Credit: Carlos Jasso
I Panama papers sono i documenti diffusi da una inchiesta giornalistica condotta dall’International consortium of investigative journalists, insieme al quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, e ad altre 100 testate giornalistiche di tutto il mondo (per l’Italia ha preso parte all’inchiesta il settimanale l’Espresso).
L’inchiesta rivela la pratica del trasferimento di ricchezze nei paradisi fiscali da parte di migliaia di imprenditori, politici e personaggi dello spettacolo di tutto il mondo. Con undici milioni e mezzo di documenti, si tratta probabilmente della più grande fuga di notizie della storia.
L’inchiesta coinvolge leader politici del calibro di Vladimir Putin, il presidente ucraino Poroshenko e il premier britannico David Cameron. E ancora, il primo ministro islandese e quello pakistano, il re saudita, i figli del presidente dell’Azerbaigian, o alti funzionari della Fifa e di altre organizzazioni, oltre al calciatore Lionel Messi. Tra le banche coinvolte anche i colossi Ubs e Hsbc.
I 2,6 terabyte di dati, tra messaggi di posta elettronica, fogli di calcolo, rapporti aziendali e altri documenti, e che prendono in considerazione un periodo che va dal 1977 al dicembre del 2015, sono stati rivelati da una fonte anonima dello studio legale Mossack Fonseca, la società con sede a Panama ma con filiali in tutto il mondo, a cui i clienti si rivolgono per creare società offshore.
Le società offshore sono quelle società registrate in base alle leggi di uno stato estero, spesso con pochi controlli fiscali come ad esempio Panama, Cipro, le isole Vergini e altri, ma che conducono le proprie attività fuori da quello stato. Lo studio legale e di consulenza era stato fondato nel 1977 da Jurgen Mossack e Ramon Fonseca.
I giornalisti coinvolti nell’inchiesta, iniziata ormai un anno fa, sono circa 370 e sono di almeno 80 paesi diversi.
Non sempre avere dei conti offshore è sinonimo di illegalità, se queste attività sono dichiarate al fisco. Ma spesso banche, studi legali e privati cittadini utilizzano i paradisi fiscali per riciclaggio di denaro o evasione fiscale e altre attività illecite o addirittura criminali.
In questo caso i documenti hanno rivelato che in molti casi tra quelli analizzati dai giornalisti investigativi, sia gli intermediari che i loro clienti usavano i conti a Panama per nascondere operazioni segrete.
I nomi degli italiani coinvolti sarebbero almeno 800. Luca Cordero di Montezemolo, Giuseppe Donaldo Nicosia, il pilota Jarno Trulli, oltre a Unicredit e Ubi banca sono solo alcuni di loro.
Fonte: The Post Internazionale
1 commento:
Panama Papers forse è una manovra per discreditare qualcuno
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