martedì 21 novembre 2017

Il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe si è dimesso

Il leader 93enne era alla guida del paese africano dall'aprile 1980. Poche ore prima delle dimissioni ufficiali l'invito dell'ex vice Emmerson Mnangagwa a lasciare immediatamente il potere

Il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe durante il discorso alla nazione trasmesso dalla tv nazionale. Credit: AFP/ZBC

Martedì 21 novembre Robert Mugabe ha consegnato ufficialmente le sue dimissioni dalla presidenza dello Zimbabwe, poco dopo l’inizio della discussione in parlamento per chiederne l’impeachment.

Mugabe lascia la guida del paese dell’Africa meridionale dopo quasi 40 anni ininterrotti di potere. Tra gli anni Sessanta e i Settanta aveva guidato la lotta per l’indipendenza dello Zimbabwe, ex colonia britannica.

Immediatamente dopo l’annuncio delle dimissioni, migliaia di cittadini si sono riversati sulle strade della capitale Harare per festeggiare, portando cartelli e foto dell’ex vicepresidente Emmerson Mnangagwa e del generale dell’esercito Constantino Chiwenga.

Poche ore prima lo stesso Mnangagwa, la cui estromissione ha portato alla presa di potere dell’esercito nel paese, aveva chiesto al presidente Robert Mugabe di dimettersi immediatamente.

Mnangagwa, già dato per favorito alla successione di Mugabe, ha detto di essere andato all’estero due settimane fa dopo aver appreso di un complotto per ucciderlo, e ha aggiunto che non tornerà in Zimbabwe finché la sua sicurezza non sarà garantita.

Nel giorno delle dimissioni solo cinque ministri e il procuratore generale si sono presentati all’incontro di gabinetto organizzato da Mugabe. Altri 17 ministri hanno deciso di presentarsi alla riunione per pianificare l’impeachment del presidente dello Zimbabwe, promosso in parlamento dal suo stesso partito, Zanu-PF. Si tratta della prima riunione di gabinetto organizzata da Mugabe dalla presa del potere militare mercoledì 15 novembre.

Robert Mugabe, 93 anni, è accusato di aver consentito a sua moglie, Grace Mugabe, 52 anni, di “usurpare il potere costituzionale”.

Nella notte tra martedì 14 e mercoledì 15 novembre l’esercito dello Zimbabwe aveva preso il potere marciando sulla capitale, Harare, con dei carri armati, qualche giorno dopo la decisione del presidente Mugabe di estromettere il suo vice Emmerson Mnangagwa, candidato a succedergli al governo del paese.

Mnangagwa era stato preso di mira soprattutto dalla moglie di Mugabe, Grace, anche lei candidata alla successione.

Fonte: The Post Internazionale

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