Alexis Tsipras con il portavoce del governo, Gavriil Sakellaridis. (ANGELOS TZORTZINIS/AFP/Getty Images)
Cinque dei principali partiti della Grecia, compresi quelli di governo (Syriza e Greci Indipendenti), hanno sottoscritto un documento in cui si impegnano a sostenere il primo ministro Alexis Tsipras, impegnato nei prossimi giorni a riavviare le trattative con i creditori internazionali per ottenere un nuovo piano di aiuti economici. La riunione dei leader di partito si è tenuta alla presenza del presidente greco ed è stata voluta dallo stesso Tsipras, in seguito all’esito del referendum di domenica 5 luglio in cui i No alle proposte dei creditori hanno ottenuto più del 60 per cento dei voti.
Il sistema finanziario della Grecia rischia in questi giorni il collasso e ci sono dubbi, da parte degli analisti, sulla possibilità che le banche riescano ad avere liquidità per permettere prelievi di nuovo contante fino alla fine della settimana. A tal proposito sono attese le decisioni della Banca Centrale Europea, che potrebbe disporre una nuova linea di credito di emergenza per i prossimi giorni: è probabile però che la BCE rimandi le decisioni in attesa della riunione di domani a Bruxelles tra i capi di stato e di governo europei.
Nella mattina di oggi il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis ha annunciato le sue dimissioni, spiegando di avere deciso di lasciare in seguito alle pressioni ricevute dall’Eurogruppo e per dare più possibilità a Tsipras di portare avanti il negoziato. Varoufakis era tra gli interlocutori più intransigenti del governo greco e soltanto sabato aveva definito “terrorista” l’operato dei creditori internazionali. Il nuovo ministro delle Finanze, dicono i media greci, sarà Euclid Tsakalotos, che ha avuto un ruolo importante fin qui nei colloqui tra il governo greco e i creditori internazionali.
Diversi leader europei hanno chiesto al governo Tsipras di portare nuove proposte da cui partire nel corso dei prossimi incontri. Nella giornata di oggi Tsipras ha sentito la cancelliera tedesca Angela Merkel, ma non sono stati diffusi dettagli sulla loro telefonata. C’è una nuova scadenza da tenere presente: il 20 luglio la Grecia dovrà rimborsare 3,5 miliardi di euro alla BCE. Per molti questo mancato pagamento avrebbe conseguenze ben più gravi rispetto al default della Grecia della scorsa settimana nei confronti del FMI: se il paese non restituirà il prestito, la BCE sarà costretta a interrompere l’ELA, le banche crollerebbero e la Grecia sarebbe costretta in ultima istanza a uscire dall’euro.
Fonte: Il Post
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