Una storia che farà riparlare dell'influenza e del potere della criminalità organizzata nella capitale
Giovedì 20 agosto si è svolto a Roma il funerale di Vittorio Casamonica, nella chiesa di San Giovanni Bosco nella periferia sud della città, vicino via Tuscolana. Vittorio Casamonica aveva 65 anni ed era un membro della famiglia Casamonica, molto ricca e molto nota a Roma per essere stata coinvolta in diversi casi di criminalità organizzata. Il funerale è stato molto appariscente: c’era una carrozza nera trainata da sei cavalli neri, sui muri della chiesa c’erano alcuni manifesti che ritraevano Vittorio Casamonica e lo definivano “re di Roma” e hanno partecipato molte persone. Prima della cerimonia una banda ha suonato la colonna sonora del film Il Padrino; dopo un elicottero ha lanciato sulla folla dei petali di rose.
La famiglia Casamonica è di origine Sinti e si è stabilita a Roma a partire dagli anni Settanta: secondo la Direzione investigativa antimafia guidano l’organizzazione criminale più forte e radicata nel Lazio. Le inchieste in cui sono stati coinvolti i Casamonica negli ultimi anni hanno riguardato reati come lo spaccio, la corruzione e l’usura. La zona a cui sono sempre stati ritenuti collegati è quella della periferia di Roma sud: Anagnina, Subaugusta, Romanina. I Casamonica sono stati coinvolti nell’inchiesta denominata dalla stampa “Mafia Capitale“, che da mesi fa discutere dell’influenza della criminalità organizzata a Roma e dei suoi rapporti con la politica; Vittorio Casamonica è stato anche accusato di diversi sequestri di persona negli anni Ottanta ma non è mai stato condannato.
Il funerale ha causato molta indignazione ed è finito sulla prima pagina di quasi tutti i quotidiani nazionali venerdì. Il prete della chiesa di San Giovanni Bosco, intervistato da Sky Tg 24, ha detto che non ha avuto alcuna indicazione dalla curia e che quindi ha celebrato il funerale perché è il suo mestiere «Non spettava a me bloccare il funerale, a parte che come facevo?». La stessa chiesa si era rifiutata di celebrare il funerale di Piero Welby. Il pilota dell’elicottero da cui sono stati lanciati i petali ha perso la licenza, scrive il Corriere, mentre Repubblica dice sia stato fermato perché non aveva avuto l’autorizzazione per il lancio dei petali.
Fonte: Il Post
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