mercoledì 30 novembre 2016

I dirigenti di Banca Etruria sono stati assolti

Nel primo procedimento per il fallimento della banca toscana: la sentenza potrebbe avere effetti anche sulle indagini in corso


Tre dirigenti di Banca Etruria sono stati assolti dal tribunale di Arezzo nel corso di uno dei procedimenti sul fallimento dell’istituto. L’ex presidente Giuseppe Fornasari, l’ex direttore generale Luca Bronchi e il direttore centrale Canestri Davide Canesti erano accusati di ostacolo alla vigilanza per due episodi avvenuti nel 2011 e nel 2012. Secondo l’accusa i tre manager avevano finanziato in maniera irregolare gli acquirenti di una società del gruppo. Successivamente, sempre secondo l’accusa, avrebbero nascosto la gravità di alcuni crediti deteriorati (cioè prestiti non più esigibili) all’interno del bilancio.

Il giudice per le indagini preliminari Annamaria Lopresti ha assolto tutti e tre gli imputati perché “il fatto non sussiste”, nel primo caso, e perché “il fatto non costituisce reato”, nel secondo. I magistrati avevano chiesto tra i due anni e i due anni e otto mesi per i tre imputati. Banca Etruria, insieme ad altre tre banche popolari, si è trovata in una situazione molto difficile nel corso del 2015 e in autunno è stata salvata con un intervento del governo, che ha applicato un versione parziale della procedura di bail-in.

I tre manager e altri dirigenti della banca sono indagati in altri procedimenti in cui vengono ipotizzati reati come truffa, fatture false e bancarotta. Non è chiaro se tra gli indagati oggi ci sia ancora il padre del ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, che per alcuni anni è stato consigliere d’amministrazione della banca. Diversi giornali oggi scrivono che molte di queste indagini, nessuna delle quali è ancora entrato nella fase processuale, si basano sull’ipotesi che i manager della società fossero a conoscenza del pessimo stato di salute della banca e che si siano adoperati per nasconderlo alla vigilanza della Banca d’Italia, agli azionisti e ai clienti della banca. La sentenza di oggi, secondo cui i manager non hanno nascosto informazioni sensibili alla vigilanza, potrebbe quindi avere effetti anche sulle altre indagini.

Fonte: Il Post

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