Un uomo con in braccio una ragazza ferita dopo attacchi aerei sul quartiere di al-Qaterji di Aleppo, in Siria, il 21 settembre 2016. Credit: Abdalrhman Ismail
Nella sola giornata di venerdì 23 settembre, almeno cento raid aerei hanno colpito diverse aree della città siriana di Aleppo provocando finora la morte di 26 persone. Questi bombardamenti fanno seguito all'annuncio dell'esercito siriano di una nuova offensiva per riprendere la città, fatto giovedì.
I militari hanno precisato che la campagna sarà sostenuta sia dall'aeronautica che dalle truppe di terra. Nella tarda serata di ieri avevano invitato la popolazione a tenersi lontano dalle sedi dei "gruppi terroristici".
Tuttavia, i raid aerei hanno colpito anche dei centri della protezione civile danneggiandoli gravemente. I bombardamenti hanno preso di mira almeno 15 quartieri situati nell'area orientale della città, quella controllata dai ribelli.
Lo ha riferito Al Jazeera, sottolineando come l'incessante fuoco abbia ostacolato il lavoro dei soccorritori accorsi per aiutare i civili coinvolti nei combattimenti.
L'agenzia di stampa Afp ha confermato che i raid aerei hanno colpito tre centri che ospitano la sede dei gruppi di volontari siriani, conosciuti come "Caschi bianchi". Le strutture hanno riportato gravi danni.
Prima dell'inizio del conflitto, Aleppo era la seconda città della Siria per importanza strategica - considerata un polo industriale e commerciale di riferimento - ma con la guerra la città è stata devastata da scontri tra le forze governative e i ribelli nella parte orientale a partire dalla metà del 2012.
La tregua annunciata da Mosca e Washington il 12 settembre per fermare l'escalation di violenza è durata appena sette giorni.
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Questa è la Siria, questa è Aleppo
Fonte: The Post Internazionale
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