Immagine dall'account Twitter di Al Jazeera
Cinque postazioni militari egiziane nel nord del Sinai sono state attaccate da circa 70 militanti islamisti, nella mattina di mercoledì 1 luglio. L’attacco è stato rivendicato da un gruppo di militanti affiliati all’ISIS. In quest’area si svolgono da tempo scontri tra i militanti islamisti e l’esercito egiziano: il gruppo affiliato con l’ISIS è il più attivo e ha rivendicato molti degli attacchi suicidi avvenuti nella regione nell’ultimo periodo. Oggi è stata attaccata anche una stazione di polizia nella città di Sheikh Zuweid, dicono alcuni testimoni, secondo fonti della sicurezza la strada per raggiungere la città sarebbe stata minata dai militanti. Inizialmente si era parlato di 30 morti solo fra i membri dell’esercito. Secondo i media locali il numero delle vittime potrebbe essere molto più alto. Haaretz dice che sono morte almeno 50 persone, fonti egiziane dicono che almeno 11 dei morti sono soldati egiziani.
Il generale Mohammed Samir, portavoce dell’esercito egiziano, ha affermato che il combattimento è continuato a lungo e che tra gli attacchi di questa mattina ce ne sarebbe stato anche uno suicida con un’autobomba. Israele ha chiuso i suoi passaggi con l’Egitto, quello di Nitzana e quello di Kerem Shalom. L’esercito egiziano sta usando anche elicotteri e aeroplani F-16 per aiutare le truppe coinvolte negli attacchi. L’esercito egiziano ha detto che durante l’attacco sono stati distrutti tre veicoli militari egiziani equipaggiati con fucili antiaerei.
Fonte: Il Post
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