Il Campidoglio (Vincenzo Livieri - LaPresse)
Giovedì 8 ottobre Ignazio Marino si è dimesso da sindaco di Roma. La situazione politica che ha portato alla situazione di ieri è piuttosto complicata: le dimissioni sono state richieste a Marino dal suo stesso partito, il PD; il PD romano dopo l’inchiesta “Mafia Capitale” è stato commissariato e da circa un mese l’ormai ex sindaco era stato affiancato nell’amministrazione della città dal prefetto Franco Gabrielli. La situazione di Roma poi è particolarmente complicata da anni, e a tutto questo va aggiunto il Giubileo straordinario che inizierà tra soli due mesi e che rende la situazione in generale ancora più precaria.
Non solo Marino
Il testo a cui fare riferimento per capire cosa concretamente accadrà da oggi a Roma è il cosiddetto Tuel, acronimo che indica il Testo unico delle leggi che ordinano gli enti locali. All’articolo 53 si dice che «Le dimissioni presentate dal sindaco diventano efficaci ed irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al consiglio».
In quei 20 giorni di tempo il sindaco può revocare le sue dimissioni e in quello stesso periodo sindaco, giunta e consiglio possono esercitare solo poteri di ordinaria amministrazione. Scaduto il tempo le dimissioni diventano efficaci: si procede, in base all’articolo 141 del Tuel, allo scioglimento effettivo del consiglio e alla contestuale nomina di un commissario. Con le dimissioni del sindaco cadono infatti anche la giunta e tutte le altre cariche: i consiglieri comunali, ma anche i quattordici presidenti di Municipio, che in totale sono quindici (quello di Ostia era già stato sciolto per mafia).
Il Commissario
Franco Gabrielli è il prefetto di Roma e dalla fine di agosto il governo gli aveva affidato anche importanti deleghe sulla città: il Giubileo, ma anche il controllo della liceità degli atti amministrativi del comune (Marino lo aveva definito “la sua badante”). Se Marino non revocherà le proprie dimissioni, a fine ottobre Gabrielli dovrà nominare il commissario prefettizio.
Il commissario prefettizio i cui poteri sono identici a quelli di consiglio, giunta e sindaco messi insieme resta normalmente in carica fino al primo turno elettorale utile. La sua nomina coincide con due importanti eventi che cominceranno a Roma nei prossimi mesi: l’8 dicembre avrà inizio il Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco e il 5 novembre partirà il processo di Mafia Capitale.
Diversi giornali parlavano ieri di Gabrielli come possibile commissario ma il prefetto, citando il Tuel, ha escluso la possibilità del suo doppio ruolo: Gabrielli non potrebbe scegliere se stesso. Gabrielli potrebbe però nominare un esponente della prefettura – cosa che di fatto lo renderebbe direttamente coinvolto nella gestione del commissariamento – o un «un esterno», un dirigente della pubblica amministrazione, un magistrato o un ex magistrato.
Il rinnovo del consiglio comunale, cioè le elezioni, dovrebbero coincidere con il primo turno elettorale utile previsto dalla legge: quindi maggio 2016, quando si voterà anche a Milano, Trieste, Bologna, Cagliari, Napoli e Torino (oltre che in altre centinaia di comuni più piccoli).
Fonte: Il Post
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