati


Dopo mesi di polemiche e la strenua opposizione di molti deputati, l'Ufficio di presidenza della Camera ha stabilito che il taglio allo stipendio degli onorevoli sarà di 1.300 euro lordi al mese (circa 700 euro netti).

Niente male. Cosa ne pensate?

domenica 29 gennaio 2012

venerdì 27 gennaio 2012

27 gennaio: Giorno della Memoria. Per non dimenticare...



Oggi è il Giorno della Memoria, per commemorare le vittime del nazismo e del fascismo, dell'Olocausto. Il 27 gennaio del 1945 furono aperti i cancelli della città polacca di Auschwitz e fu svelato l'orrore del campo di sterminio, delle deportazioni, del genocidio nazista che causò la morte di milioni di persone, soprattutto ebrei. Ricordare la Shoah, conservare nel tempo la memoria di un periodo nero della nostra storia, per non dimenticare l'orrore e le vittime.

martedì 24 gennaio 2012

De Magistris rinviato a giudizio

Luigi De Magistris è stato rinviato a giudizio. L’accusa, per il sindaco di Napoli, è quella d’abuso d’ufficio. In pratica De Magistris avrebbe, quando ricopriva la carica di magistrato, acquisito irregolarmente i tabulati telefonici di alcuni parlamentari (come Prodi e Mastella) senza richiederne l’autorizzazione.

E' necessario che il sindaco di Napoli lasci il suo incarico? Apro una piccola parentesi. Sappiamo benissimo che in parlamento ci sono 20 condannati in via definitiva seduti sulle loro poltrone. C’è, ad esempio, un Cosentino che continua ad essere, nonostante un mandato d’arresto per concorso esterno in associazione camorristica, deputato della Repubblica Italiana, salvato dal voto della Camera. Allora mi chiedo: perché un 'semplice' rinvio a giudizio dovrebbe essere causa di dimissione?

Forse per la casta questo personaggio è scomodo perchè ha avviato una nuova era che può cambiare le cose per la città di Napoli.

giovedì 19 gennaio 2012

I Forconi in Sicilia, censurati dai TG

Abbiamo più volte sottolineato su queste stesse pagine, come la realtà costruita dai media mainstream si manifesti profondamente distonica rispetto al paese reale, fino al punto da costituire un vero e proprio mondo di fantasia, edificato a tavolino con la connivenza di pennivendoli ed anchor men compiacenti, con il solo scopo d’indirizzare l’opinione pubblica, laddove il potere finanziario e politico desidera che essa vada ad incagliarsi. Non desta pertanto il minimo stupore il fatto che alcune notizie vengano enfatizzate oltremisura, altre minimizzate, altre ancora semplicemente inventate (come dimenticare le fosse comuni di Gheddafi?) oppure ignorate completamente, senza alcun senso del pudore. 

Nonostante questa consapevolezza ha però del grottesco la cortina di omertà calata sulla protesta del movimento dei Forconi e di una composita serie di organizzazioni di autotrasportatori, pescatori, imprenditori agricoli e altre ancora, che da questa notte sembra stiano paralizzando parte del traffico della Sicilia, con l’intendimento di protrarre l’agitazione per almeno cinque giorni, per denunciare l’insostenibilità delle politiche economiche e finanziarie messe in atto e progettate dal governo Monti e più in generale lo stato di profonda prostrazione in cui stanno venendo a trovarsi un numero sempre maggiore di cittadini.

Scrivere “sembra” purtroppo è un esercizio che fa male…. 

perché la parola trasuda pressapochismo e scarsa professionalità, ma non potrebbe essere altrimenti, dal momento che le uniche notizie relative a quanto sta accadendo in Sicilia sono reperibili sui social network e su qualche blog giornalistico locale. Dove si parla di code agli svincoli delle principali arterie viarie siciliane e di cortei di protesta in alcune città, questo ad esempio è il video amatoriale di un corteo svoltosi a Gela. E queste in fondo all'articolo sono le dichiarazioni della signora Concetta, fattasi interprete di un accorato appello su facebook.

I media mainstream in queste stesse ore tacciono, reputando (e lasciando intendere) che in Sicilia non stia accadendo nulla che meriti attenzione, tutto tranquillo e nessun problema. Davvero la protesta in questione è una vicenda d’importanza ed incidenza così minimale da non meritare neppure un servizietto di 50 secondi, di quelli che comunemente vengono dedicati perfino al nuovo tatuaggio sfoggiato dal vip di turno? Oppure anche una piccola scintilla, in quest’Italia che per ordine di partiti e sindacati sta strisciando silenziosa ai piedi dell’usuraio, fa così paura da indurre la necessità di censurarla sul nascere, per non correre il rischio che qualche italiano ritrovi la dignità?

Forse lo sapremo fra poche ore o forse non lo sapremo mai, comunque se qualcuno è in grado di ragguagliarci in merito a quanto sta accadendo ed accadrà, si consideri il benvenuto. Se i giornalisti ormai hanno disertato, non resta altra speranza, se non quella che pochi volenterosi ne prendano il posto, con la speranza che essi possano raccontare almeno qualche scampolo di verità.

Fonte: IL CORROSIVO di marco cedolin

venerdì 13 gennaio 2012

La Lega Nord salva un camorrista


Ieri l'aula di Montecitorio a scrutinio segreto si è espressa contro l'arresto di Nicola Cosentino: i no sono stati 309 e i si 298. Nicola Cosentino dunque è salvo.

A salvarlo soprattutto la Lega Nord (che aveva annunciato poco prima di votare per il suo arresto).

Chi è Nicola Cosentino?

Nato a Casal di Principe, in provincia di Caserta, il 2 gennaio del 1959, Nicola Cosentino è coordinatore regionale del Pdl in Campania dal 2005. Nel 1980 diventa consigliere provinciale, nel 1995 consigliere regionale, l'anno dopo è eletto alla Camera per Forza Italia, riconfermato sino al 2008 con il Pdl. Nel quarto governo Berlusconi è sottosegretario all'Economia e Finanze, si dimette il 14 luglio 2010. Nel 2008 le prime accuse di collusione con la camorra: il boss pentito Carmine Schiavone parla di un patto elettorale con Cosentino. A settembre è accusato di aver avuto un ruolo nel riciclaggio di rifiuti tossici in Campania. Nel novembre 2009 i pm chiedono alla Camera l'autorizzazione a procedere con la custodia cautelare: richiesta respinta dalla Giunta. Il nome di Cosentino compare anche nell'inchiesta sulla 'nuova P2': la presunta loggia l'avrebbe favorito come candidato governatore in Campania nel 2010. L'ultima accusa, maturata in un'inchiesta della Dda di Napoli, è di essere il referente politico del clan dei Casalesi. Il tribunale emette la seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere, richiesta accettata dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere.

mercoledì 11 gennaio 2012

Parola d'ordine liberalizzare. Benvenuti nella giungla Italia


Liberalizzazione sinonimo di privatizzazione, apertura, autorizzazione, deregolamentazione, deregulation e tanti altri termini più o meno riconducibili alla cosiddetta fase 2 che il governo Monti intende intraprendere a breve.

Una di queste, lo ha annunciato proprio ieri alla trasmissione "Porta a Porta" il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, è la "liberalizzazione su tutti i settori come l'energia, le assicurazioni, i trasporti, le farmacie, i notai e perfino l'acqua". Un provvedimento che l'esponente istituzionale ha addirittura definito d'urgenza.

Pensare che vogliono liberalizzare perfino il servizio pubblico delle nostre risorse idriche, sul quale gli italiani si sono già espressi nel recente referendum respingendo con forza ogni forma di gestione privata. Ma siamo sicuri che questo governo stia intraprendendo la strada giusta per far ripartire la "crescita" del Paese, per riconquistare almeno un briciolo di credibilità all'estero? Obiettivo alquanto incerto almeno nel nostro Paese. La liberalizzazione - secondo il governo - sarebbe la giusta ricetta per rilanciare un'ipotetica concorrenza e quindi far ripartire l'economia italiana. Siamo davvero sicuri sia così?

Viviamo in Italia, in un sistema economico al cui interno la liberalizzazione finisce sempre per penalizzare soprattutto le piccole imprese che non ce la faranno a tenere il passo con i grandi. Sarà la solita guerra dei prezzi e anche degli orari ad armi impari. I primi, già ben radicati in un determinato settore, come ad esempio quello commerciale dove si continuerà ad abbattere i costi attraverso i soliti metodi: chi con la delocalizzazione importando a basso costo dai paesi orientali e da quelli dell'Est Europa, mentre i secondi saranno incapaci di tenere il passo sulla spietata concorrenza e si prospetterà l'inevitabile chiusura.

Si parla di liberalizzazione dei trasporti dimenticando la disastrosa deregulation del settore aereo, durante la quale si affacciarono compagnie private che dovevano essere a tutti i costi competitive secondo le leggi economiche del libero mercato. La deregulation alla fine provocò la cancellazione di regole basilari anche consolidate, come l'abbassamento della qualità dei servizi offerti, l'annullamento di tutele e garanzie dei lavoratori e nei confronti dell'utenza. Alcune compagnie low cost sono degli esempi emblematici sui danni che può provocare una selvaggia liberalizzazione, specie se non esistono delle regole di partenza ben definite e rispettate da tutti i soggetti.

E di regole ce ne sono ben poche quando liberalizzare e speculare vanno a braccetto. Non dimentichiamo anche il fenomeno antropologico della corruzione, uno dei mali italiani che anche quest'anno ha fatto scivolare il Paese al 67mo posto nella classifica di Transparency International e nemmeno la burocrazia, altro male che rallenta se non addirittura blocca completamente il sistema Italia.

Anche le cosiddette corporazioni verranno toccate e per questo alcuni dei loro appartenenti sono già in fibrillazione, pronti a dar battaglia fino all'ultimo sangue. Come quella dei tassisti, le cui difese saranno appoggiate dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, come ha annunciato questa mattina durante un'intervista. Insomma anche qui ampliare l'offerta attraverso escamotage alquanto discutibili, come quello di regalare una licenza ai tassisti in modo che la possano rivendere per recuperare il valore della licenza originale. Insomma ricette che lasciano basiti per la mancanza a monte di semplici regole impostate fin dall'inizio, in cui lo stato avrebbe dovuto avere un controllo molto più rigido sulla vendita di tutte le professionalità che ora vengono coinvolte.

E poi ci sono le farmacie, i notai, i distributori di benzina, in cui - sempre secondo Catricalà - sarà necessario aumentare la "pianta organica", aumentando di conseguenza la concorrenza fra professionisti per consentire ai clienti di poter usufruire di prezzi più a buon mercato. Ritorniamo al solito punto.

Insomma benvenuti nella giungla delle privatizzazioni dove il più furbo avrà la meglio.

Fonte: Dazebao

lunedì 9 gennaio 2012

Nigeria: uccisi 28 cristiani in due giorni, nuovo attacco dei Boko Haram

Nuova strage di cristiani in Nigeria perpetrata dagli estremisti islamici della setta Boko Haram. Ieri un gruppo armato ha fatto irruzione in una casa di un villaggio a nord-est del Paese, sparando all’impazzata, mentre un gruppo di persone partecipava ad una veglia funebre di uno dei cristiani assassinati il giorno prima in una chiesa. Il bilancio è di 17 persone uccise. Nella serata uomini armati hanno aperto il fuoco in una chiesa a Yola, sempre nel nord est della Nigeria, uccidendo otto fedeli.

I miliziani islamici del Boko Haram, attraverso il loro portavoce Abul Qaqa, hanno subito rivendicato il duplice attentato contro i cristiani. Con gli attacchi di ieri è salito a 28 il numero dei cristiani uccisi in soli due giorni, dopo la scadenza dell’ultimatum, con il quale la setta islamica ingiungeva i cristiani residenti nel nord del Paese ad abbandonare la proprie case e la propria terra.

Fonte: Frontierenews.it

domenica 8 gennaio 2012

L’accesso a Internet è un diritto umano


- Guido Scorza - 

Il titolo – probabilmente più che il contenuto – dell’articolo di Vint Cerf sul New York Times secondo il quale “l’accesso a internet non è un diritto umano” ha risvegliato la Rete dal torpore delle vacanze natalizie.

La discussione sul ruolo di Internet nella società del XXI secolo è sempre stimolante e, ad un tempo, importante specie se ad aprirla è – come in questo caso – uno dei padri della Rete.

Francamente, tuttavia, in questo caso l’affermazione di Cerf ed il dibattito che ne è scaturito appaiono intrisi di un’importante componente di demagogia e sensazionalismo che rischiano di creare confusione.

Se l’affermazione di Cerf voleva essere una provocazione o un modo per richiamare l’attenzione della comunità internazionale sulla circostanza che Internet è “solo” un mezzo per l’esercizio di diritti e libertà e non essa stessa un diritto o una libertà, essa è pienamente condivisibile e, forse, anche opportuna.

Se, invece, Cerf ha effettivamente inteso mettere in discussione il principio secondo il quale l’accesso a internet – e non Internet in quanto tale – nel XXI secolo è un diritto umano, allora – con tutta l’umiltà necessaria quando si affronta un tema tanto delicato, specie muovendo dall’affermazione di suo profondo conoscitore – credo che la posizione non sia neppure sostenibile in linea teorica.

L’art. 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, infatti, prevede che “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.”.

Ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo è, dunque, incontrovertibilmente, un diritto dell’uomo.

Internet – lo scrive lo stesso Cerf – è un mezzo che serve, tra l’altro, a “ricevere e diffondere informazioni e idee”.

L’accesso a Internet è una condizione essenziale per il suo utilizzo come mezzo per la ricezione e la diffusione di informazioni ed idee.

Che l’accesso a internet sia un diritto dell’uomo è, dunque, una conclusione quasi sillogistica.

Impossibile sostenere il contrario senza rimettere in discussione il contenuto dell’art. 19 della Convenzione dei diritti dell’uomo: ogni uomo ha diritto ad utilizzare ogni mezzo per ricevere e diffondere informazioni ed idee.

Internet non è un diritto dell’uomo – ma questo lo sapevamo già prima che ce lo ricordasse Cerf dalle colonne del New York Times – ma l’accesso a Internet lo è e, francamente, il ragionamento secondo il quale non dovrebbe esserlo perché Internet è “solo” uno strumento “passeggero” nell’esistenza umana mi sembra viziato e motivo di pericolosi fraintendimenti.

Non si discute dell’opportunità di inserire l’accesso a Internet in una Costituzione o in una legge nazionale – questione in relazione alla quale ha senso, forse, interrogarsi sulla transitorietà di Internet rispetto all’esistenza umana – ma della possibilità di far rientrare l’accesso a Internet tra i diritti dell’uomo già riconosciuti come tali.

In questi termini la questione dovrebbe avere una soluzione diversa da quella suggerita da Cerf: che ragione c’è per ritenere che l’utilizzo di Internet non dovrebbe costituire un diritto dell’uomo se si parte dal presupposto che ogni uomo ha certamente il diritto di ricevere e diffondere informazioni attraverso ogni (altro) mezzo?

L’accesso a Internet, nel XXI secolo è (IMHO) un diritto dell’uomo.

http://blog.wired.it/lawandtech/2012/01/06/laccesso-a-internet-e-un-diritto-umano.html

http://www.guidoscorza.it/?p=2991

giovedì 5 gennaio 2012

Auguri Peppino


Oggi, 5 gennaio, Peppino Impastato avrebbe compiuto 64 anni. Peppino era un militante della sinistra extraparlamentare. Sin da ragazzo si era battuto contro la mafia, denunciandone i traffici illeciti e le collusioni con la politica. Il 9 maggio del 1978 nel piccolo paese di Cinisi, a 30 km da Palermo, viene ucciso. Il suo corpo viene dilaniato da una carica esplosiva posta sui binari della tratta Palermo-Trapani. A far uccidere Peppino fu Gaetano Badalamenti, il capo di Cosa Nostra negli anni settanta.

lunedì 2 gennaio 2012

Asta ad 1 € e ticket per nessuno. L’idea di Gino Strada per salvare il San Raffaele

Il San Raffaele ha un buco di 1,5 miliardi di euro, portato al crac dal suo fondatore, don Verzé. Ora però è importante salvarlo. Non si può lasciare fallire una delle maggiori e migliori strutture sanitarie presenti sul territorio italiano. Come ha osservato Ignazio Marino sul suo sito: “L’Istituto concentra risorse e intelligenze che devono essere protette e garantite”. E tra l’asta e le varie proposte, mi salta all’occhio una di quelle di spicco. Tempo fa, Gino Strada fu ospite di Che tempo che fa di Fazio. Il fondatore di Emergency dichiarava essere disposto ad impegnarsi lui personalmente, e a nome dell’associazione, a partecipare all’asta del San Raffaele offrendo 1 euro. Sostiene: “Il ministero della sanità potrebbe acquisire una struttura, decidere che budget ritiene opportuno per farla funzionare, e noi potremmo impegnarci come Emergency, servendoci dell’abile personale che già c’è nel San Raffele, facendo una cosa molto bella e che serva alle persone. Non facendo pagare neanche un centesimo di ticket anche quando sarebbe dovuto e che a fine anno è in attivo“. 

Insomma, il Grande Gino, con le sue iniziative ci stupisce ancora. Una proposta che si potrebbe cogliere al balzo. Si farebbe una cosa eccezionale e gratuita per tutti e nello stesso tempo il San Raffaele potrebbe tornare a respirare.

Fonte: Antonio Lo Mastro

domenica 1 gennaio 2012

Buon Anno



Auguro a tutti i lettori, assidui o frequentatori, e a tutti i blog amici di trascorrere un sereno e felice Anno Nuovo  


Andrea De Luca