Pechino si affida per il 70 per cento del suo fabbisogno energetico a combustibili di origine fossile ed è responsabile del 24 per cento delle emissioni mondiali di Co2. Credit: Reuters
Il parlamento cinese ha ratificato l'accordo sul clima firmato l'anno scorso al termine della Conferenza di Parigi. Lo riferisce l'agenzia di stampa statale Xinhua.
Il Comitato permanente dell'Assemblea nazionale del popolo, il principale organo legislativo del regime comunista, ha intrapreso l'azione in vista dell'incontro in programma per oggi alla vigilia del G20 di Hangzhou tra il presidente cinese Xi Jinping e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
Stati Uniti e Cina, da soli, sono responsabili di circa il 38 per cento dell’inquinamento da carbon fossile del pianeta. Pechino si affida per oltre il 70 per cento del suo fabbisogno energetico a combustibili di origine fossile e da sola è responsabile del 24 per cento delle emissioni mondiali di Co2.
Il testo prevede di bloccare a partire dal 2020 la crescita della temperatura “al di sotto dei due gradi” e impegna i paesi a sforzarsi a non superare gli 1,5 gradi.
Inoltre i paesi industrializzati si sono impegnati ad alimentare un fondo annuo da 100 miliardi di dollari per il trasferimento delle tecnologie pulite nei paesi non in grado di fare da soli il salto verso la green economy.
Perché l’intesa entri in vigore è necessario infatti che almeno 55 Paesi che rappresentino almeno il 55 per cento delle emissioni globali ratifichino o si uniscano formalmente all’accordo.
L’Unione europea, rappresenta meno del 10 per cento delle emissioni di Co2 e avrà bisogno di molto tempo affinché Bruxelles decida di quanto ciascuno dei 28 stati membri debba ridurre le emissioni di carbone fossile.
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Fonte: The Post Internazionale
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