martedì 25 febbraio 2014

La strage dei ragazzi uccisi perché studiavano


29 ragazzini uccisi perché studiavano la cultura degli infedeli, il movimento islamico di Boko Haram continua la sua mattanza alimentando la dura repressione da parte del governo nigeriano.


L’ATTACCO - Sono arrivati di notte al college di Buni Yadi, nello stato Nord-orientale di Yome e hanno ucciso una trentina di ragazzi prima di dare fuoco alla scuola. Secondo gli ufficiali nigeriani molti dei corpi dei ragazzi sono stati ritrovati ormai ridotti in cenere.

LA STRAGE - Il college, una scuola secondaria statale, è diventato un obbiettivo perché fonte di cultura occidentale o comunque non sufficientemente islamica per i gusti del gruppo estremista, che durante l’azione ha ucciso solo i ragazzi, risparmiando le ragazze che invece non sono state toccate. Una notizia positiva in un panorama pessimo, perché Boko Haram ultimamente aveva cominciato a rapire le ragazze per utilizzarle, come già altri gruppi terroristici africani, come addette alla logistica o alle distrazioni sessuali dei guerrieri.

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UN’ECATOMBE - Il bilancio delle vittime dei Boko Haram negli ultimi anni è fatto di decine d’attacchi del genere e di migliaia di vittime, per lo più civili, lasciate sul terreno. Non meno spietata la repressione dei governativi, che rispondono spesso sparando nel mucchio e uccidono, se possibile, più degli stessi Boko Haram, alimentando la rabbia verso il governo centrale nelle regioni settentrionali, albergo di una maggioranza musulmana e casa dei Boko Haram, nome che significa d’altronde «l’educazione occidentale è peccaminosa» e che spiega l’accanimento contro le scuole, le vaccinazioni e certi aspetti sgraditi della cultura occidentale.

L’OFFENSIVA DEL GOVERNO - Solo la settimana scorsa e in una sola azione il gruppo si è reso responsabile della distruzione di un intero villaggio e dell’uccisione dei suoi 200 abitanti, segno evidente che la grande offensiva decisa e molto pubblicizzata dal presidente nigeriano Jonathan Goodluck l’anno scorso non ha dato i frutti sperati, innescando anzi un ciclo di sanguinose rappresaglie contro i civili.

Fonte: Giornalettismo

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