A sinistra il leader taiwanese Ma Ying-jeou, a destra il presidente cinese Xi Jinping. Credit: Pichi Chuang
Il presidente della Cina Xi Jinping e il leader di Taiwan Ma Ying-jeou si incontreranno a Singapore sabato 7 novembre. È il primo incontro dei leader di Cina e Taiwan dalla rivoluzione comunista cinese del 1949 e dalla ritirata dei nazionalisti cinesi oltre lo stretto di Formosa.
L’incontro sarebbe stato organizzato per "scambiarsi opinioni su come promuovere lo sviluppo delle relazione tra i due lati dello stretto di Formosa" così ha dichiarato Zhang Zhijun, il direttore dell’ufficio per gli affari di Taiwan del Consiglio di Stato.
Charles Chen, un portavoce del presidente Ma ha dichiarato che non è stata prevista la stesura di alcun accordo durante l’incontro.
Il vertice di sabato 7 novembre segue la linea d’azione del presidente cinese Xi che sembra più propenso a prendere rischi rispetto ai suoi predecessori in materia di politica estera. L’hanno dimostrato i suoi incontri del 21 ottobre in Regno Unito nella sua visita di due settimane fa e l’incontro con il leader dell’opposizione del Myanmar, Dawn Aung San Suu Kyi, nonostante la Cina abbia sempre appoggiato il regime militare nel Paese.
L’incontro con il presidente Ma avviene in una fase in cui la Cina sta portando avanti una espansione territoriale la costruzione delle isole artificiali dell'arcipelago Spratly nel Mar cinese meridionale. Nonostante ciò, il vertice può essere considerato un gesto di riconciliazione nei confronti del leader del partito Kuomintang, che rischia di perdere le elezioni del gennaio 2016, ma potrebbe anche favorire il partito di opposizione di Taiwan, il Democratic Progressive Party (Dpp), che è dato come favorito.
Nonostante negli ultimi anni i legami tra Cina e Taiwan siano migliorati, il governo Cinese continua a sostenere la stessa linea politica di sempre per quanto riguarda l’isola oltre lo stretto di Formosa, sostenendo che la riunificazione tra la provincia separatista e la Cina continentale debba necessariamente avvenire, se necessario anche con la forza.
L’ultimo incontro tra i leader di Cina e Taiwan avvenne nel 1945, quando il leader di Kuomintang Chiang Kai-shek e il rivoluzionario cinese Mao Tse-tung si incontrarono a Chongqing, la capitale cinese al tempo della seconda guerra mondiale. Degli altri incontri, ma tra rappresentanti di livello più basso per entrambe le parti, continuarono a esserci anche dopo quel vertice, ma Mao e Chiang non si videro più.
Da quando il Kuomintang si è stabilito sull’isola di Taiwan, che è stata sotto il controllo giapponese fino al 1945, ha voluto sempre mantenere il nome di Repubblica di Cina e si era anche inizialmente riproposto di riconquistare la Cina continentale.
Da allora, però, le relazioni tra Taiwan e Cina sono migliorate: gli scambi commerciali sono aumentati e sono state attenuate le restrizioni sui viaggiatori cinesi, dando loro la possibilità di visitare l’isola molto più facilmente.
Diversi leader di Pechino sono stati cauti, tuttavia, in merito agli incontri con i rappresentanti di Taiwan perché hanno paura che, così facendo, potrebbero in qualche modo legittimare il governo dell’isola, che la Cina ha invece tentato di isolare per più di mezzo secolo.
Anche a Taiwan la situazione non è molto differente: secondo alcuni analisti, nonostante il partito Kuomintang non stia ottenendo dei buoni risultati nei sondaggi di opinione, il popolo taiwanese vuole mantenere lo status quo e non desidera l'annessione alla Cina continentale.
Taiwan è ufficialmente chiamata Repubblica di Cina, è di fatto indipendente dalla Cina e ha una sua costituzione, ma la sua indipendenza non è stata mai formalizzata. Non è un membro delle Nazioni Unite e ha per tanto tempo lottato contro l’isolamento diplomatico.
Fonte: The Post Internazionale
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