L'ingresso di una sede dall'agenzia anti doping russa (AP Photo/Alexander Zemlianichenko)
L’atteso rapporto dell’indagine indipendente commissionata dall’Agenzia mondiale anti doping (WADA) sul presunto uso sistematico di sostanze dopanti fra gli atleti russi di atletica leggera è stato diffuso lo scorso lunedì. L’indagine è stata guidata da Dick Pound, avvocato canadese ed ex presidente della WADA, e ha rivelato l’esistenza di un sistema creato da alcuni membri della federazione russa per coprire l’uso di sostanze dopanti degli atleti. Questo sistema, secondo le accuse, ha coinvolto il comitato olimpico russo, il ministero dello Sport e l’agenzia anti-doping russa (RUSADA), alcuni membri della IAAF (Associazione Internazionale delle Federazioni di Atletica Leggera) e della WADA.
Il consiglio della IAAF
Le decisioni più importanti spettano ora al consiglio della IAAF, che ha il compito di stabilire le sanzioni da infliggere alla Russia. Il consiglio si riunirà venerdì e la Russia ha tempo fino a giovedì per rispondere ufficialmente alle accuse riportate nel rapporto della WADA. La maggioranza dei membri della IAAF sarebbe favorevole a un’immediata ma temporanea sospensione della Russia dalle competizioni di atletica leggera.
Le decisioni della WADA
La WADA intanto ha già revocato il proprio accredito ai laboratori russi usati per analizzare i test anti doping degli atleti. D’ora in avanti tutti i campioni dei test degli atleti russi dovranno essere esaminati in laboratori esteri. Grigory Rodchenkov, il direttore del laboratorio di Mosca e una delle figure principali del sistema di coperture, si è dimesso. Rodchenkov è accusato di aver distrutto 1417 campioni di test anti doping per sottrarli alle indagini.
L’informatore russo
Andrey Baranov, l’agente sportivo russo che fu tra i primi a denunciare la situazione dell’atletica nel suo paese, ha detto che le indagini non dovrebbero essere focalizzate esclusivamente sulla Russia ma anche sulle attività di altri paesi. Baranov ha citato in particolare Kenya ed Etiopia.
I nomi degli atleti e degli allenatori per cui è stata chiesta la squalifica a vita
Il Guardian ha reso pubblico il nome di uno dei 5 allenatori russi per cui è stata raccomandata la squalifica a vita. Si tratterebbe di Alexei Melnikov, che fu tra i responsabili dell’estorsione di circa mezzo milione di euro alla maratoneta Liliya Shobukhova, successivamente risultata positiva ad un test anti doping. AFP invece ha pubblicato alcuni nomi delle atlete russe per cui è stata chiesta la squalifica a vita: Kristina Ugarova, Tatyana Myazina e Anastasiya Bazdyreva, che si aggiungono alle già note Mariya Savinova, medaglia d’oro negli 800 metri piani dalle ultime Olimpiadi, e Ekaterina Poistogova, vincitrice della medaglia di bronzo.
Athletics doping scandal: key protagonists #WadaReport pic.twitter.com/mYzm4Sc5lJ
— Agence France-Presse (@AFP) 10 Novembre 2015
Le risposte del governo russo
Il portavoce del presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che le accuse alla Russia sono infondate e che se verranno formalizzate, dovranno essere sostenute dai fatti. Ha dichiarato inoltre che il governo non ha nessuna opinione in merito al possibile uso di doping degli atleti russi.
Le indagini sulla IAAF
La polizia francese e l’Interpol hanno chiesto alla commissione di non pubblicare alcune pagine riguardanti l’ex presidente della IAAF, Lamine Diack, ed altri importanti membri dell’organizzazione, tutti già accusati formalmente di aver coperto diversi casi di doping negli ultimi anni e di aver ricevuto in cambio alcune grosse somme di denaro. Secondo le autorità francesi, Diack, che si è dimesso dal CIO dopo essere stato sospeso dalla carica di membro onorario e non ha più nessun ruolo all’interno della IAAF, avrebbe ricevuto più di un milione di euro per coprire alcuni atleti risultati positivi ai controlli anti-doping.
Fonte: Il Post
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