domenica 9 agosto 2015

La nuova ondata di attentati in Afghanistan segna un cambio di strategia per i taliban

Un uomo esamina i danni riportati dal suo negozio dopo l’esplosione di un camion bomba a Kabul, in Afghanistan, il 7 agosto. (Ahmad Masood, Reuters/Constrasto)

Una bomba ha ucciso almeno 21 persone nella provincia settentrionale di Kunduz, in Afghanistan. Secondo le autorità, le vittime dell’attentato sono civili. Il 7 agosto in una serie di attentati a Kabul sono state uccise almeno 40 persone in una delle giornate più cruente degli ultimi anni per il paese. Per gli analisti internazionali, l’ondata di attentati è una dimostrazione di forza da parte della nuova dirigenza dei taliban che vuole dimostrare che il gruppo non è indebolito dopo la morte del suo leader storico, il mullah Omar.

L’attentato più cruento è stato quello avvenuto il 7 agosto contro un’accademia militare della polizia: un uomo si è fatto esplodere mentre i cadetti della scuola rientravano nell’edificio, uccidendo venti ragazzi. Qualche ora dopo altre due esplosioni sono avvenute nel quartiere Qasaba, vicino all’aeroporto. Le esplosioni sono state seguite da spari e alcuni miliziani hanno provato ad entrare nella base militare della nato Camp Integrity. Nell’attacco sono rimasti uccisi un militare della Nato, otto civili che lavoravano per la base e due miliziani.

L’attentato contro l’accademia militare è stato rivendicato dai taliban, mentre non è stato rivendicato l’attentato contro la base militare Camp Integrity e un altro attentato avvenuto in mattinata: l’esplosione di un camion bomba a Shah Shaheed, una zona residenziale di Kabul, in cui sono morte una ventina di persone. 

Un cambio di strategia

Questi attentati segnano un cambio di strategia da parte dei taliban afgani, secondo gli analisti. I primi sei mesi del 2015 hanno visto un aumento del 78 per cento degli attacchi suicidi come quelli che hanno scosso Kabul il 7 agosto. La conseguenza è che le vittime civili degli attentati sono aumentate. Un recente rapporto dell’Onu ha mostrato che un quarto delle vittime civili (sia morti sia feriti) in Afghanistan è costituito da bambini. Rispetto allo stesso periodo del 2014, i primi sei mesi del 2015 hanno fatto registrare un aumento del 23 per cento di donne e del 13 per cento di bambini tra le vittime civili degli attentati. Nel complesso sono aumentate del 4 per cento le vittime civili del conflitto.

L’annuncio ufficiale della morte del leader storico del gruppo, il mullah Omar, e la nomina del suo successore, il mullah Akhtar Muhammad Mansur, ha scatenato una vera e propria guerra di successione all’interno del gruppo. Mansur, ex vice di Omar dal 201o, deve affrontare l’ostilità di alcune fazioni che non condividono la sua leadership, tra questi alcuni membri della famiglia del mullah Omar che vorrebbero a capo del gruppo il mullah Yaqub, il figlio del mullah Omar. A conferma della crisi interna ai taliban, le dimissioni il 4 agosto del capo politico del gruppo, Syed Tayyab Agha, che ha criticato la nomina di Mansur. All’origine delle divergenza, secondo alcuni analisti occidentali, il rapporto di vicinanza del mullah Mansur con i servizi segreti pachistani (Isi).

Dopo l’annuncio ufficiale della morte del mullah Omar (secondo le autorità afgane Omar sarebbe morto nel 2013), i colloqui di pace con il governo afgano che dovevano tenersi il 7 agosto in Pakistan sono stati rimandati e rischiano di entrare in una fase di stallo.

Intanto l’ondata di nuovi attentati nella capitale sembra essere un segnale in due direzioni: una dimostrazione di forza verso le autorità afgane e un tentativo di consolidare la sua leadership da parte di Mansur, davanti alle critiche dei numerosi dissidenti.

Fonte: Internazionale

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