(AP Photo/Boris Grdanoski)
Oggi la Commissione Europea ha presentato un nuovo piano per affrontare la cosiddetta crisi dei migranti. Nei prossimi tre anni circa 700 milioni di euro saranno messi a disposizione di quegli stati che si trovano a gestire le frontiere dell’Unione, quindi Italia e soprattutto Grecia. Soltanto una piccola parte di questi fondi andrà direttamente ai governi: il resto, e per la prima volta, sarà trasferito direttamente alle agenzie delle Nazioni Unite e alle ONG che in quei paesi si occupano di gestire l’emergenza. Parallelamente, il piano prevede anche una maggiore cooperazione con la Turchia per cercare di bloccare in partenza il flusso dei migranti. Il piano sarà discusso dai capi di stato e di governo dell’Unione lunedì prossimo.
Si tratta di un importante cambio di strategia rispetto al passato. Fino a questa settimana, infatti, la Commissione aveva tentato di spingere gli stati membri a dare una risposta comune alla crisi dei migranti, per esempio lavorando a un accordo per distribuire i richiedenti asilo in maniera proporzionale su tutto il continente. Il piano approvato lo scorso autunno prevedeva la redistribuzione di 160 mila migranti nei due anni successivi: dopo diversi mesi, però, i richiedenti asilo effettivamente trasferiti sono solo poche centinaia e alcuni stati membri hanno già fatto sapere che non sono disposti ad accoglierne altri.
Diversi stati membri, inoltre, stanno reagendo alla crisi con decisioni unilaterali. L’Austria, per esempio, prima ha minacciato di ripristinare i controlli alla frontiera italiana e poi ha imposto una quota massima giornaliera per gli ingressi di richiedenti asilo nel suo territorio; una decisione che viola le regole Europee, ha subito dichiarato la Commissione. La decisione dell’Austria ha causato una serie di reazioni a catena in tutti i paesi balcanici, con il risultato che oggi il passaggio dei migranti è sempre più difficile: Slovenia, Croazia e Serbia hanno tutte stabilito quote massime di ingressi giornalieri e hanno rinforzato i controlli ai confini; la Macedonia ha chiuso tutti i varchi con la Grecia e martedì ci sono stati scontri e tensioni tra la polizia al confine e i migranti che cercavano di passare.
A causa di questa situazione, in Grecia sono rimasti bloccati migliaia di migranti che avrebbero voluto proseguire verso il centro e il nord Europa. Soltanto al confine con la Macedonia ci sono 8.000 migranti accampati: circa 4.000 sono ospitati in due campi costruiti dall’esercito greco, mentre gli altri hanno trovato riparo in rifugi di fortuna. In tutto, 24 mila richiedenti asilo in Grecia hanno bisogno di ripari e assistenza. Il governo Tsipras ha chiesto 500 milioni di euro per gestire i circa 100 mila migranti che si trovano attualmente nel paese. Secondo le anticipazioni pubblicate oggi, il piano della Commissione prevede di assegnare alla Grecia 300 milioni per il 2016.
La Commissione continuerà a insistere sul piano di ricollocamenti e ha fatto sapere che gli stati che si rifiuteranno di rispettare le quote di accoglienza previste dal piano rischiano di subire una procedura di infrazione. Il piano però non è considerato di dimensioni sufficienti né abbastanza rapido da eseguire per rimediare alla situazione greca. Secondo il governo greco, infatti, altri 50-70 mila migranti potrebbero arrivare nel paese soltanto nel prossimo mese; e come ha detto Yannis Mouzalas, ministro greco per le Politiche migratorie, questa volta «il flusso si fermerà qui».
Fonte: Il Post
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