Dopo la fase di bonaccia dello scorso anno, tornano a vorticare in tutto il mondo le pale dell’eolico, spinte da una brezza fatta di investimenti, innovazione e ricerca. Le proiezioni del Global wind energy council prevedono per il 2011 un incremento complessivo della capacità installata di 40 gigawatt, inizio di un trend di sviluppo che dovrebbe durare almeno per un quinquennio. «Il 2010 è stato un anno complicato per l’eolico mondiale», ha spiegato Steve Sawyer, segretario generale del Gwec, durante la presentazione dello studio. «Il settore ha risentito pesantemente della crisi dei due anni precedenti. Ora però ha ricominciato a muoversi nella giusta direzione». Le stime dell’organizzazione parlano di una crescita media di oltre il 18 per cento da qui al 2015, quando la capacità installata complessiva raggiungerà i 450 gigawatt, oltre il doppio dei 194 registrati a dicembre del 2010. A suffragare queste valutazioni sono i dati sugli investimenti registrati negli ultimi 12 mesi, che hanno toccato la cifra record di 96 miliardi di dollari, il 31 per cento in più rispetto al 2009.
Principale motore di questo sviluppo sarà la Cina, che lo scorso anno ha coperto da sola quasi metà del mercato mondiale, con 16,5 nuovi gigawatt installati. Secondo il Gwec nel prossimo lustro il Paese della Grande Muraglia procederà con un ritmo medio di 20 gigawatt di crescita l’anno, superando abbondantemente l’obiettivo di 70 gigawatt di capacità aggiuntiva previsti dal nuovo piano quinquennale 2011-2015. Già tra il 2005 e il 2009 la capacità complessiva del Dragone è andata raddoppiando ogni biennio, superando l’anno scorso quella degli Stati Uniti. Una crescita consistente, che ha avuto positive ripercussioni sul settore manifatturiero delle turbine, a sua volta protagonista di uno sviluppo senza precedenti.
Dietro la Cina, il secondo mercato dell’eolico sarà quello europeo. Entro il 2015 il Vecchio Continente installerà altri 60 gigawatt di potenza, che porteranno quelli complessivi a superare il valore di 146. A condurre la corsa saranno ancora Spagna e Germania, mentre la Gran Bretagna sarà in testa per gli impianti off-shore. Importanti passi avanti saranno fatti anche dall’Europa dell’Est. Un biennio sotto tono è previsto invece per il mercato nordamericano, dove le incertezze legislative freneranno gli investimenti e la ricerca, mentre l’America Latina accelererà, grazie soprattutto allo sprint del Messico, del Brasile e del Cile. I 2 gigawatt di potenza installati nel continente diventeranno quasi 20 nei prossimi 5 anni, riducendo di molto l’attuale divario che separa il Sudamerica dalle altre regioni del mondo.
Fonte: Terranews
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