venerdì 31 luglio 2015

Caso Azzollini, la resa del PD e la vittoria di Alfano

Il partito di Renzi salva il senatore NCD e riaccende le polemiche al suo interno. Di Battista: 'Berlinguer si starà rivoltando nella tomba'.


Di Pietro Giunti

Oltre il caso Azzollini, il vuoto. C’è qualcosa che va ben oltre la grazia regalata dal PD al senatore del Nuovo Centrodestra. C’è il disarmante comportamento di una classe politica che nemmeno si nasconde più dagli occhi dell’opinione pubblica. Cambiano gli esecutivi ma i meccanismi restano gli stessi. Persino l’immagine del nuovo proposta da Renzi è finita con l’annebbiarsi, con il suo governo alla perenne ricerca di sostegni esterni (vedi Verdini). Dopo che il Senato ha votato no all’arresto dell’uomo di Angelino Alfano, la bagarre è nuovamente scoppiata. Non una novità nel Partito Democratico, alla perenne ricerca di una resa dei conti interna tra correnti.

L’ammissione di Debora Serracchiani
“La decisione della giunta si rispetta e io, se fossi stato un senatore, avrei votato sì all’arresto”. Le parole di Debora Serracchiani, esponente di spicco della segreteria renziana democrat, non lasciano spazio a interpretazioni. Che si tratti di dichiarazione di circostanza o di un’ammissione di responsabilità, poco importa. Il punto cruciale è il comportamento dei senatori di Palazzo Madama che hanno rinnegato il sì all’arresto sancito dai colleghi del PD della giunta per le immunità. Un soccorso nemmeno tanto velato all’alleato Angelino Alfano, che aveva messo sul piatto la fiducia all’esecutivo in cambio della libertà di Azzollini. “Una vergogna per salvare la casta” l’ha definita Felice Casson, componente della minoranza PD e della stessa giunta per le immunità.

Alessandro Di Battista e il PD del malaffare
Mentre erano in corso i festeggiamenti per l’esito del voto benevolo per il senatore di NCD, il Movimento 5 Stelle è tornato alla carica con Alessandro Di Battista. “Renzi è sotto ricatto - ha scritto in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook - ricattato da NCD, il partito più indagato nella storia della Repubblica, che non gli farà passare le sue ‘schiforme’ se in cambio non riceverà indecenti favori come quello di oggi”. Ormai il clima instauratosi è di perenne campagna elettorale anche se, salvo sorprese, difficilmente si tornerà alle urne prima della naturale scadenza della legislatura. “Berlinguer si starà rivoltando nella tomba - ha affermato - il PD (o gran parte di esso) è diventato un punto di riferimento del malaffare”.

Il mercato delle vacche nelle istituzioni
“Il caso Azzollini grida vendetta perché svela l’idea che il Parlamento e alcune decisioni politiche, vengono piegate ai giochi di potere”. A sottolinearlo è Marco Furfaro, membro del Coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà. “Il PD si è arreso al ricatto di Alfano - ha proseguito - altrimenti sarebbe saltato il governo”. “C’è un principio - ha sottolineato l’esponente di SEL - che viene meno al di là di tutto: prima di ogni maggioranza, di ogni governo, di ogni questione di potere, viene il principio che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Piegare questo principio alla tenuta delle maggioranza è la cosa più schifosa e più vecchia del mondo”. “Mi stupisce davvero tanto - ha concluso Furfaro - che colui che si era candidato per rottamare vecchi schemi e inciuci (Renzi ndr), sia adesso il principale esponente di questo sistema degno della Prima Repubblica e della gestione del potere di Berlusconiana memoria”.

Fonte: Blasting News Italia

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