sabato 7 marzo 2015
Dissesto idrogeologico e smog: 42 mila monumenti a rischio in Italia
Il patrimonio artistico italiano è in pericolo a causa dell’esposizione allo smog e al rischio idrogeologico. A rivelare le principali minacce all’integrità dei monumenti italiani è l’ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, in uno studio durato 15 anni e realizzato in collaborazione con l’ISCR, l’Istituto superiore per la conservazione e il restauro.
L’analisi condotta sui beni culturali archeologici e architettonici presenti in Italia ha rivelato che ben 42 mila monumenti sono esposti al rischio di frane, alluvioni e all’azione corrosiva dello smog.
La situazione appare particolarmente critica nella Capitale dove 2.205 monumenti si trovano in aree con un rischio idraulico elevato. Tra questi luoghi simbolo di Roma come Piazza Navona, Piazza del Popolo e il Pantheon. Secondo gli esperti, in caso di alluvione decine di monumenti potrebbero subire danni irreparabili.
In Italia complessivamente sono 28.483 monumenti i monumenti a rischio alluvioni. Il rischio di alluvioni rare interessa un numero ancora maggiore di monumenti, circa 39 mila. A Firenze il rischio idraulico minaccia 1.145 monumenti. Tra questi figurano la Basilica di Santa Croce, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, la Biblioteca Nazionale e il Battistero. Il rischio idraulico non è però l’unica minaccia per i monumenti italiani. L’ISPRA e l’ISCR hanno condotto analisi sullo stato di conservazione del patrimonio monumentale romano, rivelando che ogni anno i monumenti in marmo perdono una superficie di 5,2-5,9 micron a causa dell’azione corrosiva degli agenti inquinanti. I monumenti in bronzo perdono invece ogni anno una superficie compresa tra 0,30 e 0,35 micron. I monumenti in serio pericolo a causa dello smog a Roma sono 3.660.
Gli esperti dell’ISPRA e dell’ISCR avvertono che senza piani per la riduzione dell’inquinamento atmosferico nella Capitale, il rischio di produrre danni irreparabili ai beni culturali archeologici e architettonici è molto alto. I monumenti non riescono ad autoripararsi come l’organismo umano. L’azione corrosiva dello smog non può essere invertita, se non con interventi costosi che mirino a ripristinare le condizioni originali del monumento. Al momento purtroppo non esiste una normativa nazionale che limiti le emissioni di polveri sottili entro valori non pericolosi per i monumenti.
A minacciare il patrimonio artistico italiano è anche il rischio di frane, che interessa in tutta la Penisola ben 14 mila beni culturali. Le frane potrebbero far scomparire interi borghi storici come Volterra (PI), Civita di Bagnoregio (VT) e Certaldo, in Provincia di Firenze. A Volterra lo scorso anno sono già crollate le mura di cinta, risalenti all’epoca medioevale.
Non meno preoccupante è l’impatto dei cambiamenti climatici sui monumenti italiani. Ad Ancona, città oggetto degli studi dell’ISPRA e dell’ISCR, gli eventi meteo estremi e l’aumento delle temperature globali mettono in serio pericolo opere ed edifici di alto valore storico-culturale come la Chiesa del Gesù, la Chiesa del SS Sacramento, il Lazzaretto, la Porta Farina e il Tempio di San Rocco.
Fonte: FREE ITALIA
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