Panama City. Credit: Carlos Jasso
Mossack e Fonseca, lo studio legale con sede a Panama al centro della più grande fuga di documenti riservati della storia, ha assistito un finanziere di alto rango del governo di Bashar al-Assad, Rami Makhlouf, cugino dello stesso presidente siriano.
Nel 2008 gli Stati Uniti avevano imposto sanzioni contro di lui perché aveva "manipolato il sistema giudiziario siriano e utilizzato funzionari dei servizi segreti siriani per intimidire i suoi rivali in affari" e che egli beneficiasse "in modo improprio e favorisse la corruzione pubblica di funzionari del regime siriano". È nella lista nera anche il fratello, Hafen Makhlouf, dal 2007.
I documenti mostrano, tuttavia, che la società di Panama ha continuato a lavorare con i fratelli Makhlouf, e nel gennaio 2011 ha respinto i consigli di alcuni consulenti che invitavano a tagliare i legami con la famiglia in concomitanza con lo scoppio del conflitto in Siria.
Un responsabile di Mossack Fonseca scriveva: "Credo che se un individuo si trova su una lista di persone che hanno subito sanzioni, allora questa è una bandiera rossa e dobbiamo fare ogni sforzo per dissociarci da loro".
Anche se Mossack Fonseca non era legalmente tenuto a rispettare le sanzioni imposte degli Stati Uniti, aveva invece l'obbligo di reagire alle misure imposte dall’Unione europea nel maggio 2011 e poi estese alle Isole Vergini Britanniche nel giugno dello stesso anno. Ci sono voluti altri mesi, fino al settembre 2011, prima che Mossack Fonseca accettasse di slegarsi dalla società di Makhlouf.
I documenti rivelano inoltre che grazie alle pressioni da parte della banca britannica HSBC, Makhlouf sia stato in grado di mantenere i suoi conti bancari svizzeri aperti durante il primo periodo della guerra in Siria.
I documenti delineano quindi come Mossack Fonseca, HSBC e funzionari britannici abbiano assistito Makhlouf, la cui famiglia aveva un patrimonio del valore di 5 miliardi di dollari prima della guerra, e controllava il 60 per cento dell’economia siriana, tra cui la società telefonica Syriatel, registrata alle Isole vergini britanniche.
Tra i clienti di Mossack Fonseca ci sono anche 33 persone o aziende che sono state messe nella “lista nera” delle sanzioni degli Stati Uniti, tra cui società con sede in Iran, Zimbabwe e Corea del Nord.
Alcune delle imprese erano state registrate prima che fossero imposte sanzioni internazionali. Ma in molti casi Mossack Fonseca ha continuato ad agire con questi clienti anche in seguito.
Ad esempio, la DCB Finance era stata fondata nel 2006 a Pyongyang, è stata poi messa sotto sanzioni dagli Stati Uniti per aver raccolto fondi per il regime nord coreano e per aver finanziato al programma di armamento nucleare del regime.
Fonte: The Post Internazionale
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