Oltre 20 persone, tra cui soprattutto ribelli appoggiati da Ankara, sono morte in un'esplosione al confine tra Siria e Turchia, il 6 ottobre 2016. Credit: Kai Pfaffenbach
L’esplosione di una bomba nel nord della Siria, vicino al confine con la Turchia, ha ucciso oltre 20 persone, tra cui la maggior parte erano miliziani appartenenti a una fazione sostenuta da Ankara, e ne ha ferito decine, giovedì 6 ottobre 2016.
I miliziani ribelli colpiti, appartenenti al gruppo Failaq al-Sham, sono impegnati al fianco delle forze turche nell’operazione Euphrates Shield contro il sedicente Stato islamico, che ha rivendicato online la paternità dell’attacco di oggi.
L’operazione è anche volta a contenere l’espansione territoriale dei miliziani curdi nel nordest della Siria.
Non è chiaro se si sia trattato di un attentatore suicida o di un ordigno piazzato nell’area del valico di frontiera di Atmeh, a ovest di Aleppo.
Tra le vittime c’è anche il capo dell’organismo che si occupa di giustizia civile nei quartieri orientali di Aleppo stessa, quelli in mano ai ribelli, sheikh Khaled al-Sayyed e un giudice che lavorava al suo fianco.
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Fonte: The Post Internazionale
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