Le barricate a San Cristóbal, nello stato di Táchira, in Venezuela, il 19 febbraio. (Carlos Eduardo Ramirez, Reuters/Contrasto)
- Le proteste contro il governo di Nicolás Maduro, il successore di Hugo Chávez, in Venezuela sono cominciate il 2 febbraio con la contestazione di una squadra di baseball cubana sull’isola Margarita. Nei giorni successivi gli studenti universitari hanno manifestato chiedendo maggiore sicurezza. Le proteste sono cominciate nello stato di Táchira, ma poi si sono estese al resto del paese.
- Dopo dieci giorni di tensione, il 12 febbraio tre persone – due manifestanti e un membro di un collettivo filogovernativo – sono state uccise a colpi di arma da fuoco negli scontri scoppiati al termine di una manifestazione dell’opposizione che chiedeva le dimissioni di Maduro.
- I motivi delle manifestazioni sono l’alto tasso di criminalità, la carenza di prodotti di base come latte e carta igienica, i frequenti blackout e l’inflazione che ha superato il 50 per cento.
- L’opposizione venezuelana è divisa. Il candidato che aveva sfidato Maduro alle presidenziali del 2013, Henrique Capriles, ha rifiutato di partecipare alle proteste del 12 febbraio, sostenendo che le manifestazioni non sono il modo giusto per far cadere il governo, lasciando la scena a un altro leader dell’opposizione Leopoldo López, ex sindaco di Chacao, che è emerso come leader alternativo dell’opposizione.
- Maduro ha condannato le manifestazioni e ha parlato di un tentativo di colpo di stato orchestrato dai nazifascisti.
- Il 13 febbraio il presidente Maduro ha emesso un ordine di arresto per Leopoldo López, con l’accusa d’incitamento alla violenza e danni alla proprietà pubblica, omicidio e terrorismo per aver guidato le manifestazioni contro il governo del 12 febbraio. Queste ultime due accuse sono decadute, ma è rimasta in piedi l’accusa di istigazione alla violenza. Lòpez rischia dieci anni di carcere.
- Dopo qualche giorno di latitanza, López si è consegnato alle autorità durante una manifestazione contro Maduro il 18 febbraio. Lo stesso giorno nella capitale c’è stata una manifestazione di sostegno al governo.
- Il segretario di stato americano John Kerry ha espresso preoccupazione per l’arresto di un centinaio di studenti dopo la manifestazione del 12 febbraio.
- Il 17 febbraio tre diplomatici statunitensi sono stati espulsi dal paese con l’accusa di cospirare contro il governo.
- Il 21 febbraio il ministro dell’interno Miguel Rodríguez Torres ha annunciato che saranno mandati altri tremila soldati nello stato di Táchira, al confine con la Colombia, dove sono cominciate le proteste.
Fonte: Internazionale
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1 commento:
Uno dei pochi blog e siti che ha parlato della situazione in Venezuela. Complimenti
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