Forze di sicurezza irachene combattono contro i jihadisti del gruppo Stato islamico a Ramadi, il 14 maggio 2015. (Reuters/Contrasto)
Zuhair al Jezairy, giornalista
Recentemente un analista ha terrorizzato gli iracheni prevedendo che presto scoppierà la terza guerra mondiale. “E noi ci troveremo nel bel mezzo dell’inferno. Che dio ce ne scampi!”, ha risposto un anziano venditore ambulante a un giornalista della tv.
Gli iracheni si trovano presi tra la Turchia e i suoi alleati della Nato da una parte e l’Iran sostenuto dalla Russia dall’altra, e temono un aumento delle ostilità dopo l’abbattimento di un aereo militare russo da parte della Turchia e le minacce della Russia ad Ankara. Da Teheran l’ex premier iracheno Nuri al Maliki ha dichiarato che il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan “rischia di scatenare un’altra guerra mondiale”.
Ufficialmente le autorità del Kurdistan iracheno non approvano l’intervento russo in Siria. Il presidente del governo regionale curdo Massud Barzani ha annunciato che non permetterà alla Russia di usare il suo spazio aereo, ma allo stesso tempo teme che Erdoğan aiuti lo Stato islamico per contrastare il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). L’analista Hiwa Osman ha scritto sulla sua pagina Facebook: “Se fossi Putin fornirei al Pkk dei missili antiaerei”.
Intanto nell’ovest dell’Iraq l’esercito iracheno sta circondando la città di Ramadi, occupata dallo Stato islamico. I due schieramenti sono ormai distanti appena 700 metri. I generali iracheni sperano in un aumento dei bombardamenti aerei, anche con la partecipazione della Russia, per poter riconquistare la città entro la fine dell’anno.
(Traduzione di Gabriele Crescente)
Fonte: Internazionale
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