Il segretario della Difesa Ash Carter, a sinistra, e il capo dello stato maggiore congiunto Martin Dempsey. (AP Photo/Andrew Harnik)
Alcuni funzionari dell’esercito statunitense hanno detto giovedì che un sistema di posta elettronica usato dal dipartimento della Difesa americano ha subìto un attacco informatico, forse compiuto dal governo russo. Il sistema attaccato era usato dagli impiegati del “Joint Chief of Staff”, ovvero quell’organo che riunisce i capi di stato maggiore di ciascun ramo delle forze armate statunitensi, e non conteneva materiale segreto. L’attacco è stato rilevato il 25 luglio ma solo negli ultimi giorni il governo americano ha ricostruito quello che è successo, accusando il governo russo di esserne responsabile.
Il sistema di posta elettronica attaccato era usato da circa 4.000 militari e civili: è rimasto disabilitato dal giorno dell’attacco, per evitare ulteriori danni, ma dovrebbe essere ripristinato a breve. Il governo statunitense ha detto che la complessità dell’attacco fa pensare che sia stato organizzato e compiuto da un governo straniero, invece che da singoli hacker autonomi. Tuttavia alcuni funzionari hanno spiegato al Washington Post come sia difficile tracciare la provenienza di queste azioni. Uno di loro ha detto: «Attribuire responsabilità in questo campo è praticamente impossibile. Raramente si è in grado di dire al 100 per cento» chi ha compiuto l’attacco.
Non è la prima volta che gli Stati Uniti accusano dei governi stranieri di essere dietro ad attacchi contro sistemi informatici governativi. Nel 2008 le agenzie di intelligence russe furono sospettate di essere state dietro l’attacco ad alcune reti con materiale classificato dell’esercito statunitense: il governo americano ci mise dei mesi per contenere l’attacco e prendere contromisure adeguate. Negli ultimi due mesi in particolare ci sono stati due grossi attacchi informatici all’Office of Personnel Management (OPM), un’agenzia che raccoglie i dati di tutti gli impiegati federali tra cui anche quelli di chi lavora con la sicurezza nazionale e ha accesso a informazioni riservate. Nel primo, rivelato all’inizio di giugno, erano stati rubati i dati di quattro milioni di impiegati ed ex impiegati. Nel secondo, annunciato il 12 giugno, erano stati rubati dati riguardanti parenti e amici degli impiegati che lavorano nella sicurezza nazionale. Per entrambi gli attacchi gli Stati Uniti avevano accusato hacker cinesi.
In passato la Russia ha negato qualsiasi coinvolgimento negli attacchi informatici contro agenzie federali statunitensi e Dmitry Peskov, portavoce del presidente russo Vladimir Putin, ha detto: «È diventato una specie di sport dare la colpa alla Russia di tutto quello che succede». Negli ultimi anni, comunque, le agenzie di intelligence russe sono state accusate di attacchi informatici anche contro altri paesi della NATO. Lo scorso maggio, per esempio, la Russia era stata accusata di essere dietro a un grande attacco informatico contro la rete informatica della Camera bassa del Parlamento tedesco.
Fonte: Il Post
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