Nelle prime ore di martedì 22 novembre (in Italia era la notte di lunedì 21 novembre), c’è stato un terremoto di magnitudo 7.4 (secondo l’istituto sismico giapponese, 6.9 secondo lo statunitense USGS) al largo della prefettura di Fukushima, sulla costa orientale del Giappone. Il terremoto è stato avvertito anche a Tokyo e ha portato alla diffusione di un’allerta tsunami, con stime di ondate alte fino a 3 metri lungo la costa: l’allarme è stato ritirato alcune ore dopo, quando lo tsunami ha prodotto onde intorno al metro di altezza. Seguendo i piani di evacuazione, gli abitanti delle zone costiere a nord e a sud della prefettura di Fukushima hanno raggiunto l’entroterra per ridurre i rischi legati allo tsunami. Terremoto e ondate hanno causato danni limitati e non ci sono notizie di particolari situazioni critiche nelle città lungo la costa.
NHK shows the moment the earthquake struck in Japan pic.twitter.com/nMn1gsDAK7— BuzzFeed News (@BuzzFeedNews) 21 novembre 2016
Il terremoto si è verificato quando in Giappone erano le 6 di mattina (le 22 di lunedì sera in Italia). La televisione NHK ha inizialmente riferito che lo tsunami era stato osservato in mare aperto, prima che raggiungesse la costa. Nelle immagini trasmesse in diretta dalla città di Iwaki, nella prefettura di Fukushima, si è vista l’acqua del mare ritirarsi, il fenomeno che precede lo tsunami.
Sono in corso accertamenti agli impianti nucleari della zona (che non sono operativi, dopo il disastro nucleare del 2011): la società elettrica di Tokyo ha detto che il reattore della centrale di Fukushima Daini si è fermato, ma che contiene acqua a sufficienza perché il sistema di raffreddamento funzioni abbastanza a lungo da non rappresentare un pericolo.
Japanese tv is showing the Fukushima area, just struck by a 7.3 earthquake: the tsunami sirens are audible pic.twitter.com/AntYGm9dFA— Anna Fifield (@annafifield) 21 novembre 2016
Nel 2011 un terremoto di magnitudo 9.0 e un successivo maremoto avevano danneggiato gravemente la centrale nucleare di Fukushima Daiichi, causando uno dei più gravi disastri nucleari della storia dopo quello di Chernobyl, in Ucraina, del 1986.
Fonte: Il Post
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