martedì 8 settembre 2015

Sacra Rota, Papa Francesco cambia tutto: “Deciderà il Vescovo”

Il Pontefice emette due lettere "motu proprio" sulle nullità matrimoniali: superata la necessità della doppia conforme, più spazio per il procedimento davanti al vescovo


Sacra Rota, Papa Francesco cambia tutto: “Processi più veloci” per le nullità matrimoniali, uno dei veri e propri punti fermi dell’azione pontificale di Mario Bergoglio, da tempo impegnato in un’azione decisa di riforma delle norme canoniche e religiose sul matrimonio – sempre attento, però, è l’aggiunta, a non intaccare il primato dell’”indissolubilità del vincolo”. Preoccupazioni che sono state e saranno al centro della riflessione anche dei due Sinodi della Famiglia, quello straordinario dello scorso ottobre, e quello ordinario, che aprirà in Vaticano il mese prossimo: “I sacramenti sono gratis, e quanto vorrei che tutti i procedimenti matrimoniali fossero liberi da qualsiasi costo”, ha esclamato, tempo fa, il Pontefice.

SACRA ROTA, PAPA FRANCESCO CAMBIA TUTTO: “DECIDERA’ IL V” Nell’ambito della riflessione sul posto dei divorziati risposati nella Chiesa si inserisce quella, corposa, sulle nullità matrimoniali: molte unioni celebrate in Chiesa, infatti, sarebbero “come mai celebrate” e sveltimento e facilitazione delle procedure di nullità potrebbero essere la strada per risolvere la gran parte del problema alla radice. Oggi sono stati presentati in Vaticano i due provvedimenti “motu proprio”, ovvero emessi direttamente dalla cattedra di Pietro: i provvedimenti, «Mitis Iudex Dominus Iesus» e «Mitis et misericors Iesus», destinati l’uno alla chiesa di Roma e l’altro alle chiese Orientali in comunione con il Vaticano, “dettagliano tempi e modi di una riforma che va a semplificare le procedure al fine di snellire l’intero processo di nullità e fatta salva ovviamente (al di là dei tempi) la certezza morale del giudice”, scrive Paolo Rodari su Repubblica.

Del tema ne ha dibattuto ampiamente anche il Sinodo dei vescovi sulla famiglia dello scorso ottobre. Tanto che, con ogni probabilità, la riforma papale seguirà le indicazioni del Sinodo, partendo dalle tre linee allora individuate: la cancellazione della necessità per le coppie di ottenere una sentenza conforme in appello, l’istituzione di giudizi monocratici e la potestà — per la verità molto dibattuta dai padri sinodali — per il vescovo diocesano di dichiarare nullo il matrimonio.

E in effetti, nei motu proprio pubblicati oggi, tutto va come da programma. La prima linea di riforma sarà quella annunciata dal Papa stesso all’inaugurazione dell’anno giudiziario della Rota Romana: “Il Papa aveva toccato l’argomento dicendo che «il giudice, nel ponderare la validità del consenso matrimoniale, deve tener conto del contesto di valori e di fede — o della loro carenza o assenza — in cui l’intenzione matrimoniale si è formata».

In poche parole, il tribunale dovrebbe appurare se i due coniugi conoscevano i contenuti della fede cattolica al momento della promessa di matrimonio”. In questo modo, molti matrimoni canonici molto semplicemente saranno dichiarati nulli. Altre proposte che il Papa ha formalizzato muovono dalle riflessioni del Sinodo dei Vescovi, in particolare sul ruolo del vescovo diocesano che da adesso in poi presiederà “il processo più breve” che si instaurerà se ci siano prove evidenti della nullità del vincolo matrimoniale e se entrambi i coniugi ne facciano richiesta: contro le decisioni del Vescovo, giudice unico, ci si potrà poi appellare al vescovo metropolita o al tribunale della Rota Romana. Salta anche l’obbligo della cosiddetta “doppia conforme”: per dichiarare la nullità del vincolo, finora, servivano due sentenze uguali. Repubblica spiega come cambia ora il quadro.

Con la riforma varata dal Pontefice, anche quando il vescovo stabilisce che si faccia un processo ordinario, esso dovrà celebrarsi entro un anno al massimo, e la sentenza sarà esecutiva se non ci sarà appello o le motivazioni dell’appello saranno manifestamente infondate

La sentenza doppia conforme era stata introdotta da Benedetto XIV, il codice di diritto canonico, salvo alcuni limitati aggiustamenti, era sostanzialmente fermo dal 1700.

Copertina: Getty Images

Fonte: Giornalettismo

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