venerdì 8 gennaio 2016

L’attentatore di Tel Aviv è stato ucciso

Era tornato nella sua città natale, ad Ar'ara, l'esercito israeliano dice di averlo ucciso durante una sparatoria: ma ancora non si conoscono le ragioni dell'attacco

(AP Photo/Oded Balilty, File)

Venerdì 8 gennaio è stato trovato e ucciso Nashat Melhem, il principale sospettato per la sparatoria avvenuta l’1 gennaio a Tel Aviv in cui tre persone sono state uccise in un bar del centro città. La morte di Melhem è stata confermata ufficialmente da Micky Rosenfeld, portavoce dell’esercito israeliano. Melhem è stato ucciso durante una sparatoria con le forze di polizia israeliane nella sua città natale di Ar’ara, nel nord di Israele. Rosenfeld ha detto che Melhem ha sparato per primo contro la polizia israeliana, che poi l’ha ucciso. Secondo fonti di polizia consultate da Haaretz, Melhem si era rifugiato in un un edificio quando è stato circondato dalla polizia, ed è stato ucciso quando ha aperto fuoco contro i poliziotti probabilmente nel tentativo di scappare.


Da giorni in Israele la ricerca dell’attentatore di Tel Aviv aveva creato agitazione e turbamento, sia per il fatto che la sparatoria fosse avvenuta nel centro di una delle città israeliane più “aperte” e laiche, sia perché il sospettato principale è stato in fuga per giorni, quando di solito i responsabili di questi attacchi in Israele vengono trovati quasi subito.

L’attacco è avvenuto venerdì 1 gennaio. Melhem ha attaccato un bar del centro di Tel Aviv sparando con un’arma semi-automatica, uccidendo tre persone e ferendone altre sette. La polizia aveva inizialmente deciso di non diffondere il suo nome, ma nel pomeriggio di sabato lo ha poi reso noto: Milhem era arabo-israeliano e aveva un’età compresa trai 29 e i 31 anni. Melhem – le cui motivazioni non sono ancora state chiarite – è stato denunciato dal padre, che lo ha riconosciuto dopo che la sua descrizione era stata diffusa; alcuni video dell’attacco – oltre ad alcune foto del sospettato – sono stati pubblicati dai media israeliani.

Diversi suoi parenti hanno raccontato ai media israeliani che Melhem era stato sottoposto a cure mediche per alcuni disturbi mentali e che in passato la sua famiglia era stata costretta a chiamare la polizia a causa di alcuni suoi gesti violenti. Secondo la televisione israeliana Channel 10, un cugino di Melhem è stato ucciso dieci anni fa durante un’operazione della polizia di confine israeliana. Nel 2007 Melhem raccontò di aver aggredito con un cacciavite e cercato di disarmare un militare per vendicare la morte del suo parente.

Fonte: Il Post

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