Il presidente russo Vladimir Putin e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Credit: Osman Orsal
La Turchia e la Russia hanno raggiunto un accordo per il cessate il fuoco in Siria che puntano ad avviare entro la mezzanotte ora locale (le 23 ora italiana) di oggi, mercoledì 28 dicembre 2016. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa statale turca Anadolu.
Secondo quanto si apprende attraverso diverse fonti citate da Anadolu, Ankara e Mosca presenteranno un piano comune alle parti in conflitto per estendere anche al resto del paese la tregua instaurata ad Aleppo questo mese al fine di consentire l’evacuazione di ribelli e civili.
Dal cessate il fuoco, però, saranno escluse non meglio precisate “organizzazioni terroristiche”. Il regime di Damasco considera terroristi tutti i ribelli.
Russia, Iran e Turchia - tutti coinvolti, sebbene su fronti diversi, nel conflitto siriano - avevano annunciato la settimana scorsa di voler promuovere un accordo di pace e i loro rappresentanti si sono incontrati a Mosca martedì 20 dicembre, escludendo gli Stati Uniti, per redigere una dichiarazione comune sui principi fondamentali di tale accordo.
Si svolgeranno quindi nuovi colloqui di pace, separati e indipendenti da quelli promossi dalle Nazioni Unite e in larga parte falliti, che, secondo Mosca, saranno ospitati dal Kazakistan, ma non sono stati ancora resi noti i dettagli e le tempistiche coinvolti.
L'agenzia di stampa Anadolu ha confermato la sede, la capitale kazaka Astana, e ha precisato che la Turchia e la Russia parteciperanno in qualità di garanti.
Il ministro degli Esteri russo ha dichiarato martedì 27 dicembre che il governo siriano del presidente Bashar al-Assad si sta consultando con l’opposizione in vista dei prossimi negoziati di pace.
Tuttavia, l’opposizione rappresentata dall’Alto comitato negoziale, il gruppo che ha partecipato ai colloqui di Ginevra mediati dall’inviato speciale dell’Onu per la Siria, Staffan de Mistura, ha riferito di non essere al corrente di eventuali negoziati, ma di sostenere senz’altro il cessate il fuoco.
Lunedì 22 dicembre si è conclusa la battaglia di Aleppo. Le forze fedeli ad Assad - sostenute dall’aeronautica russa e affiancate da milizie sciite iraniane e quelle della libanese Hezbollah - hanno completato la riconquista dei quartieri orientali della città, un tempo principale e fiorente centro commerciale siriano, in mano ai ribelli dal 2012.
Si teme ora che anche Idlib, altra roccaforte ribelle nel nord della Siria, possa subire la stessa sorte di Aleppo, dove decine di migliaia di civili sono rimasti intrappolati a lungo e le vittime sono state diverse centinaia.
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Fonte: The Post Internazionale
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