Il trafficante di esseri umani Mered Yehdego Medhane. Credit: Polizia di Stato
Un uomo eritreo di trentacinque anni sospettato di essere uno dei più grandi trafficanti di esseri umani al mondo e di aver inviato migliaia di migranti in Europa, lasciandoli morire nel viaggio a bordo di imbarcazioni fatiscenti, è stato estradato dal Sudan all’Italia nella notte tra martedì 7 e mercoledì 8 giugno.
Mered Yehdego Medhane è il primo boss della tratta di esseri umani a essere stato arrestato in un paese africano, dove molti trafficanti di uomini hanno la loro base operativa, e a venire poi estradato in Italia. Le autorità sudanesi lo hanno trovato lo scorso 24 maggio nel quartiere di El Diem a Khartoum, la capitale, dove viveva in latitanza.
“Medhane è accusato di essere al vertice di una delle più importanti reti criminali specializzate nella tratta di esseri umani che operano nell’Africa centrale e in Libia e organizzano i viaggi via mare verso le coste siciliane. Il successo dell’operazione costituisce una svolta fondamentale nel contrasto al traffico di esseri umani”, ha dichiarato il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi in una nota.
La Procura di Palermo gli dava la caccia da anni e sulla base delle indagini condotte dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dai sostituti Calogero Ferrara e Claudio Camilleri, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi, nell’aprile del 2015 aveva emesso un mandato di arresto internazionale. Questo era avvenuto dopo l’arresto di 24 componenti dell’organizzazione di Medhane, che secondo le autorità italiane aveva organizzato il viaggio in cui morirono 359 migranti in un naufragio a sud di Lampedusa nel 2013.
Durante l'attività d'intercettazione, i telefoni di Medhane monitorati dai pm di Palermo si sono spostati continuamente tra la Libia, il Sudan, l'Etiopia, l'Eritrea e gli Emirati Arabi, ma anche nei Paesi Bassi e in Scandinavia, a riprova del ruolo apicale svolto dall’uomo e della dimensione transnazionale del fenomeno criminoso, “più grande, più complesso e più strutturato, rispetto a quello originariamente immaginato”, come ha spiegato il procuratore Calogero Ferrara.
Medhane poteva contare anche sulla collaborazione dell’altro boss della tratta di esseri umani, l’etiope Ghermay Ermias, ancora latitante. Negli ambienti criminali era conosciuto come “il Generale”, perché si vantava di avere un potere in Libia pari a quello del dittatore Muammar Gheddafi prima della sua destituzione. L’organizzazione di Medhane era una delle più spregiudicate e in alcune occasioni acquistava i migranti rapiti da altre gang criminali africane.
L'uomo avrebbe fatto imbarcare in un solo anno almeno 7-8mila migranti, alimentando un lucroso traffico: secondo le stime, un'imbarcazione con 600 persone frutta ai trafficanti tra gli 800mila e il milione di dollari.
L’Italia è in prima linea nella crisi dell’immigrazione. Circa 170mila migranti hanno raggiunto le coste siciliane nel 2014 e 154mila nel 2015, secondo i dati dell’Organizzazione per le migrazioni. Quest’anno, sono sbarcati finora più di 40mila migranti.
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Fonte: The Post Internazionale
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