Agenti dell'antiterrorismo durante l'operazione che ha portato all'arresto delle tre donne. Credit: Christian Hartmann
La polizia francese giovedì 8 settembre ha arrestato in una stazione ferroviaria di un piccolo paese trenta chilometri a sud di Parigi tre giovani donne radicalizzate che stavano probabilmente preparando “un nuovo e imminente attacco violento”.
L’arresto delle donne è collegato al ritrovamento nella notte tra sabato 3 e domenica 4 settembre di un’auto senza targa con a bordo sette bombole di gas parcheggiata nei pressi di Notre Dame. Secondo fonti vicine alle indagini, la principale sospettata, una ragazza di 19 anni figlia del proprietario del veicolo, aveva giurato fedeltà all’Isis e voleva raggiungere la Siria.
Il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve ha spiegato che c’è stata una corsa contro il tempo per catturare le tre donne, di 19, 23 e 39 anni, descritte come “fanatiche e radicalizzate”.
Nel corso dell’arresto una delle donne ha accoltellato un poliziotto ferendolo a una spalla. Gli altri agenti hanno aperto il fuoco ferendola a sua volta.
Secondo le autorità, nel mirino delle tre donne per il prossimo attacco, c’era la Gare de Lyon, la più famosa stazione di Parigi.
“La Francia deve affrontare una minaccia terroristica su una scala senza precedenti”, ha detto Cazeneuve. La minaccia cambia sempre forma ed è veramenete difficile garantire la “vigilanza e la sicurezza a tutti i cittadini”.
Nell’auto trovata vicino Notre Dame, su cui ha indagato l’antiterrorismo, le sette bombole non erano collegate con un detonatore, ma erano piene di gasolio e la polizia ha temuto che l’intenzione fosse stata quella di fare esplodere l’auto.
Sempre in connessione con il ritrovamente dell’auto, la polizia ha arrestato martedì 6 settembre una coppia di persone di 34 e 29 anni. Il proprietario del veicolo, nella lista dell’intelligence dei soggetti radicalizzati, era stato immediatamente fermato dalla polizia ma rilasciato perché aveva già denunciato la scomparsa della figlia diciannovenne e dell’auto.
Dopo gli attacchi di Parigi nel novembre 2015 le autorità hanno dichiarato lo stato d’emergenza, che un anno dopo rimane ancora in vigore e fornisce alla polizia maggiori poteri discrezionali nelle indagini e negli arresti.
Tuttavia, dopo l’altro sanguinoso attentato di Nizza del 14 luglio, è ancora acceso il dibattito sull’efficacia delle misure di sicurezza fin qui adottate.
Fonte: The Post Internazionale
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