L'incontro tra il presidente armeno Serzh Sargsyan e quello azero Illham Aliyev a Vienna. Credit: Reuters
Il presidente armeno Serzh Sargsyan e quello azero Illham Aliyev hanno concordato sulla necessità di trovare un accordo per la risoluzione pacifica del conflitto del Nagorno-Karabakh.
Il Nagorno-Karabakh è ufficialmente un’enclave a maggioranza etnica armena in territorio azero. Dopo l’implosione dell’Unione Sovietica, la regione è stata contesa da Armenia e Azerbaijan in una guerra che ha consolidato la nascita di una repubblica de facto indipendente governata dai separatisti armeni e non riconosciuta dalla comunità internazionale. Il conflitto rimane irrisolto dopo la tregua del 1994.
I due capi di stato si sono incontrati ieri 16 maggio a Vienna, in occasione del vertice multilaterale dei ministri degli Esteri su Siria e Libia.
Il “Gruppo di Minsk” – creato dall’Osce nel 1992 proprio per risolvere la disputa fra i due paesi caucasici e presieduto congiuntamente da Stati Uniti, Russia e Francia – si è riunito per la prima volta dopo il riaccendersi delle tensioni del mese scorso, quando l’esercito azero e i separatisti armeni hanno ripreso le ostilità, causando più di trenta vittime e centinaia di feriti.
Entrambe le parti si accusano di aver provocato la recente escalation bellica. Mentre l’Armenia sottolinea la necessità di proteggere la popolazione locale e minaccia il riconoscimento unilaterale della de facto repubblica indipendente, l’Azerbaijan fa appello a Onu, Unione europea e Nato affinché Yerevan liberi tutti i territori occupati e garantisca la sua integrità territoriale.
Nonostante le tensioni, Armenia e Azerbaijan si sono impegnate a portare avanti i negoziati a giugno e, nel frattempo, a vigilare sulla nuova fragile tregua, rafforzandola.
Alla fine del vertice, l’Osce ha rilasciato un comunicato sulle posizioni dei co-presidenti del Gruppo di Minsk i quali hanno ribadito che non ci può essere una soluzione militare al conflitto. I co-presidenti hanno insistito sull’importanza di rispettare gli accordi del 1994.
Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov si è detto ottimista, dichiarando che c’è margine per un compromesso e per la piena risoluzione del conflitto.
Fonte: The Post Internazionale
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