Bud Spencer in una foto dello scorso marzo (Miriam Schmidt/dpa)
Bud Spencer, popolarissimo attore italiano il cui vero nome era Carlo Pedersoli, è morto lunedì a 86 anni in un ospedale di Roma. Era stato famosissimo soprattutto negli anni Sessanta e Settanta per una serie di film comici e spaghetti western assieme a Terence Hill – pseudonimo dell’attore Mario Girotti – ma avrebbe avuto ancora molti successi fino alla fine del secolo. Era nato a Napoli nel 1929 e prima di recitare era stato un titolato nuotatore e pallanuotista, partecipando alle Olimpiadi del 1952, del 1956 e del 1960: il suo primo ruolo era stato una parte marginale nel kolossal hollywoodyano Quo Vadis?.
Dal 1961 cominciò la sua popolare serie di film insieme a Terence Hill, con un personaggio che – con la complicità del suo fisico robusto e del suo aspetto affabile – divenne riconoscibilissimo e amato: quello del pacato partner della coppia capace di grandi quantità di botte e schiaffoni nei confronti dei cattivi, e di posati sarcasmi di accompagnamento.
Quando aveva 11 anni Carlo Pedersoli si trasferì con la famiglia a Roma per motivi legati al lavoro del padre. A Roma iniziò le scuole superiori entrando anche a far parte di un club di nuoto. Finito il liceo con il massimo dei voti, si iscrisse a soli diciassette anni alla facoltà di Chimica che dovette però lasciare nel 1947 perché la famiglia si trasferì nuovamente: a Rio de Janeiro. Lì lavorò come operaio, bibliotecario e anche come segretario d’ambasciata. Tornato a Roma si iscrisse a Giurisprudenza e venne tesserato nella Lazio Nuoto ottenendo buoni risultati ai campionati italiani nello stile libero e nelle staffette miste. Nel 1949 esordì in nazionale e l’anno dopo venne convocato per i campionati europei di Vienna arrivando per due volte in finale. Gareggiò per l’Italia anche alle Olimpiadi di Helsinki del 1952 e come pallanuotista ai Giochi del Mediterraneo di Barcellona.
Carlo Pedersoli partecipò anche alle Olimpiadi di Melbourne del 1956 arrivando in semifinale nei 100 metri stile libero. In quegli anni cominciò la sua carriera nel cinema: venne scritturato come comparsa in Quo Vadis? e poi per altre piccole parti in diversi film, compreso Un eroe dei nostri tempi di Mario Monicelli. Decise però di tornare in Sudamerica lavorando per nove mesi alla costruzione di una lunga strada di collegamento tra Panamá e Buenos Aires e poi fino al 1960 come dipendente dell’Alfa Romeo di Caracas. Nel 1960 tornò a Roma per partecipare alla sua ultima Olimpiade.
Negli anni Sessanta sposò Maria Amato (figlia del grande produttore Peppino Amato), scrisse canzoni ottenendo un discreto successo e conobbe il regista Giuseppe Colizzi che gli offrì una parte nel film Dio perdona… io no! con Mario Girotti: fu la prima volta che la coppia lavorò insieme. A entrambi gli attori venne consigliato di cambiare i loro nomi, considerati troppo italiani per il genere western: Carlo Pedersoli scelse così lo pseudonimo “Bud Spencer”, in onore dell’attore Spencer Tracy e della birra Budweiser. Fu comunque il film Lo chiamavano Trinità di E.B. Clucher a portare al successo la coppia: Bud Spencer e Terence Hill girarono insieme 18 film.
Pedersoli recitò anche per Dario Argento in 4 mosche di velluto grigio (1971) e in Torino nera, film di Carlo Lizzani. Negli anni Settanta partecipò a Piedone lo sbirro diretto da Steno cui seguirono altri tre film. Continuò nel frattempo a lavorare con successo a diversi film in coppia con Girotti e con lui il 7 maggio 2010 vinse il David di Donatello alla carriera. Negli anni Novanta partecipò anche ad alcune serie, come Big Man (1988) a Detective extralarge (1991-1993). Nel 2003 partecipò a Cantando dietro i paraventi di Ermanno Olmi.
Carlo Pedersoli si candidò anche alle elezioni regionali del 2005 a sostegno del presidente uscente Francesco Storace, nelle liste di Forza Italia, ma non venne eletto. Alle elezioni comunali a Roma del 2013 sostenne attivamente la candidatura della figlia Cristiana con il Popolo della Libertà. L’anno scorso a Napoli ricevette una medaglia e una targa per la sua lunga carriera dal sindaco Luigi De Magistris. Ha scritto tre libri: l’ultimo, pubblicato nel 2014, si intitola Mangio ergo sum.
Fonte: Il Post
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