venerdì 17 luglio 2015
Treviso, pogrom razzista. Lega e fascisti a caccia di profughi
Di Luca Fiore
Parlano di ‘poteri forti’ e di ‘rivoluzione’ ma poi se la prendono con i più deboli, con le vittime, e mai con i potenti. Quanto è facile puntare il dito contro i migranti piuttosto che contro i banchieri, gli imprenditori, i politici...
E’ la lunga storia dei movimenti di estrema destra, xenofobi e neofascisti: denunciare alcuni dei mali reali inserendo nella propria propaganda di ‘pancia’ giuste rivendicazioni che rendano più appetibile e credibile il resto delle sciocchezze. Ma quando passa all’azione l’estrema destra prende di mira immancabilmente chi sta peggio, per incanalare la rabbia popolare verso chi sta sotto piuttosto che verso chi sta sopra. Anche perché chi sta sopra, di solito, intrattiene buoni rapporti con i vari movimenti xenofobi e neofascisti e non è il caso di disturbare i manovratori. In tempi di crisi, certi meccanismi diventano più espliciti.
Come a Quinto di Treviso, nel Veneto di Luca Zaia, dove un ‘gruppo di cittadini’ – che poi sono per lo più militanti leghisti, di Forza Nuova e di altre allegre sigle politiche – si sono dati ad un vero e proprio pogrom, ieri sera. Nel mirino della protesta violenta la decisione da parte della prefettura di alloggiare 101 profughi – si 101, non 1000 – all’interno di alcune palazzine in una zona residenziale. Durante la giornata la parte educata dei razzisti ha "protestato" impedendo con le cattive che gli addetti della cooperativa incaricata dell’operazione consegnassero il cibo ai migranti e prendendosela con alcune sedie. Qual è il problema che per qualche settimana un gruppo di poveri cristi trova un rifugio dove poter svolgere una avvisaglia di vita normale dopo anni passati a scappare da guerre, violenze, patimenti? «Hanno trasformato le nostre case, che abbiamo pagato col mutuo, in un campo profughi. Devono andarsene di qui» è la risposta dei residenti.
Che, in serata, hanno forzato la porta di uno degli appartamenti destinati ai richiedenti asilo - teoricamente sorvegliati da polizia e Carabinieri - e poi hanno portato in strada i mobili, i materassi e gli hanno dato fuoco realizzando un bel falò.
I fascisti di Forza Nuova, accampati di fianco al presidio 'dei cittadini', hanno avuto la pensata di sequestrare il mobilio sottratto dagli appartamenti allestiti per i profughi ed hanno diffuso la notizia che li vogliono 'destinare alle famiglie che hanno subito ingenti danni a causa del tornado sulla riviera del Brenta". Peccato che quei materassi, le reti, il resto delle suppellettili ammassate in strada abbiano già fatto una brutta fine. E che pochi giorni fa siano stati alcuni profughi di origine africana ad aiutare i residenti delle località venete di Dolo e Mira colpiti dal tornado e a sgomberare le macerie.
Neanche a dirlo, il governatore, a favore di telecamere, si è ‘schierato con i cittadini’ della zona, in nome del fatto che “il Veneto ospita già troppi immigrati”: “questo presidio va chiuso urgentemente e gli immigrati devono andarsene” ha tuonato il governatore aizzando la piccola folla. Poi Zaia ha rincarato la dose: “Questa non è un’emergenza. Ci hanno dormito sopra per quattro anni, stiamo africanizzando il Veneto. Ho chiesto che l’Uls (l’azienda sanitaria locale, ndr) vi facesse un’ispezione. Penso che i sindaci siano messi nelle condizioni di produrre delle ordinanze se i dati andassero nella direzione della inagibilità dei luoghi. Con il sovraffollamento io se fossi un sindaco farei un’ordinanza di sgombero. I sindaci sono eletti dal popolo e i prefetti non mi risulta si siano mai candidati. Qui comandiamo noi. I veneti scelgono i loro amministratori e i loro sindaci. Il governo non deve mandare più anche un solo profugo. E, purtroppo questi fatti accadono anche in altre regioni d’Italia”.
Sabato, come se non bastasse, a cercare di mantenere vivo l’incendio arriverà anche il boss della Lega Matteo Salvini: “Quello che sta accadendo è intollerabile, via il prefetto se non è in grado di gestire. Questi immigrati devono andar via”.
Per ora il prefetto Maria Augusta Marrosu sembra tenere testa alla canea razzista montata ad arte dai seminatori d'odio: "I residenti che hanno fatto danneggiamenti verranno denunciati. Chi si è comportato male sono gli italiani, non gli stranieri". Ma al momento nessun bravo e integerrimo cittadino di Treviso risulta essere stato denunciato. Eppure un 65enne dipendente della cooperativa Nuova Marghera facility, che si occupa dell’accoglienza, è finito in ospedale dopo essere stato aggredito a calci e pugni dagli squadristi. «Abbiamo individuato uno di Forza Nuova e anche un giovane militare dell’esercito» denuncia il responsabile della cooperativa Marco Merciai.
“L'incendio a Treviso purtroppo non è il primo grave atto razzista e xenofobo che si verifica in Italia e rischia di non esser l’ultimo” denuncia Aboubakar Soumahoro, portavoce della CISPM (Coalizione Internazionale Sans-papiers, Migranti, Rifugiati e Richiedenti asilo) e membro dell’Esecutivo Nazionale del sindacato USB.
“Niente di sorprendente – prosegue Soumahoro - se teniamo conto dell'odio e della paura che certa politica e certe forze politiche hanno coltivato in questi anni, mesi, settimane e giorni, attorno ai ‘migranti’ in quanto causa del malessere economico e sociale dell'Italia e dell'Europa in generale. Chi semina il vento raccoglie tempesta e così alle parole seguono gli atti, anche politici e amministrativi. Come le ordinanze ‘anti migranti’ dei vari sindaci a caccia di consenso, che esprimono la vergogna e la paura di una classe politica incapace di schierarsi dalla parte dei diritti di fronte al rischio di perdere voti. Il tutto nel silenzio-assenso del Governo Renzi”.
“I fatti di Treviso non possono essere giustificati. Tocca a noi, persone accomunate da una condizione permanente e quotidiana di razzismo, sfruttamento e negazione di diritti, rispondere immediatamente, cercando una condivisione generale di questa lotta già a partire dai territori. Per questo ci riuniremo nell’Assemblea Nazionale che si terrà domani a Roma, in via Giolitti 231, dalle ore 10.00, a cui invitiamo tutti a partecipare”.
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Il Comunicato del Cso Django di Treviso:
STIAMO CON I MIGRANTI, RESTIAMO UMANI! A seguito dei fatti accaduti ieri sera a Quinto di Treviso non possiamo che stare al fianco dei migranti umiliati sia da chi cerca di speculare sulle condizioni dei più deboli, sia da chi non vuole trovare una soluzione concreta all’accoglienza di chi attraversa il Mediterraneo con lo scopo di vivere in maniera dignitosa. Riteniamo vergognose e indecenti le ultime dichiarazioni rilasciate da Zaia il quale, nel classico stile leghista e salviniano, cerca di guadagnare consenso e visibilità spostando l’attenzione sui profughi piuttosto che sulla gestione dell’accoglienza, alimentando la solita e regolare retorica del “paroni a casa nostra” senza scrupoli e senza nessuna umanità verso chi scappa dalle guerre, dalla fame e dalle violenze. Dietro al carro si accodano pure i fascisti di Forza Nuova, i quali tentano di sfruttare l’occasione raccogliendo mobili e attrezzature da portare a Dolo e Mira, senza ricordare che nella ricostruzione sono impegnati in prima persona proprio dei rifugiati.
Se in tutto questo bisogna individuare un colpevole, è senza dubbio il Prefetto di Treviso Maria Augusta Marrosu, che invece di affrontare la questione con metodo e intelligenza, continua imperterrita, di proposito, a creare un clima di tensione, paura e disagio, lanciando delle minacce di ghettizzazione confinando centinaia di esseri umani in aree sciatte e insufficienti o, alla peggio, in luoghi disumani e invivibili (ex Caserma Salsa, stazione dei treni). E’ chiaro che quanto successo nelle ultime ore è il risultato di una strategia da parte del Prefetto che con queste provocazioni cerca di accendere un casus belli in modo da mantenere una gestione di perpetua emergenza.
E’ fondamentale la DIGNITA’ nell’accoglienza, quindi non ammassando più di 30 persone nelle strutture ma fornendo dei luoghi agibili e rispettosi degli standard minimi di vivibilità. Allo stesso tempo è necessario favorire politiche di integrazione reale, politiche di inserimento sociale, formazione e solidarietà ponendo fine agli slogan di intolleranza e discriminazione. Alimentare la “guerra fra poveri” come stanno facendo istituzioni e forze politiche del nostro territorio è una strategia volta all’esasperazione; bisogna invece avere il coraggio di attaccare proprio quelle istituzioni responsabili del patrimonio residenziale pubblico che deve essere assegnato a tutti coloro che ne hanno bisogno, coloro che continuano a speculare sulle nostre terre, regalando centinaia di migliaia di euro ai vari mafiosetti del business edilizio, coloro che non si preoccupano di ricostruire le zone devastate dalle catastrofi degli ultimi anni e che invece dispensano fondi a pioggia su chi già comincia ad annusare possibilità di affari, come sempre sulla pelle delle persone. Perché le vittime di tutta questa mala gestione siamo tutti noi, indigeni, migranti, lavoratori e disoccupati, senzatetto e abitanti, nessuno escluso. E i responsabili hanno nomi precisi, incarichi precisi, precise ideologie.
Ecco perché le dimissioni immediate del Prefetto sono un atto non più rimandabile. Cominciamo a riconoscere i colpevoli.
La nostra Treviso è solidale e accogliente!
Cso Django Treviso
Fonte: contropiano.org
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