(MARIO LAPORTA/AFP/Getty Images)
Lunedì 18 luglio a Trani sono cominciati gli interrogatori dei sei indagati della Procura per l’incidente ferroviario avvenuto sulla linea a binario unico tra Corato e Andria, in Puglia, martedì 12 luglio e in cui sono morte 23 persone. I primi ad essere interrogati sono stati i capistazione di Andria e Corato, da cui è dipeso il fatto che sulla linea a binario unico viaggiassero insieme due treni in direzione opposta. I principali giornali di oggi raccontano come è andata e a che punto sono le indagini.
Gli indagati e i reati contestati
Tra gli indagati dalla procura di Trani per lo scontro dei due treni ci sono Vito Piccarreta, capostazione di Andria, Alessio Porcelli, capostazione di Corato e Nicola Lorizzo, capotreno del convoglio partito da Andria che, nell’incidente, è rimasto ferito (l’altro capotreno e i due macchinisti, in vece, sono morti). Risultano indagati anche tre dirigenti della società privata Ferrotramviaria che gestisce la linea dove è avvenuto lo scontro, la Bari-Barletta.
I reati su cui si indaga sono disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni personali colpose plurime. I cinque magistrati della procura di Trani che indagano sull’incidente hanno anche acquisito diversa documentazione che riguarda la concessione del servizio a Ferrotramviaria da parte della Regione e le carte dell’azienda stessa per capire se le proroghe del contratto «fatte quasi automaticamente», scrive il Sole 24 Ore, «hanno preso seriamente in considerazione il profilo della sicurezza».
Le indagini e le ipotesi sulle cause
I treni coinvolti nelle indagini sono tre: un primo treno proveniente da Corato (ET1642) e i due treni che si sono scontrati, quello partito da Andria (ET1021) e quello partito per secondo da Corato (ET1016). Martedì 12 luglio da Corato sono partiti due treni in successione: il primo è arrivato ad Andria in ritardo, mentre in stazione attendeva di partire il treno in direzione contraria, il secondo è stato invece coinvolto nello scontro, perché intanto il treno in attesa ad Andria aveva ricevuto il via libera per partire. Una cosa certa è che il problema è stato il treno partito da Andria, l’ET1021, che avrebbe dovuto dare la precedenza anche al secondo treno in arrivo da Corato.
Secondo quanto scrivono oggi i giornali, dopo i primi interrogatori, il capostazione di Andria sapeva che da Corato era in arrivo un altro treno, l’ET1016, e che lui stesso stava aspettando in stazione. Ad Andria era già arrivato un primo treno proveniente da Corato (l’ET1642, con circa 20 minuti di ritardo) e il fatto di avere due treni fermi in stazione ad Andria avrebbe spinto il capostazione a un automatismo e a far partire anche l’ET1021 dimenticandosi dell’altro treno che era in viaggio in direzione contraria sul binario unico. Scrive Repubblica:
«Piccarreta, dopo l’arrivo in ritardo di 23 minuti ad Andria del primo treno proveniente da Corato (l’ET1642), avrebbe agito in base a un automatismo generato dal fatto di avere due treni fermi in stazione: ha alzato la paletta e ha fatto partire tutti e due i convogli. Uno verso Corato, l’altro verso Barletta. Questo alle 10.59».
Qualche minuto dopo la partenze, come risulta dai tabulati acquisiti durante le indagini, il capostazione di Andria avrebbe avvertito il collega di Corato, ma a quel punto i due treni si erano già scontrati.
Da giorni si discute poi sui giornali di una correzione fatta a penna sul registro cartaceo di partenza del treno da Andria: a penna c’è scritto l’orario 10.59, mentre quello precedente è ora illeggibile. «L’annotazione a penna con correzione è ritenuta sospetta», dice il Corriere della Sera, «facendo intuire che la partenza effettiva del convoglio sia avvenuta dopo le 11 e poi sia stata modificata». L’ipotesi è dunque che la correzione sia stata il tentativo di coprire une errore. E sempre il Corriere riporta tra virgolette quello che avrebbe detto il capostazione di Andria a questo proposito durante l’interrogatorio: «Non ho modificato l’orario sul registro, quella grafia non è mia» (Questi virgolettati vanno comunque presi con molta precauzione, perché le trascrizioni delle indagini in corso non sono documenti pubblici e se arrivano sui giornali lo fanno in modo indiretto). Repubblica aggiunge:
«Tuttavia, ha spiegato il capostazione, il treno è partito alle 10.59, e se l’orario che era stato apposto in precedenza da Piccarreta non era quello esatto ciò è dovuto al fatto che nei registri di viaggio dei capistazione gli orari non erano poi annotati alla precisione. E’ probabile, quindi, che la correzione a penna non sia così determinante ai fini investigativi. Durante l’interrogatorio, Piccarreta avrebbe spiegato le situazione di stress lavorativo (deve badare ai treni in arrivo, in partenza, ai semafori e ai passaggi a livello) e avrebbe parlato anche della centrale operativa di Ferrotramviaria a Bari che avrebbe potuto accorgersi che due treni si stavano per scontrare, ma non si è accorta di nulla».
Il capostazione di Corato, Alessio Porcelli, avrebbe invece spiegato che il collega di Andria non lo avrebbe avvisato che aveva fatto partire l’ET1021, il treno che si poi si è scontrato con quello proveniente da Corato, l’ET1016.
Fonte: Il Post
Nessun commento:
Posta un commento