Una donna ferita dopo un attacco nella città nigeriana di Jos, in Nigeria, nel maggio del 2014
Nella città nigeriana di Jos, nel centro del Paese, sono avvenuti due attacchi. La prima bomba è esplosa nella moschea Yantaya mentre il leader e predicatore religioso, Sani Yahaya Jingir, parlava della coesistenza pacifica tra le diverse fedi religiose.
Sani Yahaya Jingir in passato si era espresso criticamente di Boko Haram.
Una seconda bomba è stata invece fatta esplodere in un ristorante, dove sono morte almeno 15 persone. Gli attacchi hanno causato la morte di 44 persone. Finora i feriti accertati sono almeno 67.
Entrambi gli attentati non sono ancora stati rivendicati, ma sono stati attribuiti al gruppo estremista Boko Haram, che in passato ha preso di mira più volte la città nigeriana di Jos.
Nella scorsa settimana, oltre 200 persone sono morte in seguito ad attentati, avvenuti soprattutto nel nordest del Paese, roccaforte di Boko Haram. Nel corso dell'ultimo anno si temono fino a duemila vittime.
Leggi: i miliziani di Boko Haram sono convinti che i loro figli cresceranno ereditando la loro ideologia anche se dovessero vivere lontani da loro. Per questo, hanno brutalmente violentato e poi messo incinta le donne che hanno rapito. Alcune di queste, ora libere, raccontano le violenze subite.
Fonte: The Post Internazionale
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