venerdì 31 luglio 2015

Un bambino palestinese è stato bruciato vivo in un rogo causato da coloni israeliani

Un gruppo di estremisti israeliani ha dato fuoco a due case in Cisgiordania, uccidendo un bambino d 18 mesi

Violenti scontri durante la demolizione di due case abusive di coloni israeliani in Cisgiordania, il 28 luglio 2015. Credit: Amir Cohen

La notte del 30 luglio Ali Saad Dawabsheh, un bambino palestinese di 18 mesi, è morto tra le fiamme, in un rogo appiccato da quattro coloni israeliani.

I suoi genitori e il fratello di quattro anni sono stati ricoverati per le ferite riportate durante l'incendio, secondo quanto riferisce Al Jazeera. I dottori dell'ospedale di Nablus hanno detto che la famiglia ha ustioni e bruciature su quasi tutto il corpo.

All'alba del 31 luglio un gruppo di israeliani estremisti ha bruciato due case nel villaggio di Duma, a sud della città di Nablus, in Cisgiordania. Con delle bombolette spray, i coloni hanno poi scritto la parola "vendetta" sui muri e "lunga vita al Messia".

"Questo attacco contro dei civili è un atto barbarico di terrorismo", ha dichiarato il colonnello Peter Lerner, aggiungendo che l'esercito israeliano condanna fortemente il gesto e sta cercando di localizzare i responsabili.

Vicino al villaggio di Duma ci sono tre insediamenti israeliani illegali. Secondo le Nazioni Unite, nel 2015 sono stati riportati almeno 120 attacchi da parte di coloni israeliani in Cisgiordania.

Secondo quanto riferisce The Guardian, l'attacco potrebbe essere una ritorsione contro la recente demolizione di due edifici nel vicino villaggio di Beit El, ordinata dalla Corte suprema israeliana perché le case erano state costruite illegalmente su terreni palestinesi. Nei giorni scorsi ci sono stati violenti scontri tra i coloni e la polizia israeliana.

Fonte: The Post Internazionale

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