Soldati dell’esercito delle Maldive nella capitale Malé, il 2 novembre 2015. (Mohamed Sharuhaan, Ap/Ansa)
Il presidente della Maldive ha dichiarato lo stato d’emergenza in tutto il paese per 30 giorni per ragioni di sicurezza nazionale, a pochi giorni da un’importante manifestazione dell’opposizione.
Il decreto firmato da Abdullah Yameen, in vigore da oggi, cancella tutti i diritti fondamentali e dà ampi poteri alle forze di sicurezza, che potranno arrestare chiunque sia considerato un oppositore. Sette articoli della costituzione sono stati sospesi, inclusi quelli sulla libertà di assemblea, di espressione e di movimento.
Secondo i mezzi d’informazione locali, il procuratore generale Mohamed Anil ha spiegato che lo stato d’emergenza è stato dichiarato per “la minaccia costituita da armi ed esplosivi nelle mani dei civili”, senza spiegare di quali civili si tratti.
Il presunto attentato al presidente. Il 28 settembre c’è stata un’esplosione a bordo dell’imbarcazione che trasportava Abdullah Yameen. Il presidente è rimasto illeso, mentre sua moglie è rimasta ferita insieme ad altre due persone.
Secondo l’Fbi non si è trattato di una bomba, ma le autorità delle Maldive hanno dichiarato che è stato un attentato. Il 24 ottobre Yameen ha fatto arrestare il vicepresidente Ahmed Adeeb, che gli contende il potere ed è appoggiato da una parte delle forze armate, accusandolo di “alto tradimento” per aver organizzato il presunto attacco.
Pochi giorni fa l’esercito maldiviano ha dichiarato di aver disinnescato una bomba trovata vicino alla residenza del presidente.
Le manifestazioni dell’opposizione. Nei prossimi giorni nel paese è in programma un corteo contro l’esecutivo, organizzato dal principale partito d’opposizione, il Partito democratico delle Maldive (Mdp), per chiedere la liberazione del suo leader, l’ex presidente Mohamed Nasheed. Nasheed è in carcere da febbraio, con l’accusa di aver fatto arrestare un giudice con l’aiuto dell’esercito quando era in carica.
L’arresto di Mohamed Nasheed è stato criticato dalle Nazioni Unite e da diverse organizzazioni non governative, inclusa Amnesty International. Prima di essere messo in carcere, Nasheed aveva chiesto alla comunità internazionale di imporre delle sanzioni contro il governo di Abdullah Yameen.
Nasheed ha lasciato il potere nel 2012 in seguito ad alcune proteste. Secondo i suoi sostenitori in realtà si è trattato di un colpo di stato. Alle elezioni del 2013 aveva vinto al primo turno, ma il risultato era stato annullato per presunti brogli.
Le Maldive sono condizionate da anni da una forte instabilità politica. La crisi politica potrebbe danneggiare l’economia del paese, che ogni anno attrae più di un milione di turisti.
Ci sono anche crescenti timori sulla crescita dell’estremismo islamico, visto che sempre più giovani partono dal paese diretti in Siria per combattere al fianco del gruppo Stato islamico.
Fonte: Internazionale
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