giovedì 6 agosto 2015

Istat: “Il governo fornisce dati caotici su occupazione e disoccupazione”


Di Stefano Porcari

Non la manda a dire il presidente dell’Istat Giorgio Alleva. In una intervista rilasciata a il Fatto Quotidiano, mette sulla graticola il governo Renzi, i suoi ministri che forniscono dati approssimativi e caotici all’istituto di statistica, e troppo spesso “esternano” dati che non corrispondono alla realtà. "Il ministero comunica il saldo tra attivazioni e cessazioni di contratti, ma e' un'approssimazione non accettabile. Sul Jobs Act presto faremo un bilancio, ma gli effetti non sembrano straordinari anche se sono stati stabilizzati molti precari". Neanche gli sgravi per le assunzioni "stanno alzando l'occupazione" afferma Giorgio Alleva nell'intervista. "Da mesi - aggiunge - assistiamo a un desolante caos dei dati sul lavoro che indebolisce l'Istat e disorienta i cittadini. Il governo fa il suo mestiere, ma a me preoccupa molto quando si sbandierano dati positivi dello 0,1%, anche perche' poi portano al dietrofront il mese dopo". Sui giovani e la relativa Garanzia: "I risultati non ci sono stati. Vanno trovati altri strumenti". Per Alleva: "Siamo fuori dalla recessione, ma la crescita e' un'altra cosa". Gli sgravi per le assunzioni "creano le condizioni migliori per assumere, ma per ora non stanno alzando l'occupazione. Li hanno sfruttati le piccole imprese, quelle più grandi hanno bisogno di più tempo.

Sulla disoccupazione giovanile infatti, il presidente dell'Istat ritiene che, "i risultati non ci sono stati. Le cose vanno fatte bene, e trovati forse altri strumenti, come per esempio il reddito minimo". Alleva, dopo aver analizzato al proposito la proposta del M5S sul reddito, avanza una apertura di credito su questa proposta: "Ridurrebbe di molto la povertà ed è ben congegnato perché proporzionato al reddito e versato al singolo, che così ha autonomia di scelta. Andrebbe però attuato bene per evitare che incentivi il lavoro nero, su cui l'Italia non ha mai fatto vere politiche di contrasto. Costa 14,9 miliardi, ma non è all'ordine del giorno. Così ci priviamo di una misura di welfare adottata in gran parte dei Paesi europei".

Fonte: contropiano.org

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