mercoledì 12 gennaio 2011

Il Trentino avrà una nuova provincia?

18mila sono state le firme raccolte per spostare la provincia di Belluno dal veneto al Trentino Alto Adige. Il Consiglio della Provincia pronuncerà oggi il suo verdetto. La possibilità di richiedere fusioni, separazioni o trasferimenti da parte di singoli enti, è prevista nell’art.132 della Costituzione e a essa hanno fatto ricorso i promotori del referendum. Ma perché?

Ecco le loro motivazioni, contenute nel Manifesto referendario:

1. E’ l’unica possibilità per l’intera provincia di evitare la dissoluzione come entità autonoma.
2. E’ l’unica proposta in grado di dare sufficiente forza alle comunità all’interno di una nuova collocazione amministrativa.
3. E’ la migliore tra le ipotesi di trasferimento amministrativo, poiché la regione Trentino non esiste come ente amministrativo accentrante, essa è un mero contenitore di due province autonome alle quali non viene “annessa” Belluno, che diventerebbe, invece, la terza provincia autonoma, necessariamente dotata di potere legislativo poiché la regione Trentino Alto Adige questo potere l’ha delegato alle province.
4. Questa soluzione inserirebbe la provincia in un contesto di due legislazioni (di Trento e Bolzano) attente ai problemi della montagna e capaci di proporre strumenti legislativi e regolamentari differenti, con una notevole esperienza accumulata, alla quale potremmo fare riferimento per acquisire competenze che altrimenti non avremmo a disposizione.
5. Le due province autonome si sono già dotate di Comunità comprensoriali (otto a Bolzano e undici a Trento) ed hanno già compreso come, nelle realtà montane, gli Enti amministrativi centrali sono strumenti per le diverse Comunità di valle, alle quali delegare molte delle competenze amministrative provinciali. Così l’adesione a questo modello riconoscerebbe non solo una teorica specificità della provincia ma una reale autonomia delle Comunità di valle, mantenendo una coesione amministrativa indispensabile per poter produrre politiche territoriali adeguate.
6. Il modello dei comprensori dotate d’ampie deleghe è ciò che ci serve per superare l’impotenza di amministrazioni comunali troppo piccole e quindi incapaci di produrre processi di reale autogoverno.


D’accordo con i bellunesi è il presidente della regione veneto Luca Zaia, che da convinto secessionista, dichiara:

”E’ scontato che il referendum avra’ un risultato positivo. Se fossi bellunese, assolutamente sarei della parftita. Ma la verita’ e’ che in questo modo non si risolvono i problemi. Questa rischia di trasformarsi in una guerra tra poveri. Merita l’autonomia ed il federalismo estremo tutto il Veneto, non solo una provincia”.

Fonte: Il Journal

1 commento:

la Volpe ha detto...

Che squallore queste vicende. Probabilmente se potessero si unirebbero anche alla Sicilia pur di avere qualche lira in più. E poi dicono che tengono alle loro "radici".