Alla richiesta dell’organizzazione ambientalista si è unita ieri quella dell’Aiea, che ha suggerito al governo di Tokyo di estendere la fascia di sicurezza intorno a Fukushima. Malgrado il moltiplicarsi delle pressioni, tuttavia, l’esecutivo nipponico non sembra intenzionato a prendere provvedimenti immediati. «Valuteremo attentamente la situazione sulla base dei dati forniti dall’Aiea ma non sembra che esista al momento la necessità di intervenire», si è limitato ad annunciare ai microfoni dei giornalisti Yukio Edano, segretario del gabinetto giapponese.
Le misurazioni dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, unite a quelle dell’ente giapponese sul livello di iodio radioattivo nel mare vicino alla centrale (che ieri sono risultate 4.385 volte superiori alla norma e in aumento rispetto al giorno precedente) rafforzano l’ipotesi che i tentativi portati avanti dalla Tepco, la società che gestisce la struttura, per contenere le radiazioni non stiano dando i risultati sperati. Gli sforzi per raccogliere l’acqua radioattiva intorno ai reattori sono andati avanti per tutta la giornata di ieri, mentre a causa del maltempo sono state sospese le operazioni per spargere resina sintetica nell’area per trattenere le radiazioni. I tecnici continuano a a pompare l’acqua contaminata fuori dall’edificio delle turbine delle unità 1 e 3, anche se è quella presente nella trincea di manutenzione sotto il reattore 2 a preoccupare maggiormente dati gli alti livelli di radioattività registrati sulla sua superficie.
Contemporaneamente nelle tre strutture viene iniettata a getto continuo acqua dolce da un camion dei pompieri e da pompe elettriche, in modo da raffreddare il materiale presente all’interno. Intanto per la prima volta dall’inizio della crisi il premier Naoto Kan ha annunciato espressamente che la centrale di Fukushima sarà completamente smantellata. Fino ad oggi il leader del Partito democratico aveva invece lasciato intendere che l’ipotesi più probabile fosse il decommissioning dei reattori dall’uno al quattro, una soluzione che avrebbe comunque risparmiato il cinque e il sei. Ieri Kan ha anche incontrato il presidente francese Nicolas Sarkozy, giunto nell’arcipelago nipponico per una visita di solidarietà.
Nella conferenza stampa congiunta il premier giapponese ha sottolineato che il suo governo intende procedere a un attento riesame del settore nucleare: «Una volta che l’incidente sarà circoscritto, abbiamo bisogno di valutare il sistema attuale in cui viene lasciata la gestione degli impianti al settore privato». Dal canto suo Sarkozy ha proposto una riunione delle autorità dei Paesi del G20, a Parigi, per definire una normativa internazionale sulla sicurezza nucleare.
Fonte: Terranews
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