Tina Anselmi. (ANSA)
È morta Tina Anselmi, importante politica italiana della Prima Repubblica, nota soprattutto per essere stata la prima donna a fare la ministra. Nata nel 1927 a Castelfranco Veneto, Anselmi è morta nella sua casa: aveva 89 anni. I funerali saranno celebrati venerdì 4 novembre nel Duomo di Castelfranco Veneto.
La sorella di Tina Anselmi, durante un convengo sui settant’anni di voto alle donne, ha raccontato: «Mio padre ha chiamato la prima figlia Tina, perché era il nome della cagnetta che gli aveva salvato la vita quando era militare, ed era diventata la mascotte del suo gruppo. Per accontentare il parroco, che non voleva un nome del genere, ha chiamato la seconda figlia, me, Maria». Il padre di Tina Anselmi era un aiuto farmacista, aveva idee socialiste e fu per questo perseguitato dai fascisti. La madre gestiva un’osteria insieme alla nonna. Quando aveva 17 anni, con il nome di battaglia “Gabriella”, Tina Anselmi entrò nella Resistenza: divenne una staffetta della brigata Cesare Battisti per poi passare al Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà.
Dopo la Seconda guerra mondiale aderì alla Democrazia Cristiana, si laureò in Lettere all’Università Cattolica di Milano e divenne insegnante elementare. In quello stesso periodo si impegnò nell’attività sindacale nella CGIL e poi, dalla sua fondazione nel 1950, nella CISL. Nel 1968 fu eletta in Parlamento – ci restò per sei legislature, fino al 1992, eletta sempre nella circoscrizione Venezia-Treviso – e nel 1976 diventò la prima donna ministro, quando fu nominata ministro del Lavoro in uno dei molti governi Andreotti di quegli anni. Anselmi fu molto attiva nelle cosiddette questioni femminili. In un recente documentario di Anna Vinci intitolato “Tina Anselmi, la grazia della normalità” Anselmi dice: «Dico alle mie nipoti: attente, fate la guardia. Perché le conquiste non sono mai definitive». E ancora: «Quando le donne si sono impegnate nelle battaglie, le vittorie sono state vittorie per tutta la società. La politica che vede le donne in prima linea è politica di inclusione, di rispetto delle diversità, di pace».
Nel 1978 Anselmi fu nominata ministra della Sanità e fu fra i principali autori della riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale. Successivamente fu presidente della commissione di indagine parlamentare sulla P2, della commissione nazionale per le pari opportunità e della commissione nazionale sulle conseguenze delle leggi razziali per la comunità ebraica italiana che concluse i lavori nel 2001. Anselmi è stata anche presidente onoraria dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia. Quest’anno, in occasione della festa della Repubblica e dell’anno in cui si celebrano i settant’anni dal voto alle donne, Poste Italiane ha emesso un francobollo dedicato a Tina Anselmi.
Fonte: Il Post
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