lunedì 3 gennaio 2011

Inaugurato l'oleodotto Russia-Cina. Mosca punta ai mercati dell'Asia-Pacifico

Almeno 42.000 tonnellate di petrolio greggio sono arrivate in Cina da un nuovo oleodotto che collega l'Estremo oriente russo al nord-est della Cina, inaugurato ieri.

La condotta petrolifera, che collega la città russa di Skovorodino, nella regione del fiume Amour, e la città cinese di Mohe, termina a Daqing nel nord-est della Cina. Secondo Pepeline branch of Petro Cina (Pbpc), l'operatore della tratta cinese dell'oleodotto, in tutto a gennaio in Cina attraverso le tubazioni dalla Russia o dovrebbero arrivare 1,32 milioni di tonnellate di petrolio.

L'oleodotto è lungo quasi 1.000 km (72 km in Russia e 927 in Cina) e dovrebbe trasportare 15 milioni di tonnellate di greggio all'anno dal 2011 al 2030, nel quadro di un accordo firmato tra Mosca e Pechino che trasforma la problematica frontiera dell'Amour, dove ai tempi dell'Urss e di Mao non mancarono scaramucce e scambi di fucilate e minacce, in un hub petrolifero-gasiero per trasportare gli idrocarburi dello Stato-mercato-energetico russo verso l'assetata crescita cinese e i rampanti mercati dell'Asia-Pacifico. L'oleodotto è solo una sezione della pipeline russa Siberia Orientale-Oceano Pacifico, lunga 4.000 km, che va da Taishet, nella Siberia Orientale al porto sul Pacifico di Kozmino.

Il petrolio è cominciato a fluire nell'oleodotto cinese dopo che alle 11,50 (ora locale) di domenica, l'amministratore delegato della Pbpc, Yao Wei (nella foto) ha premuto il pulsante di avvio alla frontiera con la Russia ed ha detto solennemente in un tripudio di bandiere rosse con le cinque stelle: «L'entrata in servizio dell'oleodotto Cina-Russia rappresenta l'inizio di una nuova fase della cooperazione energetica tra la Cina e la Russia».

Il troncone cinese dell'oleodotto inizia nel paese frontaliero di Mohe ed arriva a Daqing, entrambi nella provincia dell'Heilongjiang, nella Cina nord-orientale.

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