Monumento a Calvo Sotelo, in plaza de Castilla, a Madrid (Wikimedia Commons)
L’1 febbraio il comune di Madrid ha cominciato a rimuovere dalla città alcuni monumenti considerati legati al franchismo. Il giorno successivo però l’operazione è stata interrotta a causa delle proteste dei rappresentanti del Partito Popolare – il partito di centrodestra del primo ministro uscente Mariano Rajoy – che avevano minacciato di denunciare il sindaco Manuela Carmena e l’assessore alla Cultura. La rimozione di due targhe e un monolito è avvenuta infatti senza che fossero interpellate le autorità competenti in materia di beni culturali. In particolare, è stata criticata la decisione di rimuovere una targa che commemorava l’uccisione di otto frati carmelitani da parte di militanti di sinistra nel 1936; il comune ha riconosciuto che toglierla era stato un errore e la mattina del 3 febbraio la targa è stata rimessa al suo posto.
La decisione di eliminare le tracce degli anni della dittatura di Francisco Franco (1939-1975) è stata approvata in consiglio comunale il 22 dicembre. Era fortemente voluta da Carmena, eletta nel 2015 con la lista civica Ahora Madrid, legata al partito Podemos, ed è stata appoggiata da Ciudadanos, altro partito emergente della politica spagnola. Lo stesso giorno è stata votata una proposta del Partito Socialista, che ha chiesto di cambiare i nomi di 30 strade di Madrid intitolati a personaggi importanti della dittatura.
I rappresentanti del Partito Popolare hanno votato contro la rimozione dei monumenti e la modifica dei nomi delle strade. Queste iniziative sono considerate un’applicazione di una legge del 2007, conosciuta come Ley de Memoria Histórica, che per la prima volta ha riconosciuto i diritti alle vittime della Guerra civile spagnola e del franchismo e ai loro discendenti, oltre a imporre la rimozione dei simboli franchisti dai luoghi pubblici e a condannare la dittatura. Anche questa legge, entrata in vigore quando era primo ministro il socialista José Luis Zapatero, era stata osteggiata dal Partito Popolare che la riteneva uno strumento di propaganda del governo.
Nella maggior parte dei casi i monumenti interessati sono lapidi commemorative. Oltre alla targa dedicata ai frati, è stata rimossa una lapide che commemorava il falangista José García Vara, ucciso nel 1935, e un monolito che si trovava di fronte al Casón del Buen Retiro (un edificio che fa parte del Museo del Prado): era dedicato agli alférez provisional, gli ufficiali volontari che entravano nelle forze franchiste. Quando hanno visto gli operai che stavano spostando il monolito, alcune persone hanno cominciato a protestare, impedendo agli addetti di portare via il monumento. Qualcuno ci ha poi lasciato sopra una bandiera spagnola.
Il più grande dei monumenti che dovrebbero essere rimossi è uno di quelli dedicati a José Calvo Sotelo, ministro durante la dittatura di Miguel Primo de Rivera (1923-1930), in Plaza de Castilla. Sotelo fu ucciso nel 1936 da membri della Guardia de Asalto, un corpo di polizia repubblicano.
Fonte: Il Post
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