Lo dice uno studio del Mit: i pannelli di oggi saranno in grado di alimentare il pianeta. Politica ed economia permettendo
In un mondo migliore fatto di più energie pulite e meno combustibili fossili nell’aria, a regnare sarebbero i pannelli ad energia solare, e il sogno potrebbe realizzarsi in un futuro non così lontano. Secondo una ricerca del reparto energetico del Mit (Massachusetts Institute of Technology), presentata al governo americano qualche settimana fa, il Sole infatti sarà entro il 2050 la risorsa più efficiente e sicura per soddisfare il fabbisogno di energia del pianeta. La tecnologia dei pannelli a silicio cristallino, con la quale vengono realizzate le celle fotovoltaiche, è in grado di produrre moltissimi terawatt di energia pulita (basti pensare che un terawatt corrisponde a ben un milione di megawatt), capaci di essere utilizzati su larga scala e in svariati contesti. Il rapporto “The future of Solar Energy” propone una sorta di rete intelligente di aree ad energia solare, dai pannelli collocati sui tetti di abitazioni e uffici fino a delle “centrali” fotovoltaiche, specificando che i prezzi di materiali e impianti si stanno abbassando progressivamente: “l’espansione su larga scala di questo potenziale è una componente essenziale della strategia per contrastare il rischio di cambiamento climatico”, avvertono da Boston.
L’impegno politico Lo studio del Mit, lungo 332 pagine, ha coinvolto quattro scuole dell’istituto e circa 300 docenti, e illustra quanto sia necessario, da parte degli Stati Uniti (ma il discorso si estende anche alle altre potenze mondiali), investire seriamente sul Sole: «Il nostro obiettivo – ha detto il direttore della ricerca, Robert Armstrong – è stato quello di valutare la capacità attuale e futura dell’energia solare, per identificare i cambiamenti nelle politiche dei governi che potrebbero sostenere il suo utilizzo. Nel lungo termine, noi consideriamo necessario un massiccio dispiegamento di questa tecnologia». Quello che manca per radicare l’impiego del solare, a discapito dei classici combustibili, è “la combinazione di incentivi finanziari e forza politica che cambino il vecchio modo di alimentare la vita moderna con carbone e petrolio”.
Il nodo economico Le risorse ci sarebbero. Ad avvalorare la tesi del Mit arrivano i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), che parlano di 548 miliardi di dollari in sussidi destinati ogni anno alle industrie di combustibili fossili (la cifra risale al 2013). Uno sproposito di denaro, che al Mit pensano possa essere destinato invece all’energia pulita, in un’ottica futura e sostenibile: “L’elettricità e il riscaldamento derivati dal Sole rappresentano una delle poche tecnologie energetiche a bassissime emissioni di carbonio, con una prospettiva di crescita su scala molto grande”. Il nodo economico Le risorse ci sarebbero. Ad avvalorare la tesi del Mit arrivano i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), che parlano di 548 miliardi di dollari in sussidi destinati ogni anno alle industrie di combustibili fossili (la cifra risale al 2013). Uno sproposito di denaro, che al Mit pensano possa essere destinato invece all’energia pulita, in un’ottica futura e sostenibile: “L’elettricità e il riscaldamento derivati dal Sole rappresentano una delle poche tecnologie energetiche a bassissime emissioni di carbonio, con una prospettiva di crescita su scala molto grande”.
Sole e acqua Il prestigioso istituto di Boston è già stato pioniere nel dimostrare la validità degli impianti fotovoltaici: l’ultima sfida vinta, in ordine di tempo, è stata quella di dissalare l’acqua di mare grazie ad un impianto di elettrodialisi alimentato da batterie ricaricate dal Sole (attraverso un sistema fotovoltaico a pannelli). Entro il 2050 la domanda di acqua potabile nel mondo crescerà del 55 per cento, di cui il 70 per cento sarà per il consumo alimentare. L’intuizione del Mit consentirebbe di abbattere molti costi e ottenere acqua pronta per bere e cucinare impiegando metà dell’energia rispetto agli altri metodi di dissalazione usati finora.
Fonte: Diritto di critica
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