venerdì 25 giugno 2010

Prete, detenuto, ministro. Le mille vite di Aldo Brancher

Inizia come Sacerdote Paolino e lavora per ”Famiglia Cristiana”. Entra nel Gruppo Fininvest. Viene eletto alla Camera come Forza Italia nel maggio 2001. E’ sottosegretario di Stato nel Dipartimento per le riforme istituzionali e la devoluzione. Rieletto alla Camera nell’aprile 2006. E’ vicepresidente del gruppo Forza Italia alla Camera. Nel 2008 è stato rieletto nelle liste del Popolo delle libertà. Nel giugno 2010 è nominato Ministro per l’Attuazione del Federalismo Amministrativo e Fiscale.

Qui iniziano i ”problemini” con la giustizia cattiva:

Detenuto per 3 mesi nel carcere di San Vittore per Mani pulite

Scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare è stato condannato con giudizio di primo grado e in appello per falso in bilancio e finanziamento illecito al Partito Socialista Italiano.

In Cassazione il secondo reato va in prescrizione, mentre il primo è stato depenalizzato (Guarda caso!!) dal Governo Berlusconi II, del quale faceva parte.

Viene indagato a Milano per ricettazione nell’indagine sullo scandalo della Banca Antonveneta e la scalata di Gianpiero Fiorani all’istituto creditizio. la Procura ha rintracciato, presso la Banca Popolare di Lodi, un conto intestato alla moglie di Brancher con un affidamento e una plusvalenza sicura di 300 mila euro in due anni.

In seguito alla nomina a Ministro per l’attuazione del Federalismo (avvenuta il 18 giugno 2010) Aldo Brancher ha eccepito in base alla legge il “legittimo impedimento” e questo avviene a 5 giorni dalla nomina a ministro.

Il 26 giugno era prevista l’udienza del processo sul tentativo di scalata ad Antonveneta da parte di Bpi in cui il ministro era imputato… ma grazie al legittimo impedimento….

1 commento:

duhangst ha detto...

Ormai sono veramente senza vergogna, veramente senza vergogna!