Il ministro degli Esteri ha accettato, dopo l'incontro di oggi al Quirinale il presidente Mattarella
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha ricevuto oggi l’incarico di formare un nuovo governo dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale. Gentiloni ha accettato con riserva. Da almeno un paio di giorni praticamente tutti i retroscena politici pubblicati dai giornali indicavano Gentiloni come il più probabile successore di Matteo Renzi alla presidenza del Consiglio, dopo le sue dimissioni presentate in seguito alla vittoria del No al referendum costituzionale. È prassi che il presidente del Consiglio incaricato accetta con riserva, e che la sciolga poi – positivamente o negativamente – dopo aver consultato i partiti della coalizione che dovrebbe sostenere il governo e avere preparato una lista dei ministri. Durante una conferenza stampa tenuta sabato sera, Mattarella ha detto che l’Italia «ha bisogno in tempi brevi di un governo nella pienezza delle sue funzioni», quindi è probabile che la fase di preparazione per il nuovo governo si svolga piuttosto in fretta: secondo i giornali potrebbe presentare la lista dei ministri a Mattarella già martedì, per poi giurare mercoledì.
Gentiloni è nato nel 1954 a Roma, ed è ministro degli Esteri del governo Renzi dal 31 ottobre 2014, quando ha sostituito Federica Mogherini, diventata alta rappresentante per gli Esteri dell’Unione Europea. Prima era stato ministro delle Comunicazioni nel secondo governo di Romano Prodi, dal 2006 al 2008, ed era stato eletto alla Camera per la prima volta nel 2001, con la Margherita. Nel 2013 si è candidato alle primarie del Partito Democratico a sindaco di Roma, arrivando terzo, dietro Ignazio Marino e David Sassoli.
Se tutto andrà come deve andare, il governo Gentiloni sarà molto simile al governo Renzi: è probabile che alcuni ministri non cambieranno, e sicuramente sarà sostenuto dalle stesse forze politiche, cioè dal Partito Democratico, dal Nuovo Centrodestra, dal gruppo ALA – Scelta Civica e da una serie di partiti più piccoli. Silvio Berlusconi, che ieri ha incontrato Mattarella durante le consultazioni, ha detto che Forza Italia non sosterrà un governo di larghe intese. Il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord, gli altri principali partiti in Parlamento, hanno sempre detto che sarebbero rimasti all’opposizione. Durante le consultazioni di ieri, praticamente tutti i partiti hanno chiesto che il nuovo governo conduca il prima possibile a elezioni: il M5S e la Lega vorrebbero votare subito, mentre alcuni retroscena dicono che il PD preferirebbe aspettare inizio aprile, e Forza Italia ancora più a lungo. Bisogna in ogni caso aspettare il 24 gennaio, quando la Corte Costituzionale si esprimerà sull’Italicum, la legge elettorale approvata dal governo Renzi per la Camera. I partiti hanno anche chiesto a Mattarella che venga “armonizzata” la legge elettorale per la Camera e per il Senato: dato che il referendum costituzionale prevedeva la trasformazione del secondo in una camera di rappresentanza delle regioni, l’Italicum non è stato preparato per il Senato, ma solo per la Camera. La legge elettorale attualmente in vigore al Senato è conosciuta come “Consultellum”, un proporzionale quasi puro.
Fonte: Il Post
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