(ANSA/ANGELO CARCONI)
Ieri sera l’ex ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca ha presentato una relazione sullo stato di salute del Partito Democratico a Roma. Secondo Barca, 27 circoli del PD su 108 totali sono “dannosi” perché “bloccano il confronto sui contenuti”, premiano la “fedeltà” ai capi locali e “emarginano gli innovatori”. Barca aveva ricevuto l’incarico di indagare sul PD di Roma da Matteo Orfini, presidente del PD e da dicembre commissario del PD romano. Orfini ha detto che da lunedì “metterà in pratica” le conclusioni di Barca. Secondo i principali giornali italiani, questo significherà probabilmente la chiusura di molti dei circoli indicati nella relazione di Barca.
La situazione del PD di Roma è particolarmente complicata da quando lo scorso dicembre diversi esponenti del partito sono stati coinvolti nell’inchiesta chiamata “Mafia Capitale“: la procura di Roma ha ipotizzato che alcuni imprenditori abbiano pagato tangenti e fatto altri favori ad esponenti politici e dirigenti del comune di Roma in cambio di appalti. L’inchiesta ha fatto molto discutere perché i magistrati hanno deciso di contestare ad alcuni degli indagati il reato di “associazione mafiosa”: è stata la prima volte in cui persone che non hanno nulla a che fare con le storiche organizzazioni mafiose vengono accusate di questo reato. Tra i primi indagati nell’inchiesta ci sono stati l’ex assessore alla Casa del comune di Roma Daniele Ozzimo, del PD, che si è dimesso lo scorso dicembre. Ozzimo e due consiglieri comunali del PD (su un totale di 48 consiglieri) sono attualmente in carcere, mentre altri due esponenti del partito sono agli arresti domiciliari.
Lo scorso dicembre, poco dopo l’inchiesta, la segreteria nazionale del PD ha commissariato il segretario del PD romano Lionello Cosentino, inviando al suo posto Orfini con pieni poteri per rimettere “ordine”. Tra le mosse compiute da Orfini c’è stata quella di affidare a Barca un’indagine sui circoli del partito a Roma. Barca ha specificato che la sua ricerca non ha nulla a che fare con la “legalità”, ma si tratta di un lavoro che ha lo scopo di identificare dove i circoli del PD hanno un buon rapporto con il territorio e dove invece sono solo gruppi di potere che cercano di autoperpetuarsi. Secondo Barca, nei circoli ritenuti “dannosi” si sono verificate irregolarità nel tesseramento in corrispondenza di votazioni e congressi. Prima della presentazione, Barca aveva dichiarato che il sindaco di Roma Ignazio Marino, del PD, è una figura «fuori da questi giochi terribili» e che quindi non si deve dimettere.
Le dimissioni di Marino sono l’altro grande tema che in questi giorni riguarda il PD romano. Dallo scorso dicembre tutte le opposizioni chiedono le dimissioni di Marino e alcuni sono arrivati a chiedere lo scioglimento del comune per mafia (una possibilità esclusa dal governo). Marino non è coinvolto direttamente nelle indagini, ma è stato accusato di non aver impedito che venissero commesse irregolarità durante il suo mandato. Delle dimissioni di Marino i giornali hanno ricominciato a parlare in questi giorni per alcune frasi del presidente del Consiglio e segretario del PD Matteo Renzi che, parlando della situazione a Roma, lo scorso 16 giugno aveva detto: «Chi è in grado di governare governi, sennò va a casa». Molti giornali hanno scritto che Renzi ha “scaricato Marino”, ma il segretario del PD aveva anche aggiunto che le decisioni su cosa fare a Roma saranno prese dal commissario Orfini, che «sta facendo un ottimo lavoro». Come Barca, anche Orfini ha difeso Marino, escludendo l’ipotesi di chiedere le sue dimissioni e precisando che saranno le prossime elezioni a determinare se resterà o meno sindaco di Roma.
Fonte: Il Post
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