Un gruppo di migranti tratti in salvo nel Mediterraneo.
Un barcone con centinaia di migranti è affondato venerdì 3 giugno a largo delle coste di Creta. La marina greca è impegnata nelle operazioni di soccorso.
"Il numero di persone in difficoltà potrebbe raggiungere le centinaia. Alcuni migranti sono finiti in acqua. Le navi commerciali che incrociavano in zona hanno lanciato salvagenti e stanno intervenendo per soccorere i migranti", ha fatto sapere l’autorità portuale di Atene.
La marina greca ha inviato subito sul luogo del naufragio, 75 miglia a sud di Creta, due pattugliatori, un aereo e un elicottero.
Il barcone, lungo venticinque metri, è affondato a metà. Finora più di 250 persone sono state salvate, ma il numero totale dei migranti presenti sull’imbarcazione non è ancora noto.
La destinazione dei migranti probabilmente era l’Italia, anche se non si esclude che gli scafisti puntassero alla Grecia tentando di aggirare le navi di pattuglia nell’Egeo.
Non è ancora chiaro da quale paese l’imbarcazione fosse partita: si parla di Libia, Egitto o Turchia, come hanno riferito i primi uomini recuperati.
Già venerdì 27 maggio la polizia portuale aveva intercettato a largo di Creta un'imbarcazione guidata da due sospetti scafisti, un ucraino e un egiziano, con a bordo 65 tra siriani, afghani e pachistani. Due giorni fa un gruppo di 113 migranti era sbarcato sull’Isola, il più grande arrivo dall’inizio della crisi migranti.
Sempre venerdì 3 giugno sono stati trovati 117 cadaveri di migranti lungo un tratto di costa libica, a circa 120 chilometri dalla capitale Tripoli. La maggior parte degli annegati sono originari dell'Africa sub-sahariana e alcuni sono bambini. Lo ha reso noto sul suo account Facebook la Mezzaluna rossa locale.
Non è chiaro né quando né dove abbiano fatto naufragio. Nella zona la scorsa settimana la Guardia Costiera aveva intercettato quattro gommoni con più di 450 persone a bordo e alcuni dei migranti tratti in salvo avevano riferito che "più di cento" potevano essere annegati nella traversata.
Fonte: The Post Internazionale
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