martedì 31 dicembre 2013

Perchè non scorderemo il 2013


Il 2013 è stato un anno pieno di fatti ed eventi significativi. Ecco alcuni dei più importanti, suddivisi per mesi. 

GENNAIO

  • L'Irlanda assume la presidenza di turno dell'Unione europea.
  • Scompare a Los Roques un aereo turistico con a bordo 6 italiani tra cui Vittorio Missoni.
  • La Francia interviene militarmente in Mali per fermare l'avanzata dei ribelli islamici legati ad al-Qaida.
  • L'Australia annuncia che ritirerà le sue truppe dall'Afghanistan entro la fine del 2013, e non più nel 2014 come inizialmente previsto.
  • Crisi degli ostaggi in Algeria: circa 30 militanti di al-Qaida sequestrano circa 700 lavoratori di diversa nazionalità.
  • Il Turkmenistan annuncia di voler iniziare il procedimento per aderire all'Organizzazione mondiale del commercio. Se entrasse nell'organizzazione, ne diventerebbe il membro numero 158.
  • Santa Maria (Rio Grande do Sul): nel centro cittadino un violento incendio in una discoteca provoca 238 morti e 124 feriti.

FEBBRAIO

  • Dopo che il test del DNA ha dato esito positivo, viene annunciato che i resti rinvenuti il 12 settembre 2012 sono effettivamente quelli di Riccardo III d'Inghilterra.
  • Un violento terremoto di magnitudo 8 colpisce le isole Salomone provocando uno tsunami.
  • Il papa Benedetto XVI annuncia le sue dimissioni dall'incarico di pontefice.
  • Si tiene a Sanremo il 63º Festival della canzone italiana. Nella categoria Campioni vince Marco Mengoni con il singolo L'essenziale, tra i Giovani trionfa Antonio Maggio con Mi servirebbe sapere. 
  • Un meteorite esplode sopra la Russia, causando 1491 feriti.
  • Elezioni politiche in Italia ed elezioni regionali in Lombardia, Molise e Lazio.
  • Ha inizio la sede apostolica vacante dopo l'abdicazione di papa Benedetto XVI.

MARZO

  • Napoli: un violento e vasto incendio colpisce la Città della scienza, provocando la perdita di quasi tutti i beni contenuti al suo interno.
  • Si diffonde la notizia del ritrovamento di cesio-137 in 27 cinghiali abbattuti in Valsesia in provincia di Vercelli: seguiranno altri accertamenti che evidenzieranno altri casi simili in tutta Europa e che gli esperti imputano come conseguenza del Disastro di Černobyl'.
  • Si apre il Conclave per l'elezione del successore di Papa Benedetto XVI.
  • Le Isole Falkland in seguito ad un referendum rimangono sotto la sovranità britannica.
  • Si chiude il Conclave. Risulta essere eletto come successore del pontefice emerito Papa Benedetto XVI il cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, il quale assume il nome di Francesco.

APRILE

  • A Monza viene inaugurato il tunnel urbano più lungo d'Italia.
  • Due bombe esplodono durante la maratona annuale di Boston, provocando 3 morti e circa 170 feriti.
  • Giorgio Napolitano viene rieletto Presidente della Repubblica Italiana, divenendo il primo presidente nella storia della Repubblica ad ottenere un secondo mandato.
  • Bangkok è Capitale mondiale del libro per un anno.
  • Enrico Letta assume l'incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri.
  • Sparatoria davanti a Palazzo Chigi avvenuta durante il giuramento al Quirinale da parte dei ministri del Governo Letta. Nell'attentato rimangono feriti due carabinieri e una donna.
  • La regina Beatrice dei Paesi Bassi, nel 33º anniversario del suo regno, abdica in favore del figlio Guglielmo Alessandro.

MAGGIO

  • Nei Paesi dell'Eurozona entra in circolazione la nuova banconota da €5 della "Serie Europa".
  • Su Rai 1 va in onda dopo 36 anni, 4 mesi e 6 giorni una nuova versione di Carosello: Carosello Reloaded. L'ultima volta che fu trasmessa la prima versione era il 1º gennaio 1977.
  • Tragedia nel Porto di Genova: la nave cargo Jolly Nero urta la torre di controllo del porto, con il conseguente crollo di quest'ultima e un bilancio provvisorio di 9 morti, 4 feriti e 2 dispersi.
  • Un violento tornado devasta Oklahoma City, provocando 24 vittime e danni stimati di 3 miliardi di dollari.
  • A Palermo viene proclamato beato don Pino Puglisi. È il primo caso di martire ucciso dalla mafia.

GIUGNO

  • Si scatenano violente proteste in tutta la Turchia, causando svariati morti e migliaia di arresti.
  • Edward Snowden svela dettagli sull'esistenza di diversi programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico.

LUGLIO

  • La Croazia aderisce all'Unione europea.
  • La Lituania assume la presidenza di turno dell'Unione europea.
  • Colpo di stato in Egitto. Il presidente Mohamed Morsi viene messo agli arresti domiciliari dai militari della Guardia Repubblicana egiziana e portato in una caserma, che verrà recintata con barriere protettive e filo spinato. Stessa sorte subiscono diversi leader del movimento politico dei Fratelli musulmani. L'esercito sorveglia piazza Tahrir, piazza principale della capitale, e posiziona decine di blindati all'università del Cairo. Gli Stati Uniti hanno invitato entrambi le parti, governo e forze armate, ad avviare negoziati che portino ad una soluzione pacifica.
  • Egitto: Adli Mansur viene nominato nuovo Presidente ad interim. La sua prima decisione è sciogliere il Parlamento, in attesa di nuove elezioni da svolgersi in data da destinarsi. Numerose città (tra le quali Alessandria, Giza e lo stesso Cairo) sono teatro di scontri tra i Fratelli musulmani e la Guardia Repubblicana, il conto è di 30 morti e 200 feriti.
  • In Nigeria, a Mamud, nello stato di Yobe, un gruppo armato di estremisti islamici fa irruzione in una scuola radunando nel dormitorio dell'istituto numerosi studenti e insegnanti. 42 persone vengono bruciate vive, tra loro 28 sono studenti.
  • In Canada, nel Québec, avviene il disastro ferroviario di Lac-Mégantic: un treno-cisterna che trasportava petrolio è deragliato provocando l'esposione di alcuni vagoni. Esplosione molto potente che si è divagata in tutta Lac-Mégantic distruggendo almeno 30 edifici. Il bilancio è di 42 morti accertati e di 5 dispersi.
  • Stati Uniti, il Volo Asiana Airlines 214 si schianta all'Aeroporto Internazionale di San Francisco. Il volo proveniente dall'Aeroporto Internazionale Incheon di Seul era operato da un Boeing 777-200ER della compagnia. A bordo c'erano 291 passeggeri e 16 membri dell'equipaggio. Il bilancio è di 2 morti e oltre 60 feriti di cui 10 in gravi condizioni.
  • XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro.
  • In Spagna avviene l'incidente ferroviario di Santiago di Compostela. Un treno ad alta velocità di RENFE proveniente da Madrid e diretto a Ferrol deraglia in una curva circa 3 km prima della stazione di Santiago di Compostela a causa dell'eccessiva velocità di 190 km/h quando il limite imposto era di 80 km/h. Il deragliamento ha causato la morte di 79 persone e più di 140 feriti. 28 luglio
  • A Monteforte Irpino (AV), in Italia, un pullman proveniente da San Giovanni Rotondo, in Puglia, e diretto a Napoli precipita da un viadotto dell'autostrada A16 causando la morte di 40 persone.

AGOSTO

  • Silvio Berlusconi viene condannato in via definitiva a quattro anni di reclusione per frode fiscale.
  • Serie di attacchi terroristici in diverse città dell'Iraq, tra cui Baghdad, Karbala, Nassiriya e Kirkuk, causano più di 70 morti nel giorno di festa dopo il Ramadan.
  • In Egitto la giunta militare guidata dal generale Abd al-Fattah Khalil al-Sisi sgombera con la forza i sit-in pro Morsi dei Fratelli Musulmani nei pressi della moschea di Rabaa al-Adawiya e di Nasr City, vicino all'università della capitale: almeno 638 i morti. Il vicepresidente ad interim El Baradei si dimette; viene proclamato il coprifuoco e lo stato di emergenza per almeno un mese. La comunità internazionale condanna l'azione repressiva dell'esercito e teme la guerra civile.
  • Utilizzo del gas Sarin da parte delle forze lealiste contro i ribelli in Siria.

SETTEMBRE

  • In Australia si tengono le elezioni federali, Tony Abbott del Partito Liberale diviene primo ministro.
  • In Norvegia si tengono le elezioni parlamentari; Erna Solberg del Partito Conservatore succede a Jens Stoltenberg come Primo ministro della Norvegia.
  • La Costa Concordia viene raddrizzata, con varie operazioni durate 19 ore, dopo un anno e mezzo di stato di semi-relitto all'Isola del Giglio.
  • In un centro commerciale di Nairobi, in Kenya, una sparatoria al centro commerciale Westgate causata dai militanti di Al-Shabaab causa 72 morti e 175 feriti.

OTTOBRE

  • Tragedia di Lampedusa: nel Mar Mediterraneo, a poche miglia da Lampedusa, un barcone proveniente dalla Libia si incendia provocando più di 300 morti. In Italia viene proclamato il lutto nazionale il 12 ottobre.
  • Nel Canale di Sicilia, si rovescia un barcone con oltre 250 migranti. Il bilancio provvisorio parla di 38 morti, 147 superstiti e 50 dispersi.
  • In un tempio del Madhya Pradesh, nell'India centrale, a causa di un'improvvisa ressa, perdono la vita 89 persone, tra cui donne e bambini. Circa 100 i feriti.
  • In India, il ciclone Phailin, con venti superiori a 200 km/h, provoca la morte di un numero contenuto di persone grazie alla massiccia evacuazione predisposta dalle autorità.
  • A Carmen, nelle Filippine, un terremoto di magnitudo 7,1 della scala Richter ha provocato numerosi danni all'isola di Bohol, e più di 170 morti.
  • Un aereo ATR 72 della compagnia Lao Airlines precipita sul fiume Mekong, nel Laos meridionale causando la morte di 44 persone tra passeggeri e membri dell'equipaggio.
  • Viene venduto il violino di Wallace Hartley trovato nel relitto del RMS Titanic nel corso di marzo alla cifra di 900.000 sterline.
  • Niger, trovati nel deserto del Sahara 35 corpi di migranti morti di sete perché il camion nel quale viaggiavano per raggiungere l'Algeria e da lì l'Europa si è guastato. 19 persone sono sopravvissute.
  • Il Nucleo investigativo dell'Arma di Roma arresta 5 persone per sfruttamento minorile. È iniziato lo scandalo baby prostitute, ragazze di 14-15 anni che si prostituiscono in cambio di ricariche telefoniche o droga.
  • Viene inaugurato a Istanbul il Marmaray, che transita sotto il Bosforo, divenendo il primo tunnel sottomarino a collegare due continenti, Europa ed Asia.
  • Niger, trovati nel deserto del Sahara a pochi chilometri dal confine con l'Algeria 87 corpi di migranti, dei quali 48 erano di bambini e 37 donne. I migranti, secondo fonti dell'esercito nigerino sarebbero tutti morti a inizio ottobre.

NOVEMBRE

  • Stati Uniti, a Los Angeles un agente fuori servizio apre il fuoco all'interno del Terminal 3 dell'Aeroporto Internazionale di Los Angeles, uccidendo un agente in servizio e ferendo altre 7 persone prima di essere ucciso a sua volta dalla polizia.
  • Grecia, uccisi due militanti di 20 e 23 anni del partito di estrema destra Alba Dorata davanti alla sede di Atene. Secondo la polizia si tratta di un'azione terroristica.
  • New York, viene eletto sindaco Bill de Blasio.
  • Il tifone Haiyan si abbatte sulle Filippine causando la morte di oltre 10.000 persone.
  • New York, un trittico di Francis Bacon dal titolo "Three Studies of Lucian Freud", è stata venduta all'asta per 142,4 milioni di dollari, diventando l’opera d’arte più costosa di tutti i tempi.
  • Il Volo Tatarstan Airlines 363, proveniente dall'Aeroporto di Mosca-Domodedovo, operato da un Boeing 737-500 della Tatarstan Airlines, è precipitato in picchiata durante l'atterraggio all'Aeroporto di Kazan', in Russia. Tutti i 44 passeggeri e i 6 membri dell'equipaggio sono morti.
  • Una serie di 81 tornado colpiscono gli Stati Uniti medio occidentali causando la morte di 8 persone, principalmente nell'Illinois.
  • A Parigi, in Francia, un uomo entra armato in uno studio televisivo e successivamente nella sede del quotidiano Libération ferendo gravemente un reporter con colpi d'arma da fuoco. Le ricerche dell'uomo si sono concluse la sera del 20 novembre con l'arresto, dopo una maxi-caccia all'uomo per tutta l'area metropolitana di Parigi durata oltre 48 ore.
  • Il ciclone Cleopatra travolge la Sardegna, in Italia, provocando inondazioni in tutta l'isola, in particolare ad Olbia e provincia e nelle aree di Nuoro e Oristano, causando la morte di 16 persone.
  • In Giappone, l'attività di un vulcano forma una nuova isola di circa 200 metri, che potrebbe essere destinata a crescere di dimensioni.
  • Il tetto di un supermercato Maxima XX a Riga – capitale lettone – è crollato per un'esplosione, uccidendo 50 persone. Il negozio è stato costruito nel 2011. È la più grave tragedia della Lettonia post-sovietica.
  • In occasione del cinquantesimo anniversario della serie televisiva britannica Doctor Who, la BBC ha trasmesso uno speciale in mondovisione
  • Il Senato della Repubblica Italiana approva la decadenza di Silvio Berlusconi da Senatore.
  • L'attore Paul Walker e il suo amico Roger Rodas muoiono in un incidente stradale.

DICEMBRE

  • Muore Nelson Mandela.
  • Sud Sudan: un gruppo di soldati alleati all'ex-presidente Riek Machar lanciano un attacco contro il quartier generale dell'esercito. Il presidente Salva Kiir Mayardit dichiara che il governo ha la situazione sotto controllo e dichiara il coprifuoco a Giuba, la capitale.
  • Durante una rappresentazione crolla il tetto di un teatro a Londra. I feriti sono più di 700, ma non c'è stata nessuna vittima.
  • Forze speciali ugandesi accorrono in soccorso del governo del Sud Sudan, mettendo in sicurezza la capitale e con l'incarico di evacuare i propri connazionali e ripristinare la normalità nella regione se possibile.
  • A Beirut scoppia un'autobomba che uccide l'ex primo ministro delle finanze libanese Mohamad Chatah ed altre 7 persone.
  • In India scoppia un incendio in un vagone ferroviario, che causa almeno 25 morti.
  • A Volgograd una donna cecena si fa esplodere nella stazione ferroviaria, causando la morte di 18 persone e il ferimento di 40. In meno di 24 ore avviene un secondo attentato a Volgograd su di un autobus, dove un uomo si fa esplodere uccidendo 14 persone.



Elenco tratto da Wikipedia

venerdì 27 dicembre 2013

I Forconi e la rivoluzione "morbida" dalla Casta

Nessuna rivoluzione, almeno per il momento. I tanto temuti Forconi si sono dissolti come neve al sole. Quel sentimento di protesta collettiva ha dovuto fare i conti con capi-popolo improvvisati, subito sottoposti alla gogna mediatica, e con un Movimento spaccatosi proprio nel momento decisivo in cui la protesta stava per giungere alla capitale.

La Casta invece, sentendosi minacciata, si è compattata: politici, sindacati, giornalisti e media in generale hanno fatto fronte comune. Sono stati sufficienti alcuni editoriali con richiami spropositati alla deriva fascista e una legge che forse in futuro ridurrà i finanziamenti pubblici ai partiti, posta come specchietto per le allodole, a cura dei nostri politici.

Gli italiani, intesi come popolo, denotano evidenti difficoltà di coesione. Essi si limitano a contestazioni di settore isolate: ognuno per sé e Dio per tutti insomma. Tuttavia, mentre stava prendendo corpo una protesta di massa, ecco i soliti facinorosi infiltrati che riescono a trasformare un'iniziativa pacifica e legittima in pericolosa guerriglia urbana. Un vero autogol insomma: abbiamo dato ragione a coloro che avvertivano sui rischi di un’escalation violenta.

Forse ancora non siamo giunti al punto di non ritorno, oppure il popolo si è lasciato ingannare per l'ennesima volta dalle promesse di ripresa per il 2014; devolute gratuitamente dal nostro premier, Enrico Letta. Il simpatico Renzi ha fatto la sua parte con i suoi proclami populisti alla "rottamazione". Il gioco è fatto: un'altra tenue flebo di fiducia, sufficiente affinché la Casta superi indenne almeno le festività natalizie.

Eppure basterebbe poco per mettere alla porta l'intero "sistema": non serve una rivoluzione francese, non c'è una Bastiglia da liberare, c'è solo una Nazione che vuole riappropriarsi di sogni e speranze per il futuro. Basterebbe che qualche milione d'italiani si riunisse davanti a Montecitorio, pacificamente ma in maniera costante (modello Gandhi), fin quando la Casta non prendesse atto di essere stata ufficialmente licenziata per ordine del popolo sovrano.

Fonte: AgoraVox Italia

mercoledì 25 dicembre 2013

Buon Natale


Auguro a tutti i lettori, assidui o frequentatori, e a tutti i blog amici di trascorrere un sereno e felice Natale


Andrea De Luca

sabato 21 dicembre 2013

L’uso di Internet dal tablet è meno del 5% a livello globale


Sappiamo bene quanto i dispositivi mobili siano in continua diffusione, ma oggi grazie a StatCounter vediamo l’uso di internet che ne fanno gli utenti attraverso lo smartphone e il tablet. E scopriamo che a Novembre 2013 l’uso del web dai tablets è stato meno del 5% a fronte del 19,1% dagli smartphones. Dati quasi simili per quanto riguarda l’Italia

Parliamo spesso della diffusione dei dispositivi mobili e di come questi stiano modificando radicalmente le nostre abitudini. Bene, con l’ausilio dei dati che qualche giorno fa ha diffuso StatCounter, una delle aziende più importanti per la web analytics, vediamo l’uso del web attraverso i dispositivi mobili, smartphone e tablets, da parte degli utenti a livello globale e anche a livello italiano.

Nel mese di Novembre 2013 a livello globale l’uso di internet dai tablets è stato solo del 4,8%, decisamente inferiore al 19,1% dagli smartphones. Domina di conseguenza ancora il desktop, infatti sempre a livello globale l’utilizzo di internet è del 76%. E StatCounter Global Stats riporta anche che l’iPad di Apple è il tablet in assoluto più utilizzato. Samsung, l’altro grande brand, da questo punto di vista risulta molto più distaccato ed è secondo con un distacco davvero notevole. Infatti Apple ha una quota di mercto pari al 74,5%, comunque in calo rispetto al 2012 quando aveva 82,7%, mentre Samsung si attesta al 10,85%, in crescita rispetto al 2012 quando aveva l’8%.



Quindi, nonostante la grande diffusione dei dispositivi mobili e nonostante questi stiano per sostituire in termini di utilizzo i vecchi e cari pc, il dato poi risulta sorprendente quando lo si guarda in ottica di uso della rete attraverso questi dispositivi. E se guardiamo paesi con alta concertazione e diffusione del mobile, i dati non cambiano. Negli Usa l’suo di internet da tablets è del 6,8%, invece in UK è del 9,6%. E in Italia?



In Italia a Novembre 2013 l’uso di internet da tablets è del 4,95% quindi perfettamente in linea con il dato globale, mentre per quanto riguarda gli smartphone è del 10%. In Italia gli utenti navigano il web per l’85% da desktop, anche se questo dato è in calo rispetto allo stesso periodo del 2012 quando era del 91%.

Per quanto riguarda i vendors di tablets, anche in Italia Apple è leader assoluto con una quota di mercato del 69% mentre Samsung segue con il 18,3%, in crescita rispetto al 10,8% del 2012.


Francesco Russo

Fonte: InTime Condivido per Comunicare

giovedì 19 dicembre 2013

Tra perbenismo e ipocrisia, nel calcio italiano è caccia al tifoso

Martedì la Corte d’Appello di Napoli ha confermato, pur modificandone l’entità, le condanne per Calciopoli e nello stesso giorno è stato reso noto che molte partite italiane sono sotto l’obiettivo della procura di Cremona per quella che sembrerebbe essere una coda dello scandalo scommesse che aveva già colpito il nostro calcio nei mesi scorsi.

La sensazione per gli appassionati è che il calcio italiano viva da troppo tempo in uno stato di perenne incertezza. Eppure un elemento certo c’è: i tifosi sono gli unici a pagare. Così a fianco alle notizie ricordate poco sopra abbiamo letto della squalifica delle curve di Roma e Inter per razzismo e discriminazione territoriale e, tanto per essere chiari sin da subito, a suonare assurdi e inaccettabili sono sia l’accostamento che le stesse squalifiche.

La considerazione comune alle due vicende riguarda l’assurda chiusura di un intero settore dello stadio per il comportamento di una minoranza, per di più in trasferta: come si può accettare che un tifoso, dopo aver pagato in anticipo per un servizio, si veda poi proibita la possibilità di usufruire di quello stesso servizio per colpe non sue?

È come se, pagato il biglietto del cinema, una volta entrati in sala ci si trovasse nella stessa fila di un disturbatore e la maschera, invece di allontanare solo il disturbatore, imponesse a tutta la fila di uscire dalla sala e non vedere il film. Chi accetterebbe serenamente un’imposizione di questo tipo? Detto questo i due casi di Roma e Inter sono differenti ma entrambi paradigmatici dell’ipocrisia che affligge il calcio italiano (e forse non solo il calcio).

I tifosi della Roma in trasferta a Milano sono stati puniti perché, scrive il giudice sportivo, hanno intonato “a gran voce per due volte il coro Rossoneri squadra di neri” e per aver indirizzato “per alcuni secondi numerosi ed intensi – Buuu- verso il calciatore della soc. Milan Mario Balotelli (n. 45) in occasione di un calcio di punizione battuto dallo stesso fuori dall’area di rigore della squadra romanista”. Peccato che nel primo caso il coro, come facilmente verificabile da diversi video postati sui social network, fosse decisamente diverso e di stampo tutt’altro che razzista (“Rossoneri Carabinieri”).

E peccato che i “buu” a Balotelli non paiono frutto di razzismo, almeno non di razzismo come vogliono farci credere: Balotelli viene insultato per il suo atteggiamento, non per il colore della sua pelle. Tant’è che molti tifosi della Roma raccontano di aver rivolto gli stessi cori al “bianchissimo” Kakà, “reo” di un atteggiamento poco sportivo.

Certo non è da escludere che possa esserci qualche imbecille che ancora possa insultare un uomo per il colore della pelle, ma non pare questo il caso, soprattutto perché una tifoseria che coprì di “buuu” il giocatore più bianco della storia del calcio italiano – Ingesson del Bologna- e che abitualmente non insulta i giocatori di colore delle squadre avversarie non può essere considerata razzista (diverso il discorso per chi si è reso protagonista di numerosi e variegati episodi di razzismo, come i tifosi che quando la Roma non gioca in casa occupano la curva nord dell’Olimpico).

I tifosi dell’Inter sono stati invece puniti per aver cantato dei cori contro Napoli e i napoletani, inquadrabili nella fattispecie della “discriminazione territoriale”. Peccato, anche qui, gli stessi tifosi del Napoli abbiano esposto nei mesi scorsi, quando il caso “discriminazione territoriale” è esploso, uno striscione auto-offensivo a testimoniare che forse non si è capito, o voluto capire, lo spirito dei cori da stadio.

Questa è la nostra cultura del tifo, non inferiore a quella di nessun altro Paese, eppure i tifosi italiani vengono ormai abitualmente trattati come dei criminali e tenuti sotto osservazione come degli animali pericolosi. Non bisogna negare che anche nel mondo del tifo ci siano dei problemi gravi (gli episodi di violenza, i veri episodi di razzismo, dei rapporti non sempre chiari tra ultras e società) ma è quantomai ipocrita additare a prescindere i tifosi di calcio come soggetti pericolosi, instabili o estranei al mondo civile. Ed è ancora più ipocrita in un Paese in cui, ad esempio nell’arena politica, si è giustificata e si continua a giustificare la vera discriminazione territoriale e la vera violenza verbale. Ma in fondo è facile farsi prendere dall’ipocrisia e lasciarsi andare alle categorizzazioni, tanto chi li difende quei volgari dei tifosi? L’alternativa sarebbe affrontare senza pregiudizi, senza perbenismo e con spirito critico il problema, ma forse per farlo dovrebbe cambiare non tanto la cultura sportiva, quanto la cultura civica e politica del nostro Paese. Ma, come si dice, questa forse sarebbe tutta un’altra partita.

Fonte: Diritto di critica

lunedì 9 dicembre 2013

La foto e i video del giorno

Presidi e manifestazioni in tutta Italia in questo 9 dicembre per la protesta, pacifica, dei forconi e di tantissimi cittadini comuni contro il Governo e lo Stato. I mass media parlano solo di scontri e tafferugli tra manifestanti e forze dell'ordine, ma a Torino, ad esempio, oggi accade anche questo:


Giovani manifestanti abbracciano un poliziotto. Un immagine emblematica. Inoltre, sempre a Torino, i poliziotti si sono tolti i caschi e si sono schierati insieme alla gente, tra gli applausi dei manifestanti. Ecco alcuni video:





Link: Torino, la polizia toglie il casco tra gli applausi dei manifestanti (da Repubblica)

Renzi ha vinto le primarie. Ma non è la morte della sinistra

La sinistra italiana è morta. Anzi, no. La vittoria schiacciante di Matteo Renzi, primo segretario del Pd – eletto da un congresso o attraverso le primarie – di estrazione democristiana segna la fine di una classe dirigente che ha vinto in passato, ma che è riuscita spesso a distruggere tutto, da sola. Una classe dirigente che ieri non è riuscita a mandare a casa Berlusconi, principalmente per propri demeriti, e che oggi se ne va via con lui.

Fine della sinistra? Molti sono pronti a cantare il de profundis della sinistra italiana. Ma questa continua ad esistere e forse ieri si è anche rafforzata. Perché la vittoria di Renzi mette fuori gioco le “cassandre dell’inciucio”, di quelli di “sinistra” che poi con il “nemico” sono scesi a patti e hanno dato il via prima al governo Monti e poi a quello Letta. Il voto al sindaco di Firenze è un voto di chiarezza: gli elettori del Pd vogliono una volta per tutte archiviare le larghe intese e avere una linea chiara su tutto. La stessa Sel di Nichi Vendola oggi si sente “più vicina politicamente al Pd di Renzi, seppur più distante culturalmente”. Perché in fondo essere di sinistra significa fare cose di sinistra non indossare una maglia rossa o appiccicarsi addosso il bollino doc.

D’Alema bye bye. La fine di questa classe dirigente è segnata. Una classe dirigente conservatrice, spesso ricca di preziose competenze ma succube di un sindacato capace solo di garantire i garantiti e latitante nella difesa dei precari e dei giovani. Ma soprattutto una classe dirigente succube della sua storia collettivista dove molto spesso è mancato un leader. E se molti nel Pd-Ds-Pds-Pci non hanno mai voluto avere un vero capo, l’importanza di un leader oggi, in una realtà completamente mutata rispetto a 30 anni fa, con un elettorato quasi completamente mobile, è fondamentale nelle comunicazione politica e nella riduzione dei conflitti interni che spesso hanno rappresentato più che fonte di dibattito, l’impressione di un partito confuso e litigioso.

Quando non è un problema di pedigree. Non muore quindi la sinistra. Muore certamente un’idea di sinistra che è riuscita a raccogliere, negli ultimi vent’anni, il voto dei dipendenti pubblici e del ceto medio impiegatizio, ma che ha perso il contatto con il mondo operaio e soprattutto con i veri proletari di oggi, i giovani disoccupati, sottoccupati, precari che sono il frutto di leggi che questa stessa classe dirigente ha votato, ad iniziare dalla riforma Treu che ha creato un dualismo del mercato del lavoro. Se Matteo Renzi sarà più o meno di sinistra rispetto a loro non possiamo dirlo oggi. Ma soprattutto poco importa. Perché quello che conta sono i risultati, non il pedigree.

Fonte: Diritto di critica

domenica 8 dicembre 2013

Inchiostro elettronico o carta stampata? Come sta evolvendo il consumo d’informazione


Articolo di Gloria Lorenzi

Oggigiorno, i media tradizionali dedicati alla cultura, nel senso esteso del termine, continuano sempre più a spostarsi verso il settore digitale e gli esempi sono davvero numerosi, valga per tutti l’Enciclopedia Treccani che non solo propone la suddivisione ragionata dello scibile umano sul suo bel sito, ma offre anche altri supporti multimediali su base digitale, come una Web Tv, un’app dedicata al Vocabolario Italiano per iPhone, iPad, Android, e, soprattutto porta anche il loro prodotto maggiore, forte di ben 700.000 voci, ed oltre 20.000 immagini, su tablet Android.

Il settore più ristretto della carta stampata tradizionale sperimenta dinamiche similari, ma non lo possiamo considerare come un metodo sorpassato: secondo uno studio dedicato di PriceWaterhouseCoopers ad esempio, nell’anno in corso, il settore delle sole riviste metterà a bilancio almeno 16 miliardi di dollari di investimenti pubblicitari.
Certo è che oramai, invertendo la tendenza rispetto alle dinamiche passate, se il settore digitale riesce a prevalere sul mercato, anche quello della stampa subisce un effetto di trascinamento. Questa è, perlomeno, l’opinione di Paul Rossi, presidente del Gruppo The Economist, azienda che ottiene il 40% dei suoi ricavi pubblicitari dal digitale.
La carta stampata rappresenta ancora gran parte del ricavo delle riviste, ma il digitale sta crescendo rapidamente. Per quest’anno, infatti, si stima che rappresenti il 18% degli introiti editoriali: un bel balzo dal 2% del 2008, sempre secondo PWC. Alcuni editori hanno un paniere suddiviso grossolanamente a metà, altri sottostimano la portata dell’impegno digitale sul loro bilancio.
Se il marketing, che ha impegni nel breve periodo e, talvolta, anche una visione temporalmente limitata, vede con favore l’espandersi della quota dedicata a un settore dinamico come il digitale, tuttavia la realtà italiana, a predominanza di piccole e medie imprese nel campo degli affari, mostra che oltre il 53% dei loro proprietari o decision-maker hanno intenzione di rivolgersi ai canali tradizionali, come posta dedicata e opuscoli informativi. Sono numeri che paiono incomprensibili se non si pensasse poi a un effetto quasi paradossale: le persone ricevono un numero talmente grande di messaggi digitali, praticamente in tutto l’arco della giornata, mentre le buste o i pacchi si accumulano sempre meno nelle loro cassette postali, con il risultato che un singolo elemento di posta, personale, ha maggiori probabilità di essere notato, di essere letto, e anche di vedere adoperate le sue offerte o i buoni che vengono proposti (ad esempio, l’armadietto dei nostri medicinali dovrebbe avere le dimensioni di un quattro stagioni, se lo valutassimo in base alla quantità di spam ad argomento medico che quotidianamente riceviamo…)

Possiamo concludere che tutti i tipi di media dovrebbero essere adoperati insieme in maniera complementare, e le migliori aziende editoriali avrebbero necessità di assumere maggior consapevolezza (esistono, comunque, lodevoli eccezioni).

Una notizia, limitandoci ad esempio ad una singola partita di calcio, viene vissuta in diretta da chi siede, più o meno comodamente, sulle gradinate dello stadio, ma viene gustata non solo dal divano del salotto, ma anche in viaggio dai nostri tablet collegati in streaming e, al termine, commentata e rielaborata sui siti specializzati, oppure, partecipata, per esempio in un’intervista collettiva con l’allenatore. Il giorno dopo, come riepilogo e sintesi, il giornale sportivo può presentare sia la cronaca della partita che un sunto dell’estensione partecipativa fornita dagli utenti tramite i nuovi media, e un parallelo spazio su un sito che offre la possibilità di ulteriori commenti alla sintesi stessa. Per fornire ulteriori dati alla riflessione, La Gazzetta dello Sport, nel mese di agosto, un periodo non certo rappresentativo per il nostro popolo di calciomaniaci, ha venduto circa 20.000 copie digitali su un totale di circa 322.000; in luglio la crescita ha superato il 10%: rimpiazzeremo anche in Italia il nostalgico rito del fruscio di vecchie copie infeltrite sul bancone dei gelati con gli ovattati tappetti sulla tastiera bluetooth di un tablet di ultima generazione?
A voi la risposta...

Info sull'autrice:
Originaria di Venezia, Gloria Lorenzi è una studentessa di Giornalismo e Mass Media alla Westminster University di Londra. Da sempre appassionata di tecnologia e con una spiccata attitudine per le lingue straniere, ha scelto il Regno Unito per perseguire il suo sogno di diventare giornalista.


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venerdì 6 dicembre 2013

Addio a Nelson Mandela, simbolo della lotta al razzismo


Nelson Mandela è morto a 95 anni. La notizia è stata data, giovedì 5 dicembre, dal presidente sudafricano, Jacob Zuma, che ha tenuto un discorso televisivo alla nazione. Mandela aveva 95 anni ed era malato da tempo.

Breve storia di Nelson Mandela

Nelson Mandela è stato il massimo rappresentante dell’ultima lotta dell’Africa nera contro la dominazione bianca nel continente. Ha provato in prima persona la durezza del regime dell’apartheid razzista vigente in Sudafrica dal 1948 al 1994, diventando il leader di coloro che lo combattevano. Ha abbracciato e guidato la lotta armata, trascorrendo quasi un terzo della vita in carcere; liberato nel 1990, ha scelto la strada del perdono e della riconciliazione con gli antichi persecutori. Col suo carisma e la sua scelta di pace, ha evitato al suo Paese di cadere in una violenta spirale di vendette e di sangue. Tale ruolo gli è stato riconosciuto nel 1993, con l’assegnazione del premio Nobel per la Pace insieme al suo predecessore Frederik Willem de Klerk.

"Grazie a Mandela la riconciliazione in Sudafrica è stata possibile": lo ha detto in un'intervista telefonica alla Cnn Frederik De Klerk, ultimo presidente sudafricano dell'epoca dell'apartheid, protagonista della fine di un'epoca con Nelson Mandela e con lui premio Nobel per la pace.

Se ne va un personaggio che ha sempre lottato contro la discriminazione e il razzismo. Il mondo intero piange un grande uomo. Addio Madiba


Per approfondire:
Nelson Mandela (da Wikipedia)
- Chi era e cosa ha fatto Nelson Mandela (tratto dal bloginternazionale di Tommaso Perrone)
- Perchè Nelson Mandela era unico (tratto da fanpage.it)


Alcune frasi celebri di Mandela

La pace non è un sogno: può diventare realtà; ma per custodirla bisogna essere capaci di sognare.

Nessuno è nato schiavo, né signore, né per vivere in miseria, ma tutti siamo nati per essere fratelli. 

L'educazione è l'arma più potente che può cambiare il mondo.

Ho lottato contro il dominio bianco e contro il dominio nero. Ho coltivato l'ideale di una società libera e democratica nella quale tutti possano vivere uniti in armonia, con uguali possibilità. Questo è un ideale per il quale spero di vivere...

Un vincitore è solo un sognatore che non si è arreso.

giovedì 5 dicembre 2013

La Corte Costituzionale boccia il Porcellum. Ecco la nota

"La Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale delle norme della legge n. 270/2005 che prevedono l'assegnazione di un premio di maggioranza (sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica) alla lista o alla coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno, alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a ciascuna Regione. La Corte ha altresì dichiarato l'illegittimità costituzionale delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali 'bloccate', nella parte in cui non consentono all'elettore di esprimere una preferenza".

"Resta fermo - precisa comunque la Consulta - che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali".

Le motivazioni vere e proprie del pronunciamento della Corte "saranno rese note con la pubblicazione della sentenza, che avrà luogo nelle prossime settimane e dalla quale dipende la decorrenza dei relativi effetti giuridici".


Breve storia del Porcellum

La legge n. 270 del 21 dicembre 2005 è la legge che ha modificato il sistema elettorale italiano. È stata formulata principalmente dall'allora Ministro per le Riforme Roberto Calderoli, che la definì «una porcata». Per questo venne definita Porcellum. La norma sostituì le precedenti leggi numeri 276 e 277 del 1993 (cosiddetto Mattarellum), introducendo un sistema radicalmente differente. Il 4 dicembre 2013 la Corte Costituzionale ha dichiarato l'incostituzionalità della legge in riferimento al premio di maggioranza assegnato e all'impossibilità per l'elettore di fornire una preferenza.

Per approfondire: Porcellum (da Wikipedia)

mercoledì 4 dicembre 2013

Scandalo Regioni: da nord a sud, lo Stivale puzza di marcio

Per una volta tra Nord e Sud non si riscontrano differenze: la maggior parte delle Regioni italiane, infatti, e' finita nel mirino della magistratura. Ogni giorno che passa l'inchiesta sulle spese folli dei consiglieri regionali si estende sempre di più, così come si allunga l'elenco dei nomi iscritti al registro degli indagati.

A quanto pare Franco Fiorito "Er batman" -ex capogruppo del Pdl della Regione Lazio, arrestato nel 2012 con l'accusa di peculato- ha fatto scuola, sia su come appropriarsi indebitamente di soldi pubblici che su come spenderli: difficile dimenticare l'acquisto di una jeep giustificato dal "pericolo di neve" a Roma. La fantasia di certo, sembra non mancare neanche agli attuali consiglieri sotto inchiesta: si va da viaggi extra lusso, cene nei migliori ristoranti da duecento euro a persona, gioelli, abbonamenti in palestra, saune, banchetti per i funerali, gioielli, penne d'oro, lap dance, fino alle tasse sui rifiuti. Le ipotesi di reato al vaglio degli investigatori sono gravissime: peculato, truffa e concussione. Un'onta sul nostro paese che sembra impossibile da cancellare, ma che anzi continua ad espandersi.

Al momento le Regioni coinvolte dagli scandali delle "spese pazze" e sotto inchiesta da parte della magistratura sono ben 16 su 20 e politicamente sono coinvolti esponenti di tutti i partiti. In Piemonte -l'ultima regione colpita dallo scandalo- la temperatura è particolarmente incandescente. Sono 43 i consiglieri indagati, compreso lo stesso governatore leghista Roberto Cota che dovrà spiegare tra le altre cose ben 592 ricevute emesse, ma non attinenti al suo ruolo istituzionale, tra cui quelle relative a cinque cene diverse consumate nello stesso ristorante a pochi minuti di distanza l'una dall'altra. In Emilia Romagna altra Regione raggiunta di recente dallo scandalo delle "spese folli" la situazione non è migliore: ristoranti di lusso, spese e rimborsi per qualsiasi cosa. Ne hanno usufruito indistintamente sia consiglieri di destra come quelli di sinistra. Coinvolto anche il dimissionario capogruppo del Pd Marco Monari, reo di aver infilato nel rimborso una spesa da 900 euro per un viaggio Napoli-Amalfi in limousine. In Sardegna sono 53 i consiglieri accusati di peculato. Avrebbero acquistato senza nessun freno, oltre ai classici oggetti di valore anche pecore e vitelli. Una bufera che coinvolge quasi la totalità delle nostre regioni e che riapre la discussione sull'annosa questione dei finanziamenti pubblici alla politica. Nel 2011 il totale dei fondi pubblici a disposizione dei consiglieri regionali sono stati ben 47 milioni di euro, un vero fiume di denaro.

Con la legge varata lo scorso anno dal Governo Monti, i rubinetti sono stati finalmente chiusi e nel 2013 i fondi sono scesi a 9 milioni. Ma per renderci realmente conto, se questi tagli porteranno dei benifici dovremmo ancora aspettare un anno: chi sedeva nei consigli regionali prima dell'inizio del 2013 ha potuto usufruire del vecchio fondo e i risultati purtroppo sono sotto gli occhi di tutti.

Fonte: Il numero zero

sabato 30 novembre 2013

Nuovo allarme nella Terra dei fuochi: amianto nell'acqua di 136 comuni


Trenta tonnellate di rifiuti speciali e non, tra cui amianto, pneumatici usati e materiale edile di risulta, sono stati trovati - a fine settembre - in località Sant'Arcangelo, nel comune di Caivano, durante dei lavori di manutenzione a una condotta che trasferisce acque reflue verso l'impianto di depurazione di Acerra. Fin qui ci siamo, nel senso che la consapevolezza che la nostra terra sia un nascondiglio di veleni è oramai risaputo ma bisogna impegnarsi ad individuarli per evitare che il disastro ambientale possa assumere dimensioni maggiori rispetto a quelle già devastanti.

Il problema però è un altro: questa volta l'emergenza potrebbe non essere circoscritta, ma interessare tutti i residenti della Regione Campania. La riserva idrica d’emergenza regionale si trova proprio sotto le campagne avvelenate di Caivano, vale a dire uno degli epicentri della Terra dei Fuochi.

A questo problema si aggiunge un nuovo allarme che proviene dal sottosuolo e assume la forma dell’acqua. Acqua che potrebbe essere contaminata, con elevata presenza di amianto, pronta a servire 136 comuni dell'Ambito territoriale ottimale 2. Insomma 136 comuni tra le province di Napoli e Caserta. La denuncia arriva da uno studio che risale al 2002-2003 ma, apparentemente, ancora attuale a cura proprio dell’Ato 2. Sarebbero infatti state realizzate condotto idriche (per oltre 112 chilometri) con tubazioni in cemento-amianto oltre 50 anni fa. Si tratta, in sostanza, dell’eternit usato per garantirne l’elasticità. La corrosione delle vecchie strutture causerebbe la diffusione delle fibre di amianto nell’acqua potabile.

Fonte: interno18

Per approfondire: 'Amianto nell'acqua'. Pericolo in oltre 130 comuni tra Caserta e Napoli. Via alle verifiche. Ecco TUTTI I COMUNI (tratto dal sito Noi Caserta)

giovedì 28 novembre 2013

Ecco cosa rischia Berlusconi, all’indomani della decadenza

Da ieri Silvio Berlusconi non è più parlamentare. Dopo vent’anni il Cavaliere – anche se ormai ha perso anche questo titolo – torna a essere un comune cittadino: nessuna immunità, nessun legittimo impedimento, niente di niente. E quindi? Cosa cambia per l’ex Cavaliere, leader esterno di un partito incerto?

Iniziamo con gli incarichi politici: per sei anni, in virtù della Legge Severino, non potrà più essere rieletto né ricoprire alcun incarico di governo. Vista l’età di Silvio Berlusconi, questo potrebbe segnare la fine della carriera per l’ex Cavaliere.

Ma Berlusconi adesso potrà essere intercettato senza più dover passare per l’autorizzazione del Parlamento e non ci sarà più alcun obbligo di distruggere le sue conversazioni con altri utenti intercettati nel corso di un’indagine. Né ci sarà alcuna immunità o impedimento ad evitare che i suoi uffici vengano perquisiti, come invece accadde durante l’inchiesta sul caso Ruby per l’ufficio di Spinelli: da oggi potrebbe quindi esserci una perquisizione senza preavviso. Per non parlare del fatto che Berlusconi adesso potrebbe essere arrestato ove ordinato dall’autorità giudiziaria.

Quest’ultima ipotesi, però, è abbastanza irrealistica. Manca infatti l’urgenza per le misure cautelari. Berlusconi rischia però su un’altra indagine in cui sarebbe coinvolto: il Ruby Ter.

Fonte: Diritto di critica

venerdì 22 novembre 2013

Adesso in Campania si cercano rifiuti nucleari

In Campania si cercano scorie nucleari. Ad averle sepolte sotto frutteti e zone agricole, secondo le rivelazioni del pentito Schiavone, la Camorra che nei decenni passati ha intombato a prezzi irrisori tonnellate e tonnellate di rifiuti, alcuni anche radioattivi.

Il governatore della Campania, Stefano Caldoro, ha spiegato che per ora non è stata trovata alcuna conferma alla dichiarazione del pentito ma che le ricerche continueranno. A La vita in diretta, alcuni giorni fa, il pentito Schiavone aveva infatti raccontato metodi e tariffari di quello che per anni è stato un modus operandi tale da avvelenare una delle terre e delle zone più belle d’Italia: «Scaricavamo su un’area di 150-200 ettari. I contadini prendevano 45 milioni di lire a buca, il nostro guadagno era di 15 milioni. Ad un certo punto un avvocato gli propone di sotterrare dei fusti. Ci offrivano 200mila lire a fusto. Feci i conti e alla fine, venivano fuori guadagni di miliardi». «Io mi sono ribellato – racconta – quando hanno cominciato a scaricare rifiuti tossici e rifiuti atomici. Là sotto c’è qualcosa di nucleare». In quell’occasione, prosegue, «mio cugino mi dice: ‘Carmine, ma sei impazzito, ma che vogliamo uccidere tutta Casale, tutta la provincia di Caserta?’ Allora ho detto ‘hai ragione, non se ne fa nientè». Due anni dopo però, dice ancora Schiavone, «ho scoperto che avevano continuato a scaricare fusti in tutto il litorale. I contadini continuarono a guadagnare. Solo che hanno continuato a usare quell’acqua fetida per irrigare».

Ma ancora prima, alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, già nel 1997 Schiavone aveva affermato: “sono inoltre al corrente del fatto che arrivavano dalla Germania dei camion che trasportavano fanghi nucleari, che sono stati scaricati nelle discariche”. Nella stessa deposizione, Schiavone parlava anche di rifiuti di ogni tipo provenienti da Massa Carrara, Genova, La Spezia, Santa Croce sull’Arno, Milano e Arezzo. E su i terreni su cui vennero sversate sostanze radioattive, oggi ci sono allevamenti di bufale. “Gli abitanti [...] – aggiunge Schiavone – rischiano di morire tutti di cancro entro vent’anni”.

E mentre la politica nazionale continua a parlare di Ruby Rubacuori e delle beghe del Partito democratico, la Campania scandaglia con terrore i propri terreni. Il rischio concreto è che l’Itaila sia divenuta il sito illegale di stoccaggio di scorie e rifiuti non solo nostrani ma europei.

Fonte: Diritto di critica

giovedì 21 novembre 2013

E' davvero troppo tardi anche per andare via...

A volte penso di andarmene da qui, dalla mia terra. La mia terra avvelenata e distrutta da esseri spregevoli che hanno pensato soltanto ad arricchirsi, a svantaggio delle meravigliose zone dove loro stessi sono cresciuti. Questi esseri (proprio non ce la faccio a chiamarle persone) hanno compromesso e deturpato l'ambiente e la salute pubblica. E' come autodistruggersi, suicidarsi. Ma a queste 'persone', rigorosamente tra virgolette, non importava e non importa nulla di tutto ciò. Se ne fregano se uno dei propri amici o familiari è morto o morirà di tumore. Quello che conta, per loro, sono solo i soldi. 'Il denaro, così dicono, è la radice di tutto il male di oggi', recita una frase di un celebre brano dei Pink Floyd. Una triste verità di questo triste contesto. Dicevo, a volte penso di andarmene da qui, dalla mia terra. Però poi rifletto e molte cose mi frenano. Alla mia terra sono legato perchè qui sono nato e cresciuto. La mia terra, nonostante tutto, è e rimarrà una terra bellissima, ricca di storia, di tradizioni, di cultura. E inoltre qui, nella mia terra, ho la mia famiglia, i miei affetti, i miei amici, le mie passioni. Andare via da qui equivale a dire addio a tutto questo e soprattutto ad arrendersi al male che è stato fatto alla nostra splendida regione e ai suoi abitanti. Non posso andarmene. Si può ancora cambiare, si può ancora lottare, si può ancora fare qualcosa. Ed è anche per questo che voglio rimanere. Però poi vedo servizi terribili in tv e soprattutto leggo e sento che lo Stato Italiano ha tenuto nascosto rivelazioni pesanti e capisco tante cose. Capisco che lo Stato sapeva e non ha fatto nulla. Che lo Stato è complice. Che lo Stato ci ha abbandonato. Che dello Stato non ti puoi fidare più. E ti arrabbi, ti arrendi definitivamente, ti vergogni. Ormai, forse, è davvero troppo tardi. Anche per andare via...

Andrea De Luca

mercoledì 20 novembre 2013

Rifiuti tossici: tutto quello che non dovevamo sapere


Rifiuti tossici: tutto quello che non dovevamo sapere. E' il titolo del servizio di Nadia Toffa, andato in onda ieri sera, martedì 19 novembre, durante la trasmissione 'Le Iene'. L'inviata del programma già aveva affrontato il tema martedì 1 ottobre, come avevo anche scritto in un post del 2 ottobre. Questa volta il pentito Carmine Schiavone indica con precisione i siti dove sono stati interrati i rifiuti tossici e radioattivi. Impressionante. Avremmo avuto il diritto di sapere prima, ma lo Stato ha nascosto tutto e in questi 16 anni, accanto ad alcuni terreni c'è chi ci ha costruito casa, fatto giocare i propri figli, coltivato l'orto. Non solo non è giusto. È inaccettabile.

Cliccate qui per vedere il servizio. Oppure cliccate su questo link: http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/421863/toffa-carmine-schiavone-ci-indica-i-siti-tossici-.html 

martedì 19 novembre 2013

Maltempo, Sardegna: "E' tragedia nazionale"


Ciclone. Poi ore incessanti di pioggia. La Sardegna è stata letteralmente travolta dal maltempo che ha portato via con sè anche delle vite.

Disastri ovunque, con l'Anas costretta a chiudere le superstrade. Quattro aerei, inoltre, non sono riusciti ad atterrare all'aeroporto di Cagliari-Elmas e la nave Tirrenia, che non è partita da Civitavecchia.

Aprire il capitolo vittime è davvero doloroso.

A Monte Pino, in provincia di Olbia-Tempio, il crollo di un ponte è costato la vita ad un poliziotto ed altre tre persone: marito, moglie e suocera. Ad Uras, una donna di 64 anni è stata trovata morta nella sua casa allagata così come una 90enne a Torpè, in provincia di Nuoro. Il bilancio, ancora provvisorio, è di 17 vittime.

Molti, inoltre, i dispersi. Il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli ha detto: "Non posso confermare il numero dei morti, di sicuro ci sono vittime e diversi dispersi. Sulla città si è abbattuta una vera bomba d'acqua con una intensità spropositata".

La situazione continua a peggiorare mentre Enrico Letta invoca "impegno per la Sardegna" e l'Enel ricorda che è sempre attivo il numero verde di segnalazione guasti: 803 500. Lo stesso premier ha definito la situazione "una tragedia nazionale" e ha aggiunto: "Abbiamo deciso di fare subito il Consiglio dei ministri per dichiarare lo stato di emergenza, che consente di avere immediatamente regole per interventi più rapidi e di individuare un primo ammontare di risorse per le primissime emergenze emerse"

La Protezione civile, inoltre, ha messo in stato d'allerta anche Roma. Sono già dodici i presidi operativi in diverse zone della città, con particolare attenzione alle 'mosse' del Tevere. Anche in questo caso, per qualsiasi richiesta di chiarimenti, informazioni o interventi è possibile contattare la sala operativa h/24 dell'ufficio protezione civile al numero 06.67109200 o al numero verde 800.854.854.

L'Italia, intanto, versa lacrime sulla pioggia.


A cura di Riccardo Zianna.

Fonte: Il numero zero

domenica 17 novembre 2013

La foto del giorno


Marcia del popolo No-Tav a Susa contro l'occupazione della valle. Una manifestante bacia un agente sul casco, la foto diventa un simbolo.

sabato 16 novembre 2013

Figli? No, grazie, siamo precari

Ho 31 anni e una delle domande che mi fanno più spesso è: “Hai già un figlio?”.

Mi spiazzava, una volta. Ne avevo 28 e, in generale, mi pareva un’età giusta per potersi permettere la libertà di costruirsi una famiglia che comprendesse anche un bambino. Anzi, col senno di poi ho più volte pensato che qualche anno prima sarebbe stato anche meglio.

Ma il problema che mi ponevo (ci ponevamo) era lo stesso che mi pone chi mi fa quella domanda: “Vorrei anche io, ma senza stabilità, come si fa? Come manteniamo qualcuno se a stento manteniamo noi?”. E allora uno risponde che se aspettiamo una qual sorta di stabilità siamo una generazione destinata a non avere figli. Perché i figli, coi contratti a progetto, con le partite Iva, con le casse integrazioni, coi call center, come li fai? La risposta che do di solito, quindi, mi porta poi a mordermi la lingua, perché ognuno sa quali sono le proprie possibilità, i propri mezzi e anche la propria vera voglia.

Io l’ho fatto perché lo volevo, perché pur non avendo un indeterminato (cosa?) avevo una certa stabilità che mi aveva permesso di pensarci (stabilità che oggi, ancora di più, mi permette di pormi qualche problema in meno). Cercando di fare i conti senza dover pesare sulla famiglia, ché poi alla fine comunque una mano te la dà sempre, perché “Oh, noi siamo i nonni, fatti i fatti tuoi”.

Ma il problema è che l’obiezione è reale. Siamo una generazione che per gran parte è senza prospettive, né di lavoro, né di famiglia, né di realizzazione alcuna. Una di quelle cose che pare un luogo comune finché non ti guardi attorno e vedi Sergio che fa i salti mortali per pagare il mutuo (ed è il tuo unico amico che s’è arrischiato nell’avventura), perché spesso l’azienda non gli paga mesi interi del suo part time. E fa altro, certo, è bravissimo a fare altro, ma è super precario. Poi c’è Marco, che dovreste conoscere: è intelligente, simpatico, ma soprattutto in gamba. Ha sempre avuto un lavoro a progetto, poi il progetto è finito. E c’è Marta, filosofa, che lavorava nel campo della comunicazione a Milano, poi ha deciso di scendere a Napoli e ora lotta strenuamente alla ricerca di un lavoro, e Bianca che dopo anni di ottimo lavoro in un giornale si ritrova cassaintegrata e incasinata. E potrei continuare guardandomi attorno. C’è Elisabetta che un lavoro ce l’ha ma è precario, e la maternità non è un lusso che può permettersi. Sono tutte persone reali (con nomi inventati), in carne ed ossa. Ma è banale anche dirlo.

Perché non c’è bisogno di leggere le statistiche sulla disoccupazione, sui figli che diminuiscono da qualche anno a questa parte (e se non ci fossero gli stranieri sarebbe una catastrofe), sui problemi delle nuove forme di lavoro. Sostituisco l’inchiostro alla carne.

Lottiamo contro una precarietà che è economica e diventerà affettiva (ché a lungo andare non è facile) in un cerchio che non fa fatica a chiudersi.

E allora penso che sono stato fortunato, di una fortuna che mi sono cercato, certo. Ora ringrazio ogni santo giorno il fatto di potermi godere mia figlia. Ma poi alzo la testa, mi guardo attorno e m’incazzo. E non posso farci niente.

E manco voi, lo so.

Fonte: Cose sparse

martedì 12 novembre 2013

Dieci anni fa la strage di Nassiriya


Sono passati 10 anni da quel 12 novembre 2003 quando, alle 8.40 ora italiana, le 10.40 a Nassiriya, in Iraq, 28 persone, tra militari e civili, persero la vita. 19 erano italiani. Un camion pieno di esplosivo scoppiò davanti alla base italiana 'Maestrale'. Fu la peggiore strage dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Carabinieri: Massimiliano Bruno, maresciallo aiutante; Giovanni Cavallaro, sottotenente; Giuseppe Coletta, brigadiere; Andrea Filippa, appuntato; Enzo Fregosi, maresciallo luogotenente; Daniele Ghione, maresciallo capo; Horacio Majorana, appuntato; Ivan Ghitti, brigadiere; Domenico Intravaia, vice brigadiere; Filippo Merlino, sottotenente; Alfio Ragazzi, maresciallo aiutante; Alfonso Trincone, maresciallo aiutante.

Militari dell'Esercito: Massimo Ficuciello, capitano; Silvio Olla, maresciallo capo; Alessandro Carrisi, primo caporal maggiore; Emanuele Ferraro, caporal maggiore capo scelto; Pietro Petrucci, caporal maggiore.

Civili: Marco Beci, cooperatore internazionale; Stefano Rolla, regista.

giovedì 7 novembre 2013

Renato Accorinti, il sindaco disobbediente di cui avevamo bisogno


C'è un aspetto che mi sembra significativo nelle reazioni indignate dall'atto di Renato Accorinti di esporre la bandiera della pace nel giorno della celebrazione delle Forze Armate. È la sorpresa nel rendersi conto di come lui non sia cambiato.

Nessuno, in fondo, mette in discussione le posizioni pacifiste del sindaco. In tanti, anche tra i suoi passati detrattori, hanno imparato a convivere, se non proprio condividere, un certo suo modo non convenzionale di vestire e comportarsi. Qualcuno di questi ha forse anche deciso di interloquire attraverso modalità nuove, non segnate dalle gerarchie politiche. Ma ciò che, evidentemente, non va giù è ritrovarsi il Renato di sempre, quello che, da solo, saliva su un palco, su un muro, su un pilone per manifestare il proprio punto di vista (attraverso un atto di disobbedienza) e, sia ben chiaro, il Renato che ha vinto il ballottaggio ed è diventato sindaco.

Ciò che indispettisce, e insospettisce, è non ritrovare un sindaco normalizzato, riportato nei ranghi, “realista”, “opportuno”, obbediente alla forma e piegato da tutte le compatibilità. Ma può la disobbedienza amministrare una città? È questa la domanda che i professionisti della politica urlano, smarriti. Può esistere una politica altra che continua a chiamare le cose con il proprio nome anche quando è chiamata a ricoprire incarichi di governo? Può questa politica continuare a dire che la pace è l'opposto della guerra e che il disarmo è l'opposto della celebrazione delle forze armate?

Certo, siamo bombardati da una narrazione consolidata che ci dice che le operazioni di guerra sono operazioni di pace e che l'accoglienza è una questione di ordine pubblico, ma c'è un uomo che, indipendentemente dal ruolo che ricopre, dice che "no, non è così". Gli eserciti fanno stragi di corpi, le spese militari impediscono che quelle risorse vengano utilizzate per i servizi sociali, gli uomini sono tutti fratelli, indipendentemente dal loro luogo di nascita.

C’è una straordinaria modernità in questo. C’è una straordinaria modernità nei piccoli, semplici gesti di un sindaco che non si adatta “ad essere come vorrebbero loro”. È la politica al tempo della crisi della politica. Occhi attenti e non velati dal rancore scorgerebbero in questo la produzione di un tempo nuovo, quello del ritorno della politica al suo spazio, una rifondazione della democrazia contro il suo perdersi nei vincoli contabili, nelle procedure, negli equilibri corporativi.

Fonte: AgoraVox Italia

venerdì 1 novembre 2013

Quando la camorra ha ucciso i suoi figli. In 20 anni tutti morti per cancro


"Si tratta della prima volta che la Presidenza della Camera - senza che questo sia richiesto dalla magistratura - decide di rendere pubblico un documento formato da Commissioni di inchiesta che in passato lo avevano classificato come segreto”, ha sottolineato la presidente della Camera, Laura Boldrini. “Lo dovevamo in primo luogo ai cittadini delle zone della Campania devastate da una catastrofe ambientale cosciente e premeditata: cittadini che oggi hanno tutto il diritto di conoscere quali crimini siano stati commessi ai loro danni per poter esigere la riparazione possibile”.

Oggi è stato rimosso il segreto sulle dichiarazioni del pentito Schiavone sui rifiuti tossici disseminati in tutta la Campania. Ma si scopre che c’era un giro molto più ampio, dove si sono inserite anche le altre organizzazioni mafiose, e non è escluso che in altre regioni del sud altri figli di questa terra maledetta sono stati avvelenati come i campani.

”Entro venti anni gli abitanti di numerosi Comuni del Casertano rischiano di morire tutti di cancro” a causa dei rifiuti pericolosi interrati. Queste le terribili parole del pentito del clan dei Casalesi, Carmine Schiavone, dette nel 1997 davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo di rifiuti. Schiavone spiegò che divenne un business “autorizzato” per il clan dei Casalesi nel 1990. “Tuttavia – riferì il pentito – quel traffico veniva già attuato in precedenza. Gli abitanti del paese rischiano tutti di morire. Non credo infatti che si salveranno: gli abitanti di paesi come Casapesenna, Casal di Principe, Castel Volturno e così via, avranno, forse, venti anni di vita”.

I rifiuti sono stati interrati lungo tutto il litorale Domitio e sversati anche nel lago di Lucrino, specchio d’acqua che si trova nell’area flegrea. Nel business, secondo il pentito, erano coinvolte diverse organizzazioni criminali – come mafia, ‘ndrangheta e Sacra Corona Unita – tanto da fare ipotizzare che in diverse zone di Sicilia, Calabria e Puglia, le cosche abbiano agito come il clan dei Casalesi. Avevamo creato un sistema di tipo militare, con ragazzi incensurati muniti di regolare porto d’armi che giravano in macchina. Avevamo divise e palette dei carabinieri, della finanza e della polizia. Ognuno aveva un suo reparto prestabilito. I rifiuti radioattivi “dovrebbero trovarsi in un terreno sul quale ci sono le bufale e su cui non cresce più erba”, raccontò Schiavone. Fanghi nucleari, arrivavano su camion provenienti dalla Germania.

Ecco, questa è la camorra. Questo è il cancro che ha creato sottosviluppo prima e morte dopo per i figli dell’agro aversano, tutti, ormai, nessuno escluso.

Fonte: Quotidianoitalia.it

martedì 29 ottobre 2013

Comunicato stampa corso "L'UE per i giovani"

L'UE PER I GIOVANI, INCONTRI DI FORMAZIONE E DI NETWORKING PER GIOVANI MOLTIPLICATORI FINO AI 36 ANNI

La Rappresentanza in Italia della Commissione europea e l'Ufficio di Informazione in Italia del Parlamento europeo organizzano per la prima volta a Spazio Europa incontri formativi e di networking per giovani moltiplicatori: comunicatori, progettisti, imprenditori e amministratori pubblici locali.

Il percorso “L'UE per i giovani” mira a orientare sulle fonti di informazione dell'Unione Europea e fornire un quadro generale dei nuovi programmi per il periodo 2014-2020, a favore dell'apprendimento e della mobilità, della formazione e dell'occupazione e dell'imprenditoria giovanile, nonché dei diritti e della cittadinanza.

I quattro incontri, organizzati con il supporto tecnico dell'associazione AIM – Agenzia Intercultura e Mobilità, si svolgeranno a Roma presso lo Spazio Europa nelle seguenti date:


  • 21 novembre 2013 - Comunicare l'Europa per i Giovani

A chi è rivolto: giovani comunicatori, social media managers ed esperti nell'uso dei nuovi strumenti di comunicazione online; giovani che nelle loro associazioni, istituzioni e gruppi si occupano di comunicazione, promozione delle attività e disseminazione dei risultati di progetti europei o vorrebbero iniziare a comunicare sui temi europei in maniera più professionale, con la possibilità di farne un lavoro per il futuro.

  • 27 novembre 2013 - Progettare in Europa

A chi è rivolto: giovani progettisti europei che operano all'interno di organizzazioni, enti e istituzioni attive nell'ambito della mobilità, dell'apprendimento e della formazione; operatori/animatori che fanno parte di organizzazioni giovanili e non, e, attraverso i programmi europei, aspirano a coordinare l'area progettazione per accedere ai finanziamenti a nome e per conto delle organizzazioni di provenienza.

  • 6 dicembre 2013 - Fare impresa in Europa

A chi è rivolto: giovani imprenditori o aspiranti imprenditori che hanno già un'idea di start up concreta da realizzare, rappresentanti delle associazioni di imprenditori di piccole, medie imprese e di organizzazioni giovanili e universitarie del settore

  • 22 gennaio 2014 - L'Europa per i giovani amministratori pubblici locali

A chi è rivolto: giovani amministratori pubblici locali che operano presso istituzioni comunali e segretari e presidenti di forum giovanili locali. Le attività sono strutturate per la partecipazione dalle 9:30 alle 18:30 unendo dimensione formale e metodologie per l'apprendimento non formale. Per ogni incontro ci saranno sessioni informative con panel di relatori esperti, rappresentanti delle principali istituzioni e agenzie in Italia e in Europa, condivisione di esperienze concrete e buone pratiche, workshop interattivi e dinamici facilitati da formatori AIM.

Il progetto, il programma nel dettaglio, i profili dei relatori, facilitatori ed esperti tecnici, ed il modulo di richiesta di iscrizione, si trovano sul sito: www.ueperigiovani.eu
La partecipazione è gratuita.

Per ulteriori informazioni
email: aim.infogiovani@gmail.com
Dal lunedì al venerdi dalle 14:00 alle 19:00
cell. 3801564152

Segnalazione di Marianna Addis

Vuoi collaborare con Informare è un dovere? Puoi mandare le tue segnalazioni e/o inviare i tuoi articoli all'indirizzo e-mail andreadl86@yahoo.it

lunedì 28 ottobre 2013

Ciao Lou

E' morto all'età di 71 anni Lou Reed, il poeta maledetto del rock. Vogliamo ricordarlo con due suoi famosissimi brani.



martedì 22 ottobre 2013

Terra dei fuochi. Da consapevoli assassini ad inconsapevoli vittime

La terra dei fuochi è una terra infuocata, ma anche nu fuoc ‘e terr, un fuoco da terra o i fuochi di terra. Una volta in queste zone i fuochi da terra erano quelli di artificio, che partivano appunto da terra per arrivare in cielo a celebrare le feste dei Santi. Santi, che ora non basterebbe invocare tutte le ore di tutti i santi giorni per lavare tutto il sangue avvelenato o per tentare di salvare dalle sofferenze tutte quelle vittime, che, attenzione, non sono i morti già andati, ma sono quelli che aspettano che la morte arrivi a prenderli come topi in una trappola, perché forse non c’è niente di più brutto della morte stessa se non l’attesa che essa arrivi, certa, inesorabile ed in un tempo relativamente breve. Morti in attesa di esserlo, proprio per il frutto di queste terre, di quella terra, che come la protagonista di un’efferata vendetta, da mamma diventa carogna ed inghiotte i suoi figli, stanca dell’incesto perpetrato ai suoi danni da quegli stessi figli che per anni l’hanno fottuta, venduta e avvelenata insieme ai loro fratelli. Ora in quanti cartelli si esprime la rabbia. È vero, città intere di quelle zone non devono morire e, scrivere questo, esprime tutta la nostra vicinanza, ma mi piacerebbe vedere anche dei cartelli in cui qualcuno scriva che quei morti, tutti quei morti già andati, e molti erano e sono bambini, non dovevano morire, o potevano morire non incontrando la sorte che hanno incontrato, una sorte maligna e beffarda che li ha strappati via dai loro giochi prima di portali poi via per sempre.

Ora qualcuno dice che la speranza stia nella bonifica di questi territori, bonifica che si farà anche se ci vorrà del tempo. Ma innanzitutto quali confini hanno questi territori? Per cui, quale bonifica sarà davvero possibile? Ed inoltre, a che prezzo? Quale sarà o potrà essere ancora il prezzo che si dovrà pagare? Quanto sangue ancora dovrà essere versato in questa terra per bonificarla dai veleni sversati? E a cosa servirà?

È vero sarà importante il tempo. Ma non quanto tempo ci vorrà, semmai, chissà se basterà tutto il tempo che ci vorrà? Perché se mai ci si riuscirà, se mai si riuscirà a ridare dei frutti a questa terra, ammesso che il “pomo” torni ad essere di nuovo “d’oro”, chi lo coltiverà? e soprattutto, chi riuscirà a mangiarlo? Boh!!!

A terr re fuoc
A terr re fuoc è nu fuoc e terr,
e i muort e stu camp so pegg e chill e na guerr.
A terr re fuoc è nu fuoc che parte da terr,
ma nun’ allamp dint ‘o ciel che rire,
pecchè è na terra che chiagne, è na vit che more.
Nun’è nu fuoc r’artificio che canta a nu sant,
sta terr è nu sacrificio cercat a tutt quant.
A terr re fuoc è na terr che coce
addò l’alberi e i rami addiventn croci,
e o’ frutt e sta terr nu so chiù pummarole,
ma ca mort dint ‘o cor so na porta ‘e dulore.
A terr re fuoc nun ten speranz,
pecchè a vit nun’è vit se a mort ce penz,
e dint ‘o spital addò a cas è na stanza,
pur a vit che rest nunn’ è vita vissuta, ma è mort che avanza.
E comme quann chiov,
che o brutt nunn’ è l’acqua che è semp acqua pur quann’ è acqua che scenn,
ma o brutt è che l’acqua che scenn è acqua che nfonn,
e o fang che fa, nunn’ è brutt p’ò fang ma p’ò pere c’affonn,
accussì sta mort nun è brutt p’a mort che sarrà semp certa,
ma pecchè certo sta terr nu s’ammeritava stà ciorta!!!

Vincenzo Minichino

venerdì 18 ottobre 2013

La furbesca pubblicità di Mediaset nel (quasi) generale disinteresse


Ai tempi di Carosello, quello originale di metà del secolo scorso, la pubblicità aveva una e una sola “mission” (si sopporti qualche termine mutuato dall’inglese, altrimenti si rischia di passare per ignoranti): vendere i prodotti o i servizi pubblicizzati. Col trascorrere del tempo si è assistito al proliferare di spot il cui fine è, o in cerci casi appare, differente come ad esempio quelli di carattere umanitario, sociale o di pubblico interesse nei quali la sollecitazione consiste nella richiesta di adesione a un invito o, più spesso, a una sottoscrizione di denaro.

Le pubblicità prettamente commerciali sono incappate in più di un’occasione nei provvedimenti dell’Authority (valga quanto già detto in fatto di ricorso agli inglesismi) sia riguardo ai contenuti a volte scorretti, a volte fuorvianti, sia per la diffusione di messaggi truffaldini al punto tale da descrivere l’oggetto della pubblicità con caratteristiche in parte o del tutto difformi rispetto alla realtà.

Con l’esperienza affinata dai pubblicitari nel corso del tempo, anche sulla scia di sentenze giudiziarie e pronunciamenti delle stesse autorità competenti in materia, si è fatta strada una forma di spot in cui il messaggio diventa subliminale senza cadere nelle ingenue proposizioni dell’antico Carosello. Per intenderci, quelli di una certa generazione ricorderanno “L’infallibile ispettore Rock” il quale alla soluzione del micro-giallo, dopo l’osservazione del suo subalterno secondo il quale lui “non sbaglia mai”, si levava il cappello e, mostrando la pelata, esclamava: “Anche io ho commesso un errore, non ho mai usato la brillantina Linetti”. Pubblicità da considerarsi tanto simpatica e ironica quanto discutibile visto che non è mai esistita sulla faccia della terra una brillantina capace di contrastare anche di poco la caduta dei capelli, altrimenti chi scrive potrebbe utilizzare oggi una piastra per farsi le “onde” e non la lametta per decapitare i rari capelli superstiti, ultimi ostinati quanto fieri rappresentanti di quella che fu, in tempi remoti, una fluente chioma.

Su questa scia, da un po’ di tempo ha fatto l’apparizione sulle reti Mediaset una nuova (ma non troppo) forma di pubblicità autoreferenziale, di dubbio gusto nella forma e di profonda indisponenza nel contenuto, di quelle verso le quali però nessuna Authority troverà spunti per un intervento. Il riferimento va alla serie esagerata di spot il cui messaggio subliminale dovrebbe suonare all’incirca così: “Visto quanto siamo bravi, onesti, altruisti, benefattori, rispettosi delle leggi?”. Sin qui, niente da eccepire, se non l’ovvio consiglio ai dirigenti dell’azienda di tenere sempre a mente il proverbio che recita: “Chi si loda s’imbroda”. 

Quando però in uno degli spot (il secondo, il testo lo trovate qui, Ndr) si sostiene che “loro” le tasse le pagano tutte in Italia, lo stomaco del telespettatore inizia a contrarsi fastidiosamente. È pur vero che Mediaset ne è uscita non colpevole da alcune delle inchieste riguardanti la Società, ma è altrettanto vero che il proprietario ha dovuto subire l’onta di una condanna definitiva per evasione fiscale di proporzioni impressionanti, guarda caso. Un briciolo di buonsenso avrebbe dovuto consigliare prudenza e pudore ai dirigenti Mediaset i quali evidentemente sono infastiditi dalla classica coda di paglia attaccata al loro fondo schiena tanto da sentirsi in dovere di rabbonire il gregge dei telespettatori. Ciò che più indispone, però, è quel “Così… giusto per ricordarlo” pronunciato al termine degli spot, quasi a sottolineare l’ovvietà e l’incontestabilità di quanto sostenuto.

Ma quando mai! Se solo fosse applicabile anche per questa categoria di messaggi il criterio di valutazione della pubblicità ingannevole, varrebbe la pena di scomodare l’Authority. Costoro, quelli di Mediaset, vorrebbero convincere i telespettatori di essere gli unici a non far pagare il canone, ma dimenticando di dire per quale ragione il loro proprietario non abbia mai eliminato il canone RAI, nonostante sia stato al governo per 3.340 giorni a datare dal 1994. Vogliono svelarci quanto pesi il canone in contingentamento di pubblicità alle reti pubbliche e, dunque, a vantaggio dei concorrenti? Vorrebbero costoro svelarci quanto sia costato a tutti noi contribuenti il famoso decreto Craxi che svendette le frequenze TV? E queste sono solo due o tre delle innumerevoli riflessioni in materia.

Così… giusto per ricordarlo.



Fonte: AgoraVox Italia

mercoledì 16 ottobre 2013

Si chiede al potere il Lutto Nazionale per la Campania


C'è un forte oscuramento morale per tutto quello che sta avvenendo intorno a quella che viene definita terra dei fuochi. Collera e dolore per una terra a cui prima è stata scavata la fossa, e adesso gli è stato fatto anche il funerale. Quando si parla di funerali dovuti a fatti tragici, di conseguenza si indice il lutto nazionale. Per la Campania va indetto il lutto nazionale a tempo indeterminato, fino a quando la regione Campania e il ministero della salute, senza nessuna presa per il culo, sappiano, immediatamente, fornire al popolo campano e alla nazione intera, i dati sulle morti tumorali, sulla frutta e verdura prodotti nella terra dei fuochi, e sui i siti che sono realmente inquinati.

E' giunto il momento che le istituzioni, dopo aver commesso il dolo, facciano sul serio la loro parte. C’è in gioco il futuro delle prossime generazioni. C’è l’urgenza di capire se dietro tutto ciò c’è qualche disegno losco che deve favorire qualcuno. La Campania ora è la regione dei veleni; e la regione dove tutto è inquinato; è la regione della camorra; è la regione della vergogna. La Campania è una regione da terzo mondo. È lo scarto della società italiana. Il lutto nazionale è un dovere nei confronti di una popolazione manipolata e derisa da 40 anni. La Campania per i prossimi 60 anni non avrà futuro. È un dovere piangere tutti insieme la fine di una regione meravigliosa.

Francesco Torellini

Fonte: Quotidianoitalia.it